No Direction Home
Amo la musica, ma non l'agiografia dei documentari sui musicisti. Mi risulta abbastanza poco sopportabile il ritratto, che il più delle volte, ne viene fuori: come Santi o salvatori, come Eroi di intere generazioni. Per fortuna, una volta ogni tanto, c'è un'eccezione. Di Bob Dylan si è detto tutto, in quarant'anni. Non lo ho mai seguito con grande passione: dopo qualche tempo, come per moltissimi altri, le sue canzoni più famose mi sono venute a noia. Però, nella sterminata discografia di Mr. Zimmerman, si possono scoprire gioielli nascosti, che la faciloneria dei più tende a non conoscere neanche di striscio. Ed allora, ieri, con curiosità ho approfittato dell'occasione di poter vedere “No Direction Home”, il colossale (205 minuti) documentario che Scorsese (una garanzia) ha dedicato ai primi anni della carriera di Dylan, diciamo grosso modo fino al 1966. Credevo di mollare dopo dieci minuti: stupito, me li sono mandati giù tutti d'un fiato. Vedere scorrere sullo schermo i mentori di questo personaggio, capirne la genesi iniziale, come è arrivato a essere Bob Dylan, è stato emozionante e interessante. Mai una caduta di tono, nella narrazione: e per un documentario tenere desta l'attenzione è tutto. Filmati straordinari, scene incredibili: mi è venuta perfino simpatia per Joan Baez. Momenti memorabili, davvero: come quando si entra nella stanza d'albergo di Londra, nel 1966, dove a fronte di un casino infernale di Dylan e dalla band, su un divano se ne sta stravaccata una Baez annoiata a morte. O come quando un giornalista (per modo di dire) chiede all'artista se crede in quello che scrive e Lui, ovviamente, lo manda a fare in culo. Ho sentito Ginsberg dire di aver pianto sentendo “Like a Rolling Stone” e che Dylan lo ha superato, come poeta. E ancora adesso mi chiedo se quegli imbecilli di Inglesi che lo hanno fischiato ed insultato per la sua “svolta elettrica”, sempre nel 1966, abbiano mai capito nulla, di musica e, soprattutto, di un uomo che è senz'altro il rivoluzionario americano più importante degli ultimi cinquant'anni.

Commenti

  1. Non ho mai capito la grandezza di Dylan, morirò ascoltando jazz norvegese :)

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  2. grazie per la correzione. è difficile trovare jazz norvegese sul web... per mia fortuna sono riuscita ad ascoltarlo dal vivo, ma vedrò che posso fare!

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  3. Beh, solo una indicazione per qualche titolo di cd: da comprare in negozio, of course!

    :-)

    Daniele

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  4. vediamo vediamo

    che ne dici di giocare a palle di neve con la bimba e correre e stancarti un pochino?

    cosi' facendo dirai addio alla pancetta da panettone e tacchino farcito, ma non a quella da birrette :)

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  5. latitavo, eh?!

    l'ultimo si fa cena e poi giro in centro, forse, o forse a vedere i fuochi da qualche parte.

    speriamo non si muoia dal freddo, altrimenti mi noleggio un dvd di immagini di fuochi e li vedo al calduccio :))

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  6. Di quel documentario ne ho letto solo lodi sperticate, ma purtroppo non sono riuscito a vederlo. Non sai quanto ti invidio: immagino l'avrai visto su Canal Jimmy, io non ho il satellite.


    Una curiosità: perchè Jon Baez ti sta antipatica?

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  7. Anche io ho visto il film di Scorsese su canal jimmy, non ha nulla da spartirsi con i tormentoni post mortem dei vari lennon morrison etc. Se sommo un uomo per bene ad una chitarra e un'armonica ottengo un grande cantautore= Bob Dylan.

    ciao

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  8. Non mi definire imbecilli gli inglesi, eh :-)

    Tutto ciò che di più bello ascolto lo hanno creato loro.

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  9. Definisco imnbecilli quegli spettaori, non di certo gli artisti.

    Che credi?

    Io cresco con Bowie e Sylvian, che sono di Londra!

    :-)

    Daniele

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  10. Il capodanno spesso e volentieri è la festa degli indifferenti. E Gramsci odiava entrambe le cose.


    Buon anno anche a te!

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  11. Ecco ho sbagliato post. Prima vaccata dell'anno.

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