Il cuore sepolto
Mi sono sempre chiesto che Paese sia quello che deve coltivare la memoria degli eroi non voluti.
Pensare che uomini e donne, giusti, debbano rimettere la propria vita per affermare quella che è la normalità, in uno Stato Civile, Democratico e avanzato, sa quasi (se non del tutto) di assurdo.
E' l'argine ad una deriva che porta in sé il germe malato della sovversione totale, del ribaltamento dei ruoli: lo Stato, la sua Democrazia, rovesciati in nome della intransigente volontà della delinquenza.
Mai, in un Paese dell'Occidente benestante e strapieno di sé, si pensava di assistere a delitti come quello di Capaci.
Il colpo d'ala di un piano malavitoso che affonda (non “affondava”) le sue radici fin sotto i Ministeri di Grazia e Giustizia, che manda i suoi rami a fare ombra a Politici e Imprenditori marci fin nelle ossa.
Un pensiero raccapricciante, che solo pochi uomini contrastavano: soli, derisi finanche dai propri collaboratori.
Dopo 13 anni tutto questo gela ancora il sangue, e non sembri retorica (anche se a qualcuno farà comodo pensarla così): è l'imbambolamento della ragione contro la bestialità.
Ancora, per l'ennesima volta, una domanda senza risposta, una celebrazione che risuona a vuoto in quelli che dovrebbero sentire il cuore scoppiare: ci sono migliaia di persone non indifferenti, contro una moltitudine di voltafaccia e di assassini “bravi ragazzi”.
Sacrifici che rimangono tali: non inutili, mai inutili, ma sempre sull'orlo di un abisso tetro, fatto di impotenza e collusione.
Se il germe non è stato ancora vaccinato, di certo non è colpa di queste persone, che lo hanno rifiutato, sputato e a cui non ha lasciato scampo.
Il male vive ancora perchè molti pensano sia giusto così, perchè non c'è altra maniera di lavorare e vivere, se non quella sordida di un Mondo a parte, con regole e Leggi proprie.
Il contrario di quelle Leggi che uomini e donne sentivano loro, giuste anche nella durezza.
Il contrario di molti che ancora, là fuori, si sentono intoccabili e che vengono protetti finanche dai loro persecutori.
Un mondo a parte: un mondo che non può appartenerci.
Né ora né mai.
“Non sempre le cose sono come appaiono, il loro primo aspetto inganna molti: poche menti scoprono ciò che in esse è stato nascosto con cura.” (Fedro) - dallo "Specchio" della Stampa di Sabato 21 Maggio 2005.
Mi sono sempre chiesto che Paese sia quello che deve coltivare la memoria degli eroi non voluti.
Pensare che uomini e donne, giusti, debbano rimettere la propria vita per affermare quella che è la normalità, in uno Stato Civile, Democratico e avanzato, sa quasi (se non del tutto) di assurdo.
E' l'argine ad una deriva che porta in sé il germe malato della sovversione totale, del ribaltamento dei ruoli: lo Stato, la sua Democrazia, rovesciati in nome della intransigente volontà della delinquenza.
Mai, in un Paese dell'Occidente benestante e strapieno di sé, si pensava di assistere a delitti come quello di Capaci.
Il colpo d'ala di un piano malavitoso che affonda (non “affondava”) le sue radici fin sotto i Ministeri di Grazia e Giustizia, che manda i suoi rami a fare ombra a Politici e Imprenditori marci fin nelle ossa.
Un pensiero raccapricciante, che solo pochi uomini contrastavano: soli, derisi finanche dai propri collaboratori.
Dopo 13 anni tutto questo gela ancora il sangue, e non sembri retorica (anche se a qualcuno farà comodo pensarla così): è l'imbambolamento della ragione contro la bestialità.
Ancora, per l'ennesima volta, una domanda senza risposta, una celebrazione che risuona a vuoto in quelli che dovrebbero sentire il cuore scoppiare: ci sono migliaia di persone non indifferenti, contro una moltitudine di voltafaccia e di assassini “bravi ragazzi”.
Sacrifici che rimangono tali: non inutili, mai inutili, ma sempre sull'orlo di un abisso tetro, fatto di impotenza e collusione.
Se il germe non è stato ancora vaccinato, di certo non è colpa di queste persone, che lo hanno rifiutato, sputato e a cui non ha lasciato scampo.
Il male vive ancora perchè molti pensano sia giusto così, perchè non c'è altra maniera di lavorare e vivere, se non quella sordida di un Mondo a parte, con regole e Leggi proprie.
Il contrario di quelle Leggi che uomini e donne sentivano loro, giuste anche nella durezza.
Il contrario di molti che ancora, là fuori, si sentono intoccabili e che vengono protetti finanche dai loro persecutori.
Un mondo a parte: un mondo che non può appartenerci.
Né ora né mai.
“Non sempre le cose sono come appaiono, il loro primo aspetto inganna molti: poche menti scoprono ciò che in esse è stato nascosto con cura.” (Fedro) - dallo "Specchio" della Stampa di Sabato 21 Maggio 2005.
Grazie.
RispondiEliminaDelle splendide parole (e pensieri) per una ferita che brucia ancora maledettamente.
Con te al 100%.
DRG
ciao!
RispondiEliminawww.orgasmosonico.ilcannocchiale.it
non posso che ricambiare l'abbraccio
RispondiEliminaed attendere il testo della canzone che mi hai detto,
molto interessata in proposito
Ne ho parlato anch'io. Buona settimana (non sono sparito per festeggiare il 28.... ero un po' in vacanza!)
RispondiEliminaCondivido il sentimento e il pensiero, un saluto.
RispondiEliminaSalvo
In Italia esistono tre poteri: Stato, clero e mafia. Inevitabilmente c'é stato e ci sará sempre qualcuno che vorrá opporsi a questo stato di cose, inesorabilmente sono stati e saranno eliminati...........
RispondiElimina(Ezio)
Un mondo che non può appartenerci...ma che ci circonda. Ah se solo il sacrificio di questi "eroi non voluti" potesse davvero diventare una miccia innescata a qualcosa da far esplodere nelle nostre coscienze o nel nostro modo di rapportarci al senso di nazione. Ah se il sacrificio non rappresentasse solamente l'occasione di una commemorazione, per quanto dovuta! Ho come l'impressione che abbiamo imparato presto ad elaborare i lutti
RispondiEliminaScusami ma sul commento qui sopra non ha registrato l'URL.
RispondiEliminaUn saluto
Marco
http://www.latelemissione.ilcannocchiale.it
Ciao Daniele
RispondiEliminaBravo Daniele.
RispondiEliminafrancesco
Le tue parole hanno il sapore della verità. Io vivo altrove, ma in certi comportamenti riconosco segnali inquietanti che vengono purtroppo anche dai giovani e giovanissimi che non hanno il coraggio, la forza o solo l'opportunità di abbandonare il proprio retaggio.
RispondiEliminaUn caro saluto, Patrizia.
devi scusarmi
RispondiEliminanon aprivo quella casella da giorni
usa l'altra per contatti con risposta celere :))
ti ringrazio per tutto, e dopo averle ascoltate, ti faccio sapere...!
bacio
e buon sole
Buon Mercoledí.
RispondiElimina(Ezio)
oh sì...parole sante. Anche io riflettevo sui 13 anni trascorsi...invano...
RispondiEliminaun bacio Elisa