Il giorno dell'Indipendenza



La cosa più vicina ad un calvario ritengo sia la vicenda umana di Beppino Englaro. Vito Mancuso, oggi su "La Repubblica", fa una serie di considerazioni (leggetele, se potete; on-line ancora non ci sono, purtroppo) che, da laico, non posso che sottoscrivere. Mi preme sottolineare, con forza, che l'atteggiamento che mi pongo, nei confronti di una vicenda così straziante e lunga, è quello di una persona che ritiene che, se ci è stato donato il bene dell'intelletto, questo va usato. Non ritenendomi sottoposto ad alcun regime ideologico o morale da parte di una Religione (qualsiasi essa sia), potete ben capire come mi "schieri", anche se questo fatto, di per sè, è già errato. Qui la questione sta diventando ancora più Politica di quello che è stato finora. Una contrapposizione violentissima, alla fine fatta sulla pelle di chi non può difendersi, di chi non può più nulla. Non so se sia giusto parlare di compassione, di pietà, ma di ragionevolezza sì. Quella ragionevolezza che è una prerogativa delle persone intelligenti, non dei barricaderi, dei duri e puri. Se c'è una cosa che ho imparato (una è già molto, per me) è quella che non porta a nulla andarci giù sempre in maniera dura, senza pensare a chi è dall'altra "parte". Io amo la Vita, sono un fautore del Libero Pensare, del dialogo (anche se, spesso, può sembrare il contrario). Non riesco a credere in un "qualcosa oltre la morte", ma neanche a una muta sofferenza infinita, come quella di Eluana. Proprio no.

Ivor Abrahams, from E.A. Poe Tales and Poems, "The Sleeper", 1976, tate Collection, London.

Commenti

  1. Quanta sofferenza inutile, povera creatura. Un grande abbraccio franca

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  2. Non posso che essere d'accordo con te amico mio. Il calvario di un padre e soprattutto di una ragazza ora donna, che non voleva essere costretta a vivere come sta facendo da quasi 20 anni.

    E' inutile pararsi dietro alla difesa della vita ad oltranza quando non si è nemmeno in grado di definire cosa si intenda per 'vita'. Eliana non sta vivendo. Sta vegetando.

    Lasciatela morire in pace, così anche un padre potrà dirle addio.


    E al diavolo tutte le religioni ed ideologie, da sempre, entrambe, oppio dei popoli!

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  3. Rivendicare la liberta’ di poter pensare e decidere a modo proprio, per se’ stessi e su se’ stessi, non e’ schierarsi. E’ autodeterminazione.

    Il potere, di qualsiasi tipo esso sia, ama restare l’unico depositario della preziosa e redditizia facolta’ di determinare: in mille modi chiude delle strade e sistema degli ostacoli affinche’ tutto confluisca “preordinatamente” in una certa specifica direzione.

    Io so che la mia liberta’ finisce laddove per essere piu’ felice o quantomeno tentare di esserlo, faccio del male o arreco un qualche danno ad altri esseri viventi. Che non necessariamente devono essere ristretti solo alla “piccola” (in ogni senso) categoria degli uomini.

    Oltre a questo, che si chiama Rispetto, e’ tutto Universo. O piu’ probabilmente Multiverso, ancora tutto da scoprire.

    Che non si tenti di vendermi una qualche Verita’: ad oggi non ne posseggo ancora praticamente nessuna, e voglio esser libero di morirne povero.


    Gabriele

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  4. hai assolutamente ragione, sedici anni di vuoto sono insopportabili, per lei e per la famiglia

    nessuno merita questo, io credo

    ed è un peccato che una vicenda così umana e delicata sia diventata battaglia politica in una classe di politici che evidentemente non sono in grado di portare avanti tale dibattito, ma seguono pigramente e viscidamente i tuoni del papa

    ho grandissima stima del signor englaro, lo ammiro veramente, spero che questa sua vicenda possa giungere a buon fine e insegnare a molti

    ciao

    luca


    ps: non saprei come corromperti, caro.. va bene un valpolicella?

    guarda, se vengo eletto ti faccio ministro, e stai tranquillo che non ti chiederò favori sessuali in cambio ;)

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  5. Se pensi alla caccia alle streghe...a me questa cosa mi ci fa pensare e parecchio.

    Per questa religione totale globale sembra sempre tutto una questione di principio.

    E in nome del principio a culo tutto il resto...

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  6. Sapevo di ritrovarti, Gabriele.

    In realtà il mio pudore e la mia ignoranza rispetto a queste cose mi hanno sempre trattenuto. Però, dopo quello che è successo ieri, mi sono sentito in dovere di esprimere il mio punto di vista. Leggo, in molti "forum", rabbia contro il Vaticano. A me, francamente, non interessa offendere qualcuno: mi interessa che lo Stato Italiano, Laico per definizione, dia una Legge a questo Paese, che si evitino altre situazioni del genere. Ognuno faccia il suo mestiere, ma che tutti tentiamo di arrivare ad una soluzione condivisibile e definitiva.


