La botte ed il cerchio
Ho già avuto modo di dire la mia sulla questione della laicità dello Stato (sull'altro Blog) e, in parte, anche nel post del 3 Aprile. Tuttavia una nota dell'amico Mauro mi incalza e mi pare che il momento storico e politico sia permeato di questa eterna sfida. La chiamo “sfida” proprio perchè in Italia pare che sia questo il termine per definire una contrapposizione storica e sociale come questa. Permeata com'è dal Cattolicesimo Vaticano, la nostra Nazione è una roccaforte della religiosità. Di questo ci si è fatto scudo spesso e volentieri (anche a sproposito) per ammantare la politica di valori ben più alti, dando connotazioni religiose e cattoliche a scelte, opinioni e finanche Governi. Ora, la laicità, e mi ripeto, di un'intera Nazione non si può mettere in dubbio: proprio perchè essa è un totale dei suoi cittadini, non una parte. E' comodo farsene un drappo per chi non Crede, ma è altrettanto comodo, per chi Crede, fare un manto con le proprie convinzioni. Da sempre, poi, il politico sceglie con cosa coprirsi. Al di là delle provocazioni (tali le ritengo) che possono sorgere in questi giorni (“Libero” e una certa parte della CDL), ribadire la separazione netta tra questi due Mondi non mi sembra un'eresia. La compenetrazione personale è altro fatto: i valori a cui una persona si rifà, se seguiti in toto, non possono che far parte del suo bagaglio ed essere portati con sé anche nelle questioni civili e personali. Facile che sovvenga il caso Buttiglione. D'altro canto il “Bene Comune” a cui dovrebbe interessarsi la nostra parte Politica è e deve essere al di sopra di questo. Ritrarsi per comodità o per un momento di sbandamento emotivo da questa linea è pericoloso. Pericoloso per la libertà d'azione e di pensiero che deve sottendere a decisioni che riguardano milioni di persone, a cui i dogmi non pagano certo da mangiare. E il classico colpo alla botte e al cerchio rischia di creare un impasse ideologico difficile da superare. Le continue infiltrazioni politiche, per esempio, della Curia su temi che non sempre ritengo siano di competenza non aggiungono che piccole pietre alla costruzione di una muraglia di compromesso piuttosto fastidiosa. Da qui, poi, si possono diramare considerazioni a iosa. Sentendomi approdato sulla sponda del laicismo, non vorrei sembrare troppo violento. Però noto che una specie di attacco viene comunque portato al fondamentale diritto di uno Stato alla sua imparzialità e sovranità. Così come è vero che ogni forma di estremizzazione è da condannare. Uno Stato realmente Libero deve essere uno Stato in cui possono convivere tutte le forme di pensiero, ma in cui quello principale non può che essere un pensiero di eguaglianza. E il nemico, se c'è, viene proprio da questa sorta di “neo-fondamentalismo” che se trova giustificazione nella contrapposizione al delirio delle crociate dell'Islam terroristico, d'altra parte non può mantenere la stessa maschera dentro i confini Italiani. Soprattutto per proteggere e celare le giustificazioni, politiche e morali, di una parte dell'elettorato.
