Non c'è una lira, baby
Non lo dico perchè faccio parte del Sindacato, ma perchè è vero. Questo Paese non sta investendo nell'industria, non sta crescendo. Non torno sul discorso sciopero come forma di protesta (ho già espresso i miei pensieri al riguardo e sono di parte, perciò ognuno tragga le sue conclusioni), ma sui dati. L'unica partita che ancora ci è dato di giocare è quella della qualità. Nell'industria metallurgica (in cui io sono inquadrato) questa cosa sa di favoletta. Da decenni né imprenditori, né Governi (plurale), né Regioni o chi per loro hanno inteso smuovere le acque stagnanti. Adesso che le lavorazioni “di basso profilo”, quelle che ci hanno parato il culo, non sono più redditizie, si spostano. Non va bene, ma tant'è: bisognerà farci i conti. Ed allora si deve raffinare la storia: lavorare bene, per produrre qualità, cosa che ancora, in parte, in altri Paesi non si riesce a fare. Però, però...
Però servono: formazione, tecnologia, ricerca, sviluppo e soldi. Casca il palco. Si ridurranno ancora le tasse per 12 miliardi di € (Dio, e forse neanche Lui, sa da dove verranno fuori...), ma per queste priorità non c'è una lira. Almeno, non si pensa di scovarla. Chissà, magari il famoso senso di “Fantasia” degli Italiani riuscirà a scovare una soluzione. Ma soluzioni non ce ne sono. C'è solo una grandissima incognita: quella del nostro futuro industriale. Messa così, non è di color rosa. Immobilismo che si traduce in invecchiamento, invecchiamento che si traduce in scarsa ricettività lavorativa, scarse assunzioni che si traducono in reali malesseri sociali. E' come quando si cerca di far capire che se la Fiat chiude è un danno per tutti, anche per quelli che la Fiat non sanno neanche dov'è. E le false sirene si sprecano. Il costo del lavoro, esempio. Non è vero che da Noi sia troppo, rispetto ad altri Paesi Europei: solo la Spagna costa meno, tutti gli altri di più. E allora? Allora pensiamo alle leggi e a come si muovono. In Francia, una ditta di microchip di professionalità d'eccellenza con il 50% del capitale e della dirigenza Italiani, vuole creare un centro ricerche di livello Mondiale. I costi, ovviamente, sono stratosferici: andrà ad impiegare 3000 tra ingegneri ed operatori. Il Governo Francese, in pochi giorni, ha finanziato il 30% dell'intero ammontare, l'Italia neanche un soldo e se lo farà sarà solo tramite i Privati, perchè alle richieste degli imprenditori è stato risposto che i soldi non ci sono. Voilà.
Alla faccia dei discorsoni e della TV.
Ci sveglieremo mai?
Non lo dico perchè faccio parte del Sindacato, ma perchè è vero. Questo Paese non sta investendo nell'industria, non sta crescendo. Non torno sul discorso sciopero come forma di protesta (ho già espresso i miei pensieri al riguardo e sono di parte, perciò ognuno tragga le sue conclusioni), ma sui dati. L'unica partita che ancora ci è dato di giocare è quella della qualità. Nell'industria metallurgica (in cui io sono inquadrato) questa cosa sa di favoletta. Da decenni né imprenditori, né Governi (plurale), né Regioni o chi per loro hanno inteso smuovere le acque stagnanti. Adesso che le lavorazioni “di basso profilo”, quelle che ci hanno parato il culo, non sono più redditizie, si spostano. Non va bene, ma tant'è: bisognerà farci i conti. Ed allora si deve raffinare la storia: lavorare bene, per produrre qualità, cosa che ancora, in parte, in altri Paesi non si riesce a fare. Però, però...
Però servono: formazione, tecnologia, ricerca, sviluppo e soldi. Casca il palco. Si ridurranno ancora le tasse per 12 miliardi di € (Dio, e forse neanche Lui, sa da dove verranno fuori...), ma per queste priorità non c'è una lira. Almeno, non si pensa di scovarla. Chissà, magari il famoso senso di “Fantasia” degli Italiani riuscirà a scovare una soluzione. Ma soluzioni non ce ne sono. C'è solo una grandissima incognita: quella del nostro futuro industriale. Messa così, non è di color rosa. Immobilismo che si traduce in invecchiamento, invecchiamento che si traduce in scarsa ricettività lavorativa, scarse assunzioni che si traducono in reali malesseri sociali. E' come quando si cerca di far capire che se la Fiat chiude è un danno per tutti, anche per quelli che la Fiat non sanno neanche dov'è. E le false sirene si sprecano. Il costo del lavoro, esempio. Non è vero che da Noi sia troppo, rispetto ad altri Paesi Europei: solo la Spagna costa meno, tutti gli altri di più. E allora? Allora pensiamo alle leggi e a come si muovono. In Francia, una ditta di microchip di professionalità d'eccellenza con il 50% del capitale e della dirigenza Italiani, vuole creare un centro ricerche di livello Mondiale. I costi, ovviamente, sono stratosferici: andrà ad impiegare 3000 tra ingegneri ed operatori. Il Governo Francese, in pochi giorni, ha finanziato il 30% dell'intero ammontare, l'Italia neanche un soldo e se lo farà sarà solo tramite i Privati, perchè alle richieste degli imprenditori è stato risposto che i soldi non ci sono. Voilà.
Alla faccia dei discorsoni e della TV.
Ci sveglieremo mai?
ciao!
RispondiEliminaGrazie a te!
Erica
Già lo conosco...
RispondiEliminaciao e grazie comunque!
Erica
Non capisco una mazza di economia. Riesco a malapena a gestire i miei pochi risparmi, cercando di non affogare ogni fine mese. Quello che però percepisco è un clima di totale sfiducia nei confronti del futuro. Io non riesco ad essere ottimista, vedo aziende che chiudono e persone costrette a licenziarsi. Come posso andare al lavoro entusiasta?
RispondiEliminaNon ho mai creduto ai "discorsoni", tanto meno se detti in T.V.
RispondiEliminaBuon venerdí.
(Ezio)
Ancora grazie!
RispondiEliminaErica
Effettivamente tocca stare attenti di questi tempi.
RispondiEliminaBuonine settimana.
F.N.
pardon, buon fine settimana.
RispondiEliminadetta così non fa un grinza, però tanto, Dan, ti legge chi è già d'accordo, e per gli altri sei comunque un comunista, quindi falso e votato a spargere il terrore... e vogliamo parlare della formazione, quella a partire dai tre anni in sù? che il futurodi una nazione, nel senso più allargato del termine, è dato non solo dal mondo dell'impresa e dell'economia, ma anche dagli oculati investimenti nella istruzione dei giovani
RispondiEliminaguarda, mi fermo qui che sennò mi vien da piangere...
questa specie di vivaio di giovani futuri idioti adeguatamente votanti...
bleah!
una disgustata c.