Il pelo dell'Ohio



Nel suo discorso immediatamente dopo la vittoria, Obama ha usato spesso il "Voi", parlando a tutti gli Americani, non solo coloro che l'hanno rieletto. Dopo quattro anni molto complicati (ricordo i miei post del 2008; erano più carichi d'aspettative e fiducia di adesso), ha chiaro che per andare avanti necessita di tutto l'appoggio possibile. Non è solo il suo carisma che può trainare fuori dal pantano di un'economia che gli Stati Uniti stessi hanno devastato, nè mettere un'aura di pacificazione in Medio Oriente, dove dalla primavera si sta passando ad un autunno molto freddo. Dovrà essere un Obama diverso, più deciso (come lui stesso ammette), più concreto: circondarsi di persone valide e dimostrare di non essere succubo di Wall Street. Romney, che appariva improponibile tanto era vicino ad un Bush solo leggermente più intelligente, ha avuto il voto di larghe fasce di popolazione: i "white collar" certamente, ma anche le persone anziane, sopratutto bianche e non dispiaceva affatto ad Israele. Un interventista, un cow-boy cui, adesso, spetterà dare una mano al suo rivale, se davvero, come dice, l'America viene prima di tutto. Altri quattro anni di Obama si stagliano su Mondo collassato, impoverito, rabbioso e scontento: ci sono quasi due miliardi di persone che cercano lavoro e non c'è posto nemmeno per la metà di esse. Perchè l'elezione di un Presidente Americano è globale, nella sua importanza e finanche la Cina, il vero colosso dell'economia, dovrà fare i suoi conti. E' straniante pensare che tutto questo entri nel nostri piatto, ma è così. Con la consapevolezza che un Uomo resta tale anche se abita alla "Casa Bianca" e che noi, in Italia, dobbiamo immediatamente tornare con i piedi per terra, perchè i politici che abbiamo sono quello che sono. E neanche uno Springsteen a farci ballare.

[Il riferimento del titolo è allo Stato dell'Ohio, sempre definito "l'ago della bilancia". Obama ha avuti, in quella terra, il 50,1%, contro il 48,2% di Romney. In soldoni, centomila voti in più. Il classico pelo nell'uovo, se volete, ma non indigesto, per una volta].

Commenti

  1. più deciso...
    ecco, vediamo. lo fosse su quelli che sono stati i suoi cavalli di battaglia quattro anni fa, potrei ancora provare un brividino di soddisfazione...

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  2. Caro Maestro, del doman non v'è certezza. E se avessero ragione i Maya? E se qui ci fosse un Governo onesto? Vedi, siamo nelle mani della volontà altrui, come sempre. C'è un bel dire che il voto è Democrazia: là, forse. Qui non lo so più.

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  3. Caro Daniele, come ogni smemorato che si rispetti, di tanto in tanto recupero la memoria. Fortunatamente transit(o) qui da te proprio al momento giusto. Si, l'aspettativa e la speranza era più lieve stavolta, tuttavia stamani ho aperto le mie valvole informative con una certa apprensione. Temevo che non ce l'avrebbe fatta Barack, perchè ha deluso molti e accontentato pochi in questi quattro anni intensissimi di crisi. Molto mi ha indispettito quando, per motivi di politica interna, ha accusato l'EUROPA di essere causa del protrarsi della crisi, senz fare autocritica e sopratutto omettendo di censurare le americanissime agenzie di rating che ci hanno costretto a versare un obolo pesantissimo negli ultimi mesi. Fra l'altro strano a dirsi quelle agenzie paiono sparite dal panorama informativo, monotematico e destrutturante che ci affligge sempre di più negli ultimi anni. Dalla caduta del muro di Berlino in avanti, assistiamo a una guerra mediatica continua oltre che ad una stasi dell'economia del mattone a favore di un'imperanti economia della finanza, volatile e ingiusta. Ora che non deve più avere ansia da prestazione perchè non dovrà più concorrere ad una prossima elezione, forse potrà farci più contenti della sua azione politica, forse, evitando l'ennesima guerra (all'Iran) al mondo islamico, si meriterà finalmente il premio Nobel per la Pace che gli fu assegnato sulla fiducia, forse ci guiderà fuori dalla crisi, dandoci l'esempio per riprendere la produzione di beni durevoli e utili, forse...

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    1. Caro Giacomo, anch'io credo che abbia scontentato moltissime persone, sopratutto per ciò che riguarda una regolamentazione ferma e decisa dell'economia di mercato, che è uno schifo tuttora. E' anche Lui ostaggio di certe lobby, lo sappiamo tutti. Meno di Romney di sicuro, con in più una decisa spinta per fare in modo che chi ha meno abbia qualcosa in più, rispetto ai pochi che hanno moltissimo e vogliono sempre di più. Utopia? probabile, in un Paese come gli Stati Uniti che sicuramente non è così unito come qualcuno crede. Come a te, anche io sono stato infastidito, e lo dissi, a suo tempo, dallo scarica barile che abbiamo subito: sappiamo chi ha iniziato, nel 2008, il gran bordello di cui tutti paghiamo le conseguenze. L'anno prossimo la disoccupazione in Italia porterà ad avere 3 milioni di senza lavoro e questa è una vera tragedia. Cosa farebbe Obama? Non lo so, ma di certo con quelli che ci ritroviamo, mi vien voglia di chiedere la "green-card".

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    2. Ecco come ho completato il mio pensiero:
      http://www.spaziodi.it/magazine/n0811/vdb.asp?nw=4&id=3056

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    3. Come sempre, giacomo, sintetico e chiaro. Possiamo solo stare alla finestra, fidando in più responsabilità da parte degli USA e in un'Europa meno fastidiosamente burocratica. Qui non si mangia, altrochè.

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  4. ora che mi ci fai pensare, credo di ricordare il tuo post speranzoso del 2008!.. e del resto dopo tanto bushismo credere nel presidente giovane e abbronzato era il minimo che potessimo fare. Io, pur con le varie note del caso, continuo a dargli fiducia. Anzi, a giudicare da come si sono pronunciate le agenzie di rating oggi (ma chi diavolo sono questi?!..) credo che in parecchi si metteranno di traverso sulla sua strada.
    Ciao!

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    1. Moltissimi, Paola, moltissimi. Saranno quattro anni (o molto meno, se i Maya hanno ragione) di fuoco e che Noi dovremo affrontare senza neanche una figura così carismatica. Spero solo che questa volta Obama sia davvero coraggioso. Mi sa che non serve solo all'America.

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