Il sale nel caffè



A fare un elenco di quello che non c'è, in questa nuova manovra, si perde una mezza giornata. Pare sia stata fatta calcolatrice alla mano e sotto dettatura: i guizzi di coraggio rimasti nel cassetto, la paura di toccare le caste, i preti, i soldati. Si vedono i fili tirati da Arcore, da quel personaggio boccaccesco che speravamo sparisse (ma nessuno ci credeva, dài), ma che nell'ombra si trova perfettamente a suo agio: tra il dire ed il fare c'è di mezzo un ventennio di Berlusconismo e ladrocinio. L'avanzare dei giorni rende più chiari i contorni di questo mezzo passo (falso?) e della strada, ancora tutta in salita per lavoratori, pensionati o semplicemente per gli onesti. Ed i due partiti principali continuano a distinguersi per il non detto, più che per epocali cambiamenti, comunque rinviabili a legislatura da destinarsi. Così rimaniamo con le mani impegnate a tappare tutti i buchi possibili, idee a mezz'aria, una sana voglia di ribaltare in senso letterale questo Stato, ma attenzione ai manganelli (i soldi per quelli non mancano mai).
Il caffè, la mattina con due cucchiai di sale, prego.

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