Love Comes Tumbling
“Carissima Nadia,
mi chiedi cosa io provi e pensi in questi giorni. Ti dirò, per chiarire subito, che quello che scriverò darà fastidio a più di qualcuno, forse finanche a te, che sei stata così dentro al mio cuore da conoscermi come pochi altri.
Perchè metto le mani avanti? Perchè quello che è successo ha una portata immensa: per il Mondo in sé, per la Religione Cattolica e per quella parte di Storia che ha fine con ieri. Sono ragioni, credo che tu lo sappia, di fronte alle quali è difficile essere sereni o dire cose nuove, cose non già dette, ridette e ripetute fino alla vera noia da tutti e con tutti i mezzi.
Ieri notte mi sono sinceramente commosso, soprattutto guardando le immagini del Papa con i bambini: tu sai quanto io ami i bambini, quanto forte sia il mio sentimento nei confronti della loro innocenza e della loro purezza. Credo di aver visto un Uomo che li aveva realmente a cuore, che li considerava come gli Angeli più belli e dolci dell'intero Universo. E quel Papa è stato, fuori di ogni dubbio, il mio Papa.
Avevo già tredici anni, nel 1978, e ormai per me era una cosa naturale pensare a questo Papa come il Papa per antonomasia: troppo poco ricordo degli altri e troppo ha fatto Lui per rendersi indelebile alla mia memoria (come a quella di milioni di altri, se è per questo).
Sai anche, però, come io sia, da anni ormai, assai critico nei confronti di molti uomini, e anche di una parte degli uomini di Chiesa: e di come consideri la Religione Cattolica blanda e troppo permissiva.
Insomma, di come io abbia preso le distanze da un certo modo di essere Credenti: lo sai perchè hai vissuto con me il periodo più fertile e bello della mia Religiosità, quando ero come molti pensano debba essere un vero Cattolico.
Quello che è accaduto dopo e il mio allontanamento è il frutto di scelte consapevoli, di profonde meditazioni (ah, se non lo sai tu che mi hai sopportato e aiutato!) e di una dolorosa necessità interiore.
Posso dire che credo in Dio, meno nella Chiesa: e questa dicotomia non può esistere, per un Cattolico.
Per questo non ho più provato quell'anelito fremente di fronte a quello che era il messaggio religioso del Papa, ma non ho potuto mai staccarmi da Lui come uomo, come persona di un'acutezza ed intelligenza senza eguali, dalla sua profondissima umanità e, per questo, dalla sua carica vitale inimmaginabile per tutti Noi.
Non mi sento una persona che crede meno di altri o che non crede affatto: ho privilegiato il mio contatto personale, donando le mie riflessioni a quelle persone che mi hanno aiutato comunque, senza giudicare (senza giudicare troppo, almeno).
Per questo sono triste: per la perdita di un Uomo grande, senza dubbio.
E che non sembri, detto da me, persona che tu sai come la pensa in Politica, una bestemmia: quello che ho nel cuore e nella mente non si scontra per forza con le cose degli uomini, come sai io consideri tutte le questioni civili e della politica.
E poi, lasciamelo dire, l'esposizione mediatica di questi giorni ha qualcosa di torbido, in sé: un Papa di questa levatura forse avrebbe avuto diritto a più silenzio, a più interiorità.
Di certo Lui, che sapeva usare così bene i mezzi d'informazione, non si stupirebbe affatto: io, che non conto nulla, mi sento un po' infastidito.
Troppo, troppo.
Insomma, mia cara, mi permetto di sentirmi orfano anch'io.
Sereno, però: perchè nella mia misera umanità aver avuto il privilegio di poter dire di aver vissuto accanto a Lui è qualcosa che nessuno potrà togliermi.
Con tutto il mio affetto, come sempre
Daniele.”
“Carissima Nadia,
mi chiedi cosa io provi e pensi in questi giorni. Ti dirò, per chiarire subito, che quello che scriverò darà fastidio a più di qualcuno, forse finanche a te, che sei stata così dentro al mio cuore da conoscermi come pochi altri.
Perchè metto le mani avanti? Perchè quello che è successo ha una portata immensa: per il Mondo in sé, per la Religione Cattolica e per quella parte di Storia che ha fine con ieri. Sono ragioni, credo che tu lo sappia, di fronte alle quali è difficile essere sereni o dire cose nuove, cose non già dette, ridette e ripetute fino alla vera noia da tutti e con tutti i mezzi.
Ieri notte mi sono sinceramente commosso, soprattutto guardando le immagini del Papa con i bambini: tu sai quanto io ami i bambini, quanto forte sia il mio sentimento nei confronti della loro innocenza e della loro purezza. Credo di aver visto un Uomo che li aveva realmente a cuore, che li considerava come gli Angeli più belli e dolci dell'intero Universo. E quel Papa è stato, fuori di ogni dubbio, il mio Papa.
