Memories Fade




Noi siamo i cattivi Studenti.
Noi siamo quelli che dalla Storia non abbiamo imparato nulla, niente.
Noi siamo quelli senza Memoria.

Il 21 marzo del 1933 sul giornale "Muenchner Neuesten Nachrichten" apparve questa notizia:
"Mercoledì, 22 marzo 1933, verrà aperto nelle vicinanze di Dachau il primo campo di concentramento. Abbiamo preso questa decisione senza badare a considerazioni meschine, ma nella certezza di agire per la tranquillità del popolo ted esco e secondo il suo desiderio. Heinrich Himmler - Presidente della Polizia della città di Monaco".

Io, come tutti, leggo il giornale, guardo la televisione, ascolto la radio.
Non c'è momento in cui non sia attraversato da quello che avviene nel Mondo: una serie interminabile di Guerre e scontri, di massacri agghiaccianti.
Cos'è l'abitudine, se non far scorrere tutto questo senza lasciare traccia?
Di ogni accadimento, anche il più terribile, conserviamo l'immagine per qualche tempo, le parole per ancor meno e poi chiudiamo tutto fuori: fuori da noi, fuori dal nostro vivere “normale” e fortunato.
A questo ci dobbiamo ridurre; a proclamare un “Giorno della Memoria” per dover ricordare la Tragedia più immane, bestiale ed inumana della Nostra Storia.
Probabilmente, senza questa giornata, ci scorderemmo anche di questo, nonostante la sua insensata enormità.
Per questo siamo cattivi Studenti, perchè non abbiamo imparato, perchè scordiamo, perchè non vediamo.
Sembra che dobbiamo odiare chi è diverso da Noi, in nome di una Religione, di un'idea, di un'ideologia, non importa di cosa: l'importante è che si riesca ad annientare la dignità, a spezzare la vita, l'importante è continuare ad andare fieri di non aver capito che l'orrore c'è ancora.
Ed allora io voglio che per me ogni giorno, anche oggi, sia un giorno di memoria.
Senza il ricordo di tutto questo, sempre, i giorni hanno poco senso.

Ero troppo piccolo.
Non ricordo la città di Monaco. Solo dopo, da adulto, ho imparato che è un luogo accogliente, allegro, pieno di bellissimi parchi, grandi musei, calore.
C'ero andato con i miei genitori, in uno di quei viaggi che si fanno “per capire cos'è il Mondo fuori dal nostro piccolo Mondo”.
Occhi di bambino, la spensieratezza, i giochi,i castelli, la macchina.
Prima di tornare, abbiamo voluto fermarci a Dachau.
Cosa potevo io, bambino, sapere di quel luogo, di quella cittadina vicino a Monaco che mai andrà famosa, che so?, per la sua ospitalità, ma solo perchè ha tenuto a battesimo il primo Lager Nazista?
Nulla, come è giusto che sia per un bambino.
Eppure hanno voluto che io vedessi, che entrassi da quella porta, come tanti piccoli prima di me, trent'anni prima.
Ho dimenticato, nel tempo, visi e voci, luoghi e ricorrenze, perfino Amori, ma mai quel giorno, mai.
I miei passi sulla ghiaia ,un silenzio sbalorditivo, le finestre lunghe e basse di quelle povere baracche, forni (che ne sapevo io, di quel forni?), l'aria lugubre, un senso di inadeguatezza che mi prendeva anche così piccolo.
E' una cosa assolutamente vera: quando entri in un posto come quello, a qualsiasi età, capisci, immediatamente, senza volere, paradossalmente proprio senza capire.
Ti rimane addosso una sensazione di dolore fisico, un lancinante desiderio di piangere, guardando un pozzo senza fondo di iniqua barbarie.
Forse è stato giusto così; che io fossi piccolo, che i miei genitori abbiano voluto che io andassi proprio lì.
Non perchè, un domani, potessi essere migliore, quello avrei dovuto farlo lo stesso, come persona, ma perchè imparassi che la vita è il Dono più grande che ognuno di Noi ha e che nessuno,per nessun motivo, può permettersi mai di toglierlo a un suo simile.
Non so se io sia una persona degna, se sia qualcuno che ha capito, ma ho visto e non dimentico, non posso.