    Grazie a tutti per i Vostri interventi.

    Daniele

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  7. per me, purtroppo, si tratta di un caso di accanimento mediatico, nel nostro Paese questi accanimenti sono periodici e riguardano diversi aspetti della nostra vita, spesso casi di cronaca nera che diventano telenovele e feuilletton (spero che si scriva pareil)

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  8. Esatto, non ci si può credere.

    Non è vivere.

    allora lasciamo la dignità.

    s.

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  9. ma certo, il blog lo conservo perché in effetti è uno strumento di comunicazione migliore di tanti altri. mi sono iscritto a facebook ma non ho idea di come utilizzarlo! :)

    poi direi senz'altro che il tuo numero di cellulare è tra quelli che vorrei recuperare perché una telefonata la macca, anche se a tutt'oggi non c'è mai stata, si farà, si farà.. :)

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  10. Mi è sfuggito l'articolo di Mancuso, però ho letto Rodotà e l'ho anche postato da me.

    Avevo bisogno di leggere quelle parole.

    Buona serata caro

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  11. no invece non sembra affatto il contrario.

    e piantala.

    sei illuminante :))

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  12. Se questa è vita....

    ...il voler a tutti i costi mantenere in vita, accanendosi così senza tener conto del dolore e delle sofferenze che purtroppo il povero sig. Englaro da oltre 20 anni si deve portare come una croce verso il suo calvario...

    quale padre può voler la morte del proprio figlio?! se non un padre amorevole e consapevole della sofferenza inutile che stà affrontando la povera Eluana...

    ...anzi è ancora un atto d'amore più grande della vita stessa il voler chiedere con tanta passione la fine a tutte le sofferenze del sangue del suo sangue... e l'ottusità di certe menti ben pensanti a volte ci disarma....

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  13. sottoscrivo tutto, parola per parola!!

    chicca

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  14. d'accordissimo, Prof...

    ma qui, come ovunque, ciò che è ragionevole sembra sacrificato sull'altare delle varie opportunità. e il gioco è fatto... anche sulla pelle di persone sfinite se non finite...

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  15. In piena sintonia, i nostri pensieri si incontrano nel blog, ciao. Giulia

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  16. Leggendo questo post ho temuto che la Cassazione si fosse espressa.

    Non pretendo affatto di possedere certezze su cosa sia meglio per ciò che resta in vita di Eluana Englaro. Non di meno, resto persuaso che in questo macabro ed estenuante braccio di ferro la pietà e l'umanità stiano da una sola parte: quella del signor Englaro.

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  17. Beh la sentenza della Cassazione ora finalmente ha forse posto fine a questo incubo senza fine.


    Daniele il Rockpoeta

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  18. Posso solo dire che, già vent'anni buoni fa, girava fra ospedale e facoltà, la feroce battuta ironica, riferita all'accanimento terapeutico: ti guarirò a costo di ucciderti! che la dice lunga sull'opinione di molti medici sull'argomento.

    Io so che se esistesse il testamento biologico, chiederei, ora, a facolta mentali non condizionate da situazioni contingenti che potrebbero influenzare la mia capacità di giudizio, di essere lasciata morire in pace, per il bene mio e di chi mi fosse eventualmente ancora accanto. Un lutto si può elaborare e superare, ma non se dura anni e anni... così come la morte di un figlio molto spesso sfascia la coppia, immagino che una persona più fragile emotivamente dei genitori di Emanuela, avrebbe anche potuto scegliere la soluzione di andarsene lui, per porre fine al proprio strazio nell'unico modo possibile, e mi pare che in effetti la cronaca ogni tanto racconti di genitori o parenti che aiutano a morire cari in situazioni simili, per poi suicidarsi. Anche questo mi pare un aspetto da valutare, che però non è asslutamente valutato. Se la famiglia viene lasciata solo dalle istituzioni nel gestire quotidianamente un dramma così grande (per esempio, forse sbaglio ma non mi consta siano previsti gruppi di sostegno o assistenza psicologica per chi si trovi in situazioni analoghe), allora di cose di famiglia si tratta e solo la famiglia se ne dovrebbe occupare. E' una provocazione, certo! ma neanche poi tanto, anche se un problema etico è inutile negarlo, esiste davvero: però chi predica senza dubbi in nome di gelidi ideologismi dovrebbe anche, come dicono gli inglesi, provare a camminare per un po' nelle scarpe altrui, prima di giudicare.

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  19. Sintonia con il tuo pensiero e sulla tua delicatezza.

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