La me tjêre
Non voglio, e lo dico subito, che la festa della mia Terra (3 Aprile 1077, da lì si contano gli anni della Fieste Nazionậl dal Friûl) sia la scusa per fare ancora delle polemiche, che sono, oltretutto, locali. Polemiche sulla specialità di questa o quella Provincia, di questa o quella Storia: c'è chi non si sente di festeggiare, rivendicando una propria autonomia culturale, spezzettando ultriormente la percezione che si ha di questo lembo di terra ad Est. Io rispetto tutti e la differenza la fa, come sempre, la persona, più che l'argomento.

Io desidero solo celebrare la terra del mio Cuore, dove sono nato e da dove me ne andrò. E che non sia solo retorica: se la Amo è perchè in essa ho trovato molto di più di quello che appare, di quello che si percepisce. E non starò a tessere lodi sulla gente, a fare paragoni. Dico solo che quando guardo questo cielo, le montagne e il mare, o quando cammino tra il suo verde, io mi sento a casa e non riesco a pensare ad un altro posto che potrei chiamare così.
Sarà poca cosa, per i più, ma per me è una certezza bellissima.
Già molto più di tanto, di questi tempi.

Commenti

  1. Oddio... ma davvero esistono polemiche di questo tenore?

    Fai bene tu ad amare la tua terra incondizionatamente, non è un amore da niente ti assicuro.

    Buon fine settimana amico mio!

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  2. Ho sempre creduto che si ami il luogo dove si è nati, perché è quello nel quale si è nati. Punto.

    Le polemiche, così come certi fanatismi diciamo così etnici, sono imbecilli. E' da stolti tranciare le proprie radici, ma l'albero non si deve sviluppare solo sotto terra, deve puntare al cielo e portare un qualche frutto, pena l'estinzione della sua specie. Almeno questo è ciò che io credo. Viviamo nella globalizzazione, che è un'ottima cosa se non stesse diventando appiattimento delle differenze, omologazione: la natura ama la varietà, la differenza, perché sarà anche banale, ma il nuovo è l'unica cosa che rigenera il vecchio, anche in senso genetico. Il difficile è trovare un piccolo che però sappia contenere il grande, e un grande che non schiacci il piccolo...

    eppure, Dan, deve pur esistere in qualche una terza via per fare le cose, per integrare senza inghiottire, per godere dell'enorme energia garantita dalla differenza, ma non credo che avrò modo di vederla.

    Ciao e buona Fieste Nazionậl dal Friûl

    c.

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  3. Infatti, cara C., tu hai centrato, come sempre, il problema. Al di là di mere questioni autonomiste e/o di parte, amare la propria terra (le proprie radici, come fai intendere tu) è una cosa che tutti dovremmo fare. Come te penso che questa abusata parola, "globalizzazione", sottointenda una sorta di tabula rasa, in nome di una non meglio specificata egualità che ha da sempre un sapore di non vero. Resto dell'idea che si possa essere se stessi anche in mezzo agli altri e, sopratutto, diversi in tante cose, ma eguali nella nostra natura di persone civili e corrette.

    Grazie ancora.

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  4. uè e jè la nestre fieste,no vin di vè pore a dilu..

    (scrivere in frulano con la tastiera è praticamente impossibile!!)

    complimenti per il post,è bellissimo,da friulano lo apprezzo doppiamente..

    mandi,fradi!!


    freddomL

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  5. il commento qui sopra è mio freedomland.ilcannocchiale.it

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  6. riguardo al vino da noi si dice: blanc o neri baste c'al sedi bon..per le differenze politiche è lo stesso,o sin furlans prime di dut!!

    mandi mandi


    freddomL

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