Commenti

  1. assurdo che il ricordo sia 'imposto'

    assurdo che non sia presente sempre nelle menti

    assurdo che dopo aver visto ciò che l'uomo è in grado di fare si siano iniziate altre guerre


    allora arrivo a pensare che a volte l'uomo abbia solo ciò che merita...

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  2. E' praticamente una festa comandata. E basta pensare a... insomma, alle condizioni che c'erano quando è stata istituita/imposta.

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  3. non sono stata a dacau o ad altri campi,ma è come ci fossi stata..sin da piccola mio padre mi ha inculcato che l'olocausto non è un'invenzione..lo sentivo nelle sue parole,lo leggevo nei suoi occhi..sapevo che il suo nome sarebbe dovuto essere nel viale dei giusti a telaviv..questo non solo negli scatti fotografici realizzati assieme ad un collega dell'associated press,durante un'azione di commandos in un lager,ma anche nelle lettere di chi aveva ricevuto il suo aiuto..ed ora toccherebbe a me,perché ci sono molti modi di mettere in concentramento una persona,non servono filo spinato,basta la mente,la parola,la minaccia psicologica..ed io resisto ma sino a quando nel mondo il sole tornerà a risplendere?anna frank vive..e vivrà per sempre..nel talmud c'e una detto..si è morti quando nessuno più pensa a te..sono ebrea,geneticamente no,come geneticamente non sono nata donna..buona vita daniele and a kiss,your j.

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  4. Questo é uno dei migliori post di tutti i tempi.

    Bravissimissimo, Daniele.

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  5. Davvero, Daniè, un post coi controcazzi. Un post vero.

    Sono davvero fiero di conoscerti (seppur solo virtualmente) e di essere tuo amico.


    Grazie.


    PS: ricordami, la prossima volta che ti sfiora l'idea di chiudere il blog, di mandarti a cagare! :-D

    Un abbraccio.

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  6. Prima di parlare di progresso, bisognerebbe intendersi sul significato di questa parola.

    Per quanto mi riguarda, l’uomo di oggi e’ afflitto esattamente dagli stessi problemi di duemila e piu’ anni fa.

    Non li ha risolti, e non e’ progredito per nulla.


    Gabriele

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  7. Io credo, invece, che l'uomo sia progredito: nella scienza, nella tecnica, nella sua totalità.

    Purtroppo temo non l'abbia fatto nell'umanità e nel profondo del suo essere.

    Dan

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  8. In effetti siamo un po' restii ad imparare dagli errori precedenti, dalle esperienze che hanno segnato la nostra storia di esseri umani... credo sia per via della circolarità che contraddistingue la nostra esistenza per cui ogni cosa finisce quando ricomincia...

    Il giorno della memoria può comunque essere utile, perché anche un solo giorno all'anno è sempre meglio dell'oblio... anzi forse ogni giorno del calendario dovrebbe commemorare un avvenimento fondamentale della storia di tutti... (altro che santi...)

    un abbraccio

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  9. Daniele carissimo a volte le parole pesano così tanto che solo la riduzione del loro numero può produrre una minima sopportabilità di quel peso; ho, ieri, evocato a modo mio questo giorno perchè ieri come oggi e come domani e tutti i giorni che seguiranno sono e saranno per me un giorno della memoria, con nessuno che me lo ricordi... ed è un bell'impegno per me che ho scelto d'essere smemorato.

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  10. Daniele il tuo post ha un equilibrio che ha bisogno di eloquio, non hai sprecato parole.

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  11. Chapeau!


    Nella giornata della memoria, quel "Restiamo umani" con cui Vik Arrigoni chiude le corrispondenze da Gaza ha assunto un suono del tutto particolare, come una estrema invocazione.

