Non c'è acrimonia quando penso a quello che la musica rappresenta per i più: puro e giusto intrattenimento. Ho scavalcato questo ostacolo già da molto tempo, per cercare una strada diversa, che mi portasse verso paesaggi sonori diversi, meno ambiti, meno facilmente identificabili. Non è spocchieria, non è mettersi da una parte e guardare, con malcelato disprezzo, chi ama le “canzonette”: è un percorso, tutto qui, Ma niente e nessuno ha potuto evitare che, ascoltando Marc Ribot a Padova, poche sere fa, io non pensassi di essere a migliaia di anni luce da Sanremo o dalla lettura di una classifica qualsiasi. Se molti, temo, si aspettassero le canzoni di Tom Waits (con cui Ribot collabora già da un po'), altrettanti erano lì per quello che un artista del genere rappresenta: la rottura definitiva con un plastificato clichè di “alternativa” che genera solo equivoci. Ribot è uno studioso, prima di tutto: esplora il suono della chitarra e le sue possibilità e cerca non nuove strade, ma nuove sensazioni, nuove emozioni. Arduo compito, che si traduce in una musica improvvisata e nel contempo rigorosa: spigolosa, ma aperta alla tradizione del blues e della forma canzone, proprio quando meno te l'aspetti. Il dono di comunicare senza parole (se non per un brevissimo intermezzo cantato, splendido) e senza cadute di tono non è cosa da poco, non è da tutti. Una serata che riconcilia con la profondità e con se stessi, se amiamo le sfide.
Una nota di merito e non marginale al Trio Zorzi-Gallo (già batterista dell'ultimo Capossela)-De Rossi, che ha aperto la serata (e che, grazie alla gentilezza di Roberto Zorzi, mi ha fatto assistere al “sound check” di Ribot). Sul filo dell'improvvisazione, questi bravissimi musicisti Italiani si sono dimostrati intelligentemente anti-retorici e si sono uniti a Ribot per un bis di inusitata, devastante potenza.
(Un ringraziamento particolare a Tony, per tutto...).
Lontano da Sanremo
Commenti
Ho visto Capossela ieri dalla Dandini, sto scaricando la discografia
RispondiEliminaHo sempre cercato di stare alla larga dalla musica "commerciale", semplicemente per un'istinto iniziale che mi fa pensare che la massa é sempre in errore. Il sistema sociale in cui siamo costretti a vivere ne é la prova.
RispondiEliminaUn Saluto.
(Ezio)
ok, dai, festa dalla Anna.
RispondiEliminaorganizzi tu?!
Saluti
RispondiEliminaCapossela grande... anche tu, ciao!
RispondiEliminapacchi pieni, promesso :)))
RispondiEliminaio cucino, te porti il vino, search porta il sorriso.
RispondiEliminaE la buona musica. Mamma se mi manca la buona musica. E la musica buona.
E' doveroso ora ascoltarlo!
RispondiEliminase ti punge una qualche vaghezza di coccolare violentemente la tua parte sweet/velvet, allora cercati la discografia dei Kat Onoma e raccontami di che pensieri e di che suggestioni...
RispondiEliminaSono immerso, negli studi e nella campagna elettorale... però ognitanto aggiorno, eh!
RispondiEliminazio Lou a Pordenone domenica prossima, ci vai?
RispondiEliminaCome già ti dissi, grande invidia per questo concerto.
RispondiEliminainteressante..
RispondiEliminabuona settimana a te, caro
luca
l'abitudine non deve portare alla rassegnazione pero'...
RispondiEliminabuonissima notte...
S.
Passo per un bacio lieve e .... notturno. A presto SellerIno.
RispondiEliminatemo che i nostri gusti musicali siano troppo lontani per poterne disquisire...cmq faccio opera di presenza - oramai ho i nervi così scassati che spesso l'unica musica che sopporto è il silenzio, per quel che passa il convento cittadino...
RispondiEliminac.
Ho scaricato tutta la discografia di Capossela, dovrò trovare il tempo di ascoltare
RispondiEliminaSpedito Dedalus...
RispondiEliminagrazie a te ho scoperto che esiste un album di t-bone burnett con ribot ora mi tocca solo trovarlo. per chi non lo consocesse, the criminal under my own hat è capolavoro.
RispondiEliminaciao a tutti