Ho già avuto modo di dire la mia sulla questione della laicità dello Stato (sull'altro Blog) e, in parte, anche nel post del 3 Aprile. Tuttavia una nota dell'amico Mauro mi incalza e mi pare che il momento storico e politico sia permeato di questa eterna sfida. La chiamo “sfida” proprio perchè in Italia pare che sia questo il termine per definire una contrapposizione storica e sociale come questa. Permeata com'è dal Cattolicesimo Vaticano, la nostra Nazione è una roccaforte della religiosità. Di questo ci si è fatto scudo spesso e volentieri (anche a sproposito) per ammantare la politica di valori ben più alti, dando connotazioni religiose e cattoliche a scelte, opinioni e finanche Governi. Ora, la laicità, e mi ripeto, di un'intera Nazione non si può mettere in dubbio: proprio perchè essa è un totale dei suoi cittadini, non una parte. E' comodo farsene un drappo per chi non Crede, ma è altrettanto comodo, per chi Crede, fare un manto con le proprie convinzioni. Da sempre, poi, il politico sceglie con cosa coprirsi. Al di là delle provocazioni (tali le ritengo) che possono sorgere in questi giorni (“Libero” e una certa parte della CDL), ribadire la separazione netta tra questi due Mondi non mi sembra un'eresia. La compenetrazione personale è altro fatto: i valori a cui una persona si rifà, se seguiti in toto, non possono che far parte del suo bagaglio ed essere portati con sé anche nelle questioni civili e personali. Facile che sovvenga il caso Buttiglione. D'altro canto il “Bene Comune” a cui dovrebbe interessarsi la nostra parte Politica è e deve essere al di sopra di questo. Ritrarsi per comodità o per un momento di sbandamento emotivo da questa linea è pericoloso. Pericoloso per la libertà d'azione e di pensiero che deve sottendere a decisioni che riguardano milioni di persone, a cui i dogmi non pagano certo da mangiare. E il classico colpo alla botte e al cerchio rischia di creare un impasse ideologico difficile da superare. Le continue infiltrazioni politiche, per esempio, della Curia su temi che non sempre ritengo siano di competenza non aggiungono che piccole pietre alla costruzione di una muraglia di compromesso piuttosto fastidiosa. Da qui, poi, si possono diramare considerazioni a iosa. Sentendomi approdato sulla sponda del laicismo, non vorrei sembrare troppo violento. Però noto che una specie di attacco viene comunque portato al fondamentale diritto di uno Stato alla sua imparzialità e sovranità. Così come è vero che ogni forma di estremizzazione è da condannare. Uno Stato realmente Libero deve essere uno Stato in cui possono convivere tutte le forme di pensiero, ma in cui quello principale non può che essere un pensiero di eguaglianza. E il nemico, se c'è, viene proprio da questa sorta di “neo-fondamentalismo” che se trova giustificazione nella contrapposizione al delirio delle crociate dell'Islam terroristico, d'altra parte non può mantenere la stessa maschera dentro i confini Italiani. Soprattutto per proteggere e celare le giustificazioni, politiche e morali, di una parte dell'elettorato.
Sai Daniè, io penso che per poter analizzare certi fenomeni dovremmo osservarli e basta. Ignorando i pregiudizi, o comunque le convinzioni appartenenti ad un passato trapassato.
RispondiEliminaLa laicità di uno Stato, si diceva.
A me questo Stato sembra molto più laico di come viene descritto in questo post. Per lo meno se individuiamo nello Stato i sentimenti dei cittadini che lo popolano.
I cattolici italiani nelle urne sono laici: emblematica, da questo punto di vista, è stata la vittoria in terra santa e buttiglionica di un culattone della portata di Niki Vendola. Outsider della politica, d’accordo, ma comunque espressione di nuove e “spregiudicate” consapevolezze dell’elettorato.
Non solo. I cattolici italiani sono laici anche nelle proprie abitudini comportamentali private. I numeri? Non fatemi diventar matta con Google, la realtà è sotto gli occhi di tutti. Nel nostro paese il tasso natalità è tra i più bassi nell’Unione europea (10,6 unità per migliaio di abitanti contro il 9,6), segno evidente che anche i cattolici si sollazzano senza fini procreativi. Crescono separazioni e divorzi. A picco le richieste di annullamento rivolte alla Sacra Rota -139 nel 2004 – a dimostrazione che, con o senza benedizione papale, l’Italia cattolica va avanti, come di fronte al “no deciso” ai rapporti prematrimoniali (vorrei tanto scambiare due chiacchiere con un papaboy, sull’argomento). Che altro? Coppie dei fatto. Mancano statistiche precise, l’ISTAT ha fatto un casino terribile sulla questione con l’ultimo censimento, ma il fenomeno è in crescita, forse anche a causa dell’instabilità economica. Per non parlare del (triste) fenomeno delle relazioni extraconiugali [qui posso fornirti tutte le statistiche del mondo, nonché l’apporto della mie modeste esperienze personali:-)]. Dulcis in fundo, le unioni “miste”, in preoccupante crescita tra cattolici e mussulmani.