Avevo già tredici anni, nel 1978, e ormai per me era una cosa naturale pensare a questo Papa come il Papa per antonomasia: troppo poco ricordo degli altri e troppo ha fatto Lui per rendersi indelebile alla mia memoria (come a quella di milioni di altri, se è per questo).
Sai anche, però, come io sia, da anni ormai, assai critico nei confronti di molti uomini, e anche di una parte degli uomini di Chiesa: e di come consideri la Religione Cattolica blanda e troppo permissiva.
Insomma, di come io abbia preso le distanze da un certo modo di essere Credenti: lo sai perchè hai vissuto con me il periodo più fertile e bello della mia Religiosità, quando ero come molti pensano debba essere un vero Cattolico.
Quello che è accaduto dopo e il mio allontanamento è il frutto di scelte consapevoli, di profonde meditazioni (ah, se non lo sai tu che mi hai sopportato e aiutato!) e di una dolorosa necessità interiore.
Posso dire che credo in Dio, meno nella Chiesa: e questa dicotomia non può esistere, per un Cattolico.
Per questo non ho più provato quell'anelito fremente di fronte a quello che era il messaggio religioso del Papa, ma non ho potuto mai staccarmi da Lui come uomo, come persona di un'acutezza ed intelligenza senza eguali, dalla sua profondissima umanità e, per questo, dalla sua carica vitale inimmaginabile per tutti Noi.
Non mi sento una persona che crede meno di altri o che non crede affatto: ho privilegiato il mio contatto personale, donando le mie riflessioni a quelle persone che mi hanno aiutato comunque, senza giudicare (senza giudicare troppo, almeno).
Per questo sono triste: per la perdita di un Uomo grande, senza dubbio.
E che non sembri, detto da me, persona che tu sai come la pensa in Politica, una bestemmia: quello che ho nel cuore e nella mente non si scontra per forza con le cose degli uomini, come sai io consideri tutte le questioni civili e della politica.
E poi, lasciamelo dire, l'esposizione mediatica di questi giorni ha qualcosa di torbido, in sé: un Papa di questa levatura forse avrebbe avuto diritto a più silenzio, a più interiorità.
Di certo Lui, che sapeva usare così bene i mezzi d'informazione, non si stupirebbe affatto: io, che non conto nulla, mi sento un po' infastidito.
Troppo, troppo.
Insomma, mia cara, mi permetto di sentirmi orfano anch'io.
Sereno, però: perchè nella mia misera umanità aver avuto il privilegio di poter dire di aver vissuto accanto a Lui è qualcosa che nessuno potrà togliermi.
Con tutto il mio affetto, come sempre
Daniele.”
esprimi dei bei sentimenti comunque, anche se ti da fastidio il chiasso mediatico (inevitabile e scontato, la CNN ha dichiarato di essere sempre stata pronta all'evento, talmente pronta che quando ha dato la notizia stava collegata su RAIUNO :-)
RispondiEliminaciao, buona serata Daniele
Bellissime parole che esprimono amore pur nella diversità. Anch'io ho avuto momenti di vicinanza e altri di lontananza, ma il riconoscimento della grande persona che è stata c'è.
RispondiEliminaNutro il tuo stesso imbarazzo per il trionfo mediatico che ha accompagnato le sue ultime ore e che ancora non accenna a diminuire.Patrizia.
Non ho metri di paragone per poter dire che questo papa sia stato piu' o meno speciale di altri.
RispondiEliminaSic transit gloria mundi.
Salvo
I miei sentimenti in questi giorni sono contraddittori. Il Papa e la Chiesa non fanno parte della mia vita da anni ormai. Eppure tutto questo chiasso mediatico mi ha in qualche modo coinvolto, senza che lo volessi. Vivo tutto questo come una violenza...
RispondiEliminaCiao Daniele.
RispondiEliminaMi è piaciuta molto la tua lettera perchè hai spresso la tua opinione, molto chiara, in modo assai delicato e rispettoso nei confronti di chi vive questo momento con tanto dolore. Anche io la penso come te sulla chiesa e infatti soffro per la perdita dell'Uomo Giovanni Paolo che ho sentito vicino nella mia crescita come persona e non come cristiana.
Per quanto riguarda il risalto dei media, non so cosa pensare. Forse è troppo e forse meno sarebbe troppo poco. In ogni caso ci sarebbe comunque qualcuno che avrebbe da dire.
Buona settimana !
Francesca
La tua compostezza, Daniele, è davvero speciale.
RispondiEliminaNon ho che da imparare...
Le tue considerazioni si sposano con le mie..
....nella mia poco fervida religiosità s'insinua la grandezza di qusto uomo.
Basta parole.
RispondiEliminaUn po' di intimo raccoglimento.
Anche se in fondo, lui stesso adorava alternare il silenzio della montagna con il "chiasso" gioiso della spensieratezza giovane e impegnata.
E allora... che chiasso sia!
Ma melodioso e colorato! :-)