Due righe inutili
“Sacrosanta verità, ineludibile. Nessuno legge, tutti fanno e disfano, scrivono, se la dicono e se la ridono. Un'arrampicata su un quinto grado non è esattamente una passeggiata, siamo concordi, no? Ed allora rischiamo di morderci la coda, di andare fuori dai confini non tracciati. Anch'io sguazzo (stile mattone) nel gran lago dei mediocri. Mai neanche avuto il minimo accenno del contrario, anzi. Piuttosto inequivocabili segni di tuttologia e delirio, a volte abilmente mascherati, altre volte talmente evidenti da imbarazzarmi a distanza di mesi. Tuttavia, mie cari, il fatto ha, per me, qualcosa del beneficio. Banale? E che cazzo, lo so, ma se la verità del mio essere è monocromatica mica posso emigrare in Svezia. Non parlo della facoltà curativa della scrittura, di un Io sopra e dentro le righe così grande da fare ombra. Parlo della maniera di fare in modo che ci sia un impegno, che si faccia qualcosa per crescere. La parola crescere l'abuso, lo so, me ne rendo conto; ma se fare questo significa che io legga cose che fino a qualche tempo fa avrei guardato come guardo il Sig. B., o che legga libri di cui mai avrei avuto notizia, o che banalmente prenda un commento e ci costruisca sopra, insieme a perfetti sconosciuti, concatenazioni ludiche, dal mio modestissimo punto di vista, è qualcosa che fa stare un po' meglio. Il mio orizzonte ristretto di provinciale fa tenerezza ai più: a me mette la voglia di andare a vedere cosa c'è fuori, in compagnia, magari. Me lo si permetta. Sennò discutiamo. Apposta siamo Italiani.”
“Sacrosanta verità, ineludibile. Nessuno legge, tutti fanno e disfano, scrivono, se la dicono e se la ridono. Un'arrampicata su un quinto grado non è esattamente una passeggiata, siamo concordi, no? Ed allora rischiamo di morderci la coda, di andare fuori dai confini non tracciati. Anch'io sguazzo (stile mattone) nel gran lago dei mediocri. Mai neanche avuto il minimo accenno del contrario, anzi. Piuttosto inequivocabili segni di tuttologia e delirio, a volte abilmente mascherati, altre volte talmente evidenti da imbarazzarmi a distanza di mesi. Tuttavia, mie cari, il fatto ha, per me, qualcosa del beneficio. Banale? E che cazzo, lo so, ma se la verità del mio essere è monocromatica mica posso emigrare in Svezia. Non parlo della facoltà curativa della scrittura, di un Io sopra e dentro le righe così grande da fare ombra. Parlo della maniera di fare in modo che ci sia un impegno, che si faccia qualcosa per crescere. La parola crescere l'abuso, lo so, me ne rendo conto; ma se fare questo significa che io legga cose che fino a qualche tempo fa avrei guardato come guardo il Sig. B., o che legga libri di cui mai avrei avuto notizia, o che banalmente prenda un commento e ci costruisca sopra, insieme a perfetti sconosciuti, concatenazioni ludiche, dal mio modestissimo punto di vista, è qualcosa che fa stare un po' meglio. Il mio orizzonte ristretto di provinciale fa tenerezza ai più: a me mette la voglia di andare a vedere cosa c'è fuori, in compagnia, magari. Me lo si permetta. Sennò discutiamo. Apposta siamo Italiani.”
Si scrive per esistere meglio. Scrivi e non ti curar di loro.
RispondiEliminaUn blog serve a questo.
Per me c'è una crescita in tutto ciò. Non c'è alcun provincialismo nel tuo pensiero. O se c'è, siamo in due ad esserlo! :)
RispondiEliminaUn abbraccio!
Vai forte e le tue analisi e gli sfoghi sono virtualmente a disposizione di una moltitudine... come e più di altre... non che ti debba influenzare... così quelle di altri... il continuo confronto produce comunque un moto... credo.
RispondiEliminaNighty
inutili, neanche un po' :-)
RispondiEliminabaci sparZi,
miru
Un abbraccio , caro Daniele! La crescita spaventa, la discussione per fortuna non langue e il provincialismo...be' il provincialismo si fotta: Tanto siamo italiani.
RispondiEliminanon so perché, ma la sensazione che spesso ho è che più si scrive e meno si legge, e spesso quando si ha qualcosa da dire per davvero, si tace, perché scrivere, farlo bene, per davvero, è proprio "una fatica nera" come dice l'amico Ale, che insegna tecniche della comunicazione scritta allo iulm.
RispondiEliminami ricordo una edificante storiella di quelle di mio papà: secondo lui, nella marina della Superba, olte ai galeotti c'erano anche rematori di professione - costoro si pagavano il diritto al mugugno, che ai galeotti era negato, essendo la bocca perennemente tappata. In parole povere, quando non ne potevano proprio più, avevano dietro pagamento acquisito il diritto a togliersi il tappo di bocca e giù quanti più improperi e saracche venivano.... poi. correttamente, si ritappavano e tutti erano contenti più o meno, diciamo...
a me 'sta storiella mica pare poi tanto cammbiata, nella sostanza
sarà che sono cinica
mandi Dan
c.
Grazie a tutti, davvero.
RispondiEliminaPasso a salutare.
Buongiorno,
RispondiEliminala tua voglia di continuare a crescere è ammirevole e credo che questa tua umiltà sia eccezionale!
buon fine settimana, compagno di ritrutturazioni!!!
Elisa