Tal fossâl une posse, i nŭj dentri
e il sèil dut in-t-un puign...
A sdansin flocs intal ajar di nêf,
a zirin intôr sense disfâ-si.
Il timp a si è fermât: oh il plasè
di sveâ-si di bot liberâts!...
Nel fosso una pozzanghera, le nubi dentro
e il cielo tutto in un pugno...
Danzano fiocchi nell'aria di neve,
girano intorno senza disfarsi.
Il tempo si è fermato: oh il piacere
di svegliarsi d'improvviso liberati!...
Non so perchè ho il bisogno di parole nella mia Lingua.
In realtà non so di cosa ho bisogno.
Forse solo di cercare in me una speranza.
In silenzio?
grazie del commento, il mio post di oggi,ma modo mio e cioè in maniera un poco noir , lo intendo come un invito a godercela,buona giornata.
RispondiEliminabel post complimenti e buona giornata
RispondiEliminacredo che siamo in tanti a voler cercare 'quella' speranza...
RispondiEliminaliberazione... chissà perchè mi ricorda la storia... :-)
Mandi Daniele!
RispondiEliminaio invece ho constatato che a volte
è necessario assaporare un'altra lingua per trovarsi....
già, la speranza... alle volte è difficile nonperdere il filo della speranza, che senza non si può.
RispondiEliminaPS: che diavolo di lingua è???? :D
A volte è necessario cimentarsi con una lingua amata, ma non dominata, per sfrondare i pensieri da ciò che non è essenziale e recuperare la pienezza di senso delle parole
RispondiEliminaIl bisogno di non piegarsi all'onda anomala e' una neccessita' e il fuoco della speranza cova li' tra i carboni, sempre pronto ad ardere di nuovo.Senza speranza che sarebbe di noi?
RispondiEliminap.s. c'è in corso il vinitaly fino a domenica , cerchia l'agriservis di castelnuovomagra gestore dell'enoteca pubblica e chiedi della fola e di che ti ho mandato io ,ti fare da guida nella mostra ciao.
RispondiEliminaBeato te.
RispondiEliminaPensa invece a chi crede che gli basti una lingua non sua e in nome di questa spara cazzate!
non ci provare, Dan!
RispondiEliminasto umilmente cercando di imparare...