Paratevi
Giustamente da più parti si è fatto notare che la polemica sulla presenza di Bertinotti alla parata di ieri sono venute da Sinistra. Ciò è endemico, correlato alla natura stessa di questo schieramento, almeno in Italia. Perciò non deve né stupire, né irritare, Piuttosto sarebbe da analizzare l'idea che il Presidente della Camera ha su quel che significa “tempo di Pace”. Siamo invischiati in una guerra che non abbiamo voluto, lontana, i cui echi, tremendi, di violenza e ingiustizia giungono ogni giorno. Eppure ci si ostina a pensare che la soluzione democratica di un conflitto passi attraverso le armi, questa volta unite. L'Italia è in Pace, non credo che la missione di cui sopportiamo il peso e che tanti lutti ha portato sia mai stata considerata come un'entrata in conflitto con chichessia. Eppure, parlando di “tempi”, Bertinotti instilla una sottile inquietudine, l'idea che qualcosa di sbagliato ci sia sempre stato, in questa faccenda. Al di là del fatto che un'altra spaccatura, seppur semantica e per alcuni risibile, a Sinistra, non fa altro che porgere il fianco alla deriva (mai spenta) populista e micragnosa della Destra, resta l'accento posto per giustificare un atto Istituzionale, ma palesemente contrario a ciò che lo stesso Bertinotti ha sempre propugnato. Se non esserci sarebbe stato molto peggio che starci, e su questo non vi sono dubbi, la perplessità è che ci sia un che di “tirato”, in tutto questo. Forse, e dico forse, un segnale diretto dalla terza carica Istituzionale per una soluzione definitiva sul ritiro o meno delle nostre truppe, avrebbe aiutato coloro che “son nel limbo” a rafforzare una certa identità, perlomeno ideologica. Si sarebbe, insomma, capito che questo Governo ha almeno un'idea chiara, stante il fatto che, almeno per questi primi giorni, sembrano esserci molte questioni assai fumose. Scegliere di portare avanti la propria idea, a discapito della visibilità televisiva e governativa, sarebbe stato impopolare, certo, ma coerente e ben accetto da parte di quelli, e non sono pochi, che ritengono arrivato il momento di sganciarsi da una situazione in cui la via d'uscita è assai lontana da raggiungere. Per tutto questo non basta, di certo, una spilla con la bandiera della Pace.

Commenti

  1. ringrazio Dio di non dover decidere di queste questioni, perché ho sempre pensato che ogni italiano sapesse fare la sua nazionale, ma dubito che poi avrebbero vinto tutte...

    Su calcio e politica non toccare gli iitalioti, che sanno SEMPRE cosa fare... io intanto mi bronzo, tanto che cosa cambia?

    ti abbraccio, macca, e ti voglio bene ,spinta anche dal tasso etilico russo-polacco

    se avessi solo un po' di più coraggio vi lascerei a queste miserie e me ne andrei dove non si torna, ma sono vile.continuo a sperarere in qualcosa di meglio, anche solo umanamente , sai.......

    un bacio grosso come una casa, cerca di stare bene almeno tu!

    lpf

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  2. Carissima,

    ricambio l'affetto e la stima.

    Ti prego di non mollare, sai quanto mi preoccupi...

    Qui sei tra amici, sempre.

    Daniele

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  3. il fausto non poteva non essere presente, rappresenta le istituzioni, c'è poco da fare

    non rappresenta il governo, ma tutta (tutta) la camera dei deputati, quindi il parlamento italiano, e agli appuntamenti istituzionali non può mancare

    piuttosto c'è da riflettere sul senso di una tradizione (reintrodotta prepotentemente pochi anni fa dal tanto osannato ciampi) assolutamente fuori dal tempo e fuori luogo, ma puoi immaginare come la penso

    ciao caro

    luca

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  4. Non credo che Faustino potesse scegliere se sottrarsi o meno... anzi, direi proprio di no!

    Danie' li ho trovati!!! Ma che fatica! Mi è toccato telefonare a tutte le Feltrinelli di Milano ed hinterland! Li vado a ritirare lunedì...

    Buon WE!!!

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  5. Carissimo Transit sono Valhalla di Caffè Blog .

    Se mi lasci la tua email siamo a posto e ti contatto io .


    Salutoni

    Alessio

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  6. Dei lamenti della destra poco ci preoccupiamo!!!!

    Quelli erano più spaccati di un cratere, poi finiva a tarallucci e vino con Berlusconi che accontentava tutti con leggi di partito (legge elettorale per l'udc, devolution per la lega, punizioni corporali per i fumatori di hascisc per azzittire alleanza nazionale), in cambio del voto alle leggi ad personam...

    Non sarà facile per la extralarge coalizione del centro sinistra avere sempre posizioni unitarie, ma su questo aspetto, i berluscones farebbero meglio a non agitarsi troppo e a guardare un pò più dentro le mura della casina delle libertà!!!!

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  7. ma và! la spilletta era dell'Arcigay!

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  8. Ho sempre ritenuto Bertinotti uno dei pochi politici coerenti, parole ed ideologie di sinistra senza patteggiamenti ... ed ora ...

    Mah!

    Sento sempre più forte un desiderio di ritiro dal mondo, vivere di arte bellezza e sogni e rigettare questa società di falsità e violenza imbroglio ... ovunque dovunue.


    con amarezza

    un bacio


    Lady RoseNoire

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  9. il problema è che la politica italiana è ipocrita: un pò per celia un pò per necessità...

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  10. Commento a caldo, senza neanche leggere gli altri commenti.

    Non credo affatto che la decisione di Bertinotti sia stata dettata da un generico desiderio di visibilità tele-governativa. Accettando l’incarico sapeva di assumere un ruolo istituzionale. Notarile, direi. Nella Repubblica Libera di Bananas non so, ma nelle democrazie moderne funziona così. E a me piace che funzioni così.

    Del resto non stiamo parlando di uno sprovveduto: l’operato del presidente della Camera, in