A voler proseguire ci sarebbe da scrivere un romanzo (se vuoi, dai tratti anche desolanti). Ti rammento solo, su tutte, la laica leggerezza con la quale, nel nostro Paese, si continua ad evadere il fisco ed a perpetrare la criminale abitudine al lavoro nero.
Credo dunque di poter sostenere, numeri alla mano, che su 10 comandamenti l’Italia cattolica ne rispetti solo un paio, a proprio uso e consumo.
Dunque non lasciamoci abbindolare dal delirio collettivo dei pellegrinaggi di questi giorni, tesi a mio avviso, ad espiare più un preoccupante vuoto di valori personali e sociali che non un doveroso tributo al “Santo subito”.
E lo Stato, questo Stato, non è altro che espressione dei sentimenti che pervadono gli animi del suo popolo sovrano. Schizofrenico, appunto.
Ah, se apri la posta ci troverai una chicca che non ho avuto il coraggio di postare. Ho un'idea laica , molto laica di dignità. Ma precisa.
RispondiEliminaInnanzitutto...
RispondiEliminaUn grandissimo piacere ricevere una risposta così articolata e interessante da parte tua, che sei un'Amica, nonchè una Blogger con i fiocchi (reali).
Io, in effetti, descrivo, più che altro, una situazione. Lo Stato Italiano è Laico, dal mio punto di vista, in una maniera poco convinta. Cioè: i tuoi dati sono inconfutabili, ma sono lo specchio, sempre dal mio punto di vista, della nostra ipocrisia.
Spiego. I comportamenti sociali sono senz'altro lo specchio di questo. Si fa quello che si vuole, con le tasse, con le donne degli altri e finanche con quelle straniere (eresia!), però guai a toccare il rito della Domenica o a non Santificare ogni piccolo accadimento ultra-terreno. Si porta, poi, questa falsariga nella politica (ripeto:caso Buttiglione...te la immagini la faccia che ha fatto quando Nichi ha vinto?) per riempirsi la bocca di idealismo. Obbiezione: tutti lo fanno, adducendo magari teorie molto più terrene e meno convincenti. In pratica c'è una dicotomia tra quello che si fa e quello che si dice: di questo certi Politici approfittano a piene mani (legii B.). E quando dici schizofrenico io sono d'accordo. Non c'è una una coerenza generale: piccoli passi, grandi arretramenti. Tutto sommato non stiamo parlando di nulla di nuovo. Solo che il baratro è da una parte, il precipizio dall'altro. Lo so, sono il solito inguaribile romanticone.
Un bacio affettuoso
Uhm...ho aperto la posta, ma era vuota.
RispondiEliminaNon ho capito una mazza come al solito?
...abbi fede, fratello! ;-)
RispondiEliminaSempre in TE, Reginè!
RispondiEliminaCaro Daniele, buona domenica.
RispondiEliminaSulla laicità dello stato io non ho dubbi! E' "sacra"! :)
Grazie della citazione e delle argomentazioni ultriori
RispondiEliminaMauro
il preteso primato di questa chiesa sulle altre impedisce qualsiasi forma di laicità
RispondiEliminaUn veloce saluto amico, sono in partenza per la costa abruzzese.
RispondiEliminaNighty
la laicità dello stato è un bisogno. cioè più di un diritto.
RispondiEliminaF.N.
libera chiese in libero stato!
RispondiEliminaoggi piu' che mai è da agg.
LIBERE CHIESE IN STATI LIBERI!
BUONA GIORNATA
il 12-13 giugno non astenerti al referendum per abrogare la legge40!
4 semplici si per dare speranza a milioni di malati!
lascia la tua opinione sul mio blog è importante!
Lascerei volentieri un'opinione se mi lasci il link...
RispondiEliminaah ah ah non sono io, giuro!!!
RispondiEliminaBaci mitrizzati, in gregoriano. :-)