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  12. In fondo ogni giorno vediamo (per fortuna non viviamo, almeno per ora) scene di genocidi e stermini vari in varie parti del Mondo.

    Pertanto, come dici anche tu, siamo dei cattivi studenti, anzi direi pessimi...perchè non ricordiamo, non solo perchè non ci informiamo, ma anche perchè non cogliamo i rinfreschi di memoria che ci vengono dalle nuove barbarie...

    Ciao :)

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  13. La memoria se non diventa gesto rinnovato è un modo per mettere sull'altarino e lasciare che le cose continuino ad andare come vanno. E poi davvero dopo aver tanto sofferto come può questo popolo non aver imparato il linguaggio della pace. Eppure al suo interno uomini che lo praticano ci sono eccome. Forse chiedo troppo. Giulia

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  14. Parti dal presupposto che odio le ricorrenze.


    Sono stata in gioventù 2 settimane nel campo di concentramento di Sachsenhausen, vicino Berlino, per una specie di campo di lavoro con altri giovani europei.

    Quello che mi è rimasto impresso è che per non dimenticare bisogna conoscere. E non basta un giorno all'anno. E' una questione culturale, familiare, scolastica perché no e ovviamente sociale.

    Ma va tanto di moda dedicare un giorno all'anno ad una ricorrenza che nessuno sa più esattamente di cosa è questione ricordare...

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  15. Chiunque salva una vita… salva il mondo intero.

    Chiunque toglie una vita… ha tolto la pace dal suo cuore…

    Chi non ha la forza di ricordare… deve avere quella di non dimenticare…

    Dopo tanti anni la memoria svanisce come i colori di una tela dipinta con il sangue e la terra ove son sepolti i propri martiri.

    La storia non ci ha insegnato niente e chi non ha imparato niente dalla propria storia non è degno di essere ricordato nella storia.

    Dopo tanti anni qualcuno mette in dubbio l’olocausto, qualcuno dice che è solo un’invenzione degli ebrei.

    Dopo tanti anni anche gli stessi ebrei hanno dimenticato la loro storia e hanno preso il posto dei loro carnefici. Gaza ne è testimone verso tutto il mondo, mondo sordo e cieco che si commuove con delle finte lacrime a memoria di tanti bambini innocenti uccisi solo per la loro appartenenza ad un popolo martoriato nei secoli, proprio come lo stesso popolo ebraico.


    Per non dimenticare ogni giorno è un giorno della memoria, ogni giorno bisogna dedicare tre minuti di silenzio per ogni bambino ucciso.

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  16. > #7

    > Io credo, invece, che l'uomo sia progredito: nella scienza,

    > nella tecnica, nella sua totalità.

    > Purtroppo temo non l'abbia fatto nell'umanità

    > e nel profondo del suo essere.


    Appunto. Tra dentro e fuori che cosa conta di piu’?

    Prendi un’uomo di oggi e mettilo su un’isola deserta.

    Quanto vale?

    Li’ resta l’essenza di cio’ che siamo.

    Senza quei prolungamenti esosomatici che oggi ci fanno sembrare grandi (Icaro docet!), non siamo migliori di duemila anni fa.


    Gabriele

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  17. Niente dovrebbe essere obbligatorio.

    nè ricordare.

    nè dimenticare.


    si rischia di diventare peggio, dentro il proprio essere, di chi fece sì che esista un giorno della memoria.

    a che pro?

    per poter dire: io me lo ricordo?

    e a che serve se poi si fanno gli stessi sbagli, si perpetrano le stesse carneficine, se non si rispetta la vita.

    poco importa se in Darfour o in Palestina o in Messico...non c'è differenza.

    memoria e ricordo per non dimenticare? No grazie, se non lo si prova veramente non serve.....

    rispetto e considerazione, sì grazie, allora la memoria ed il ricordo saranno anche serviti a qualcosa.

    Bacio Daniele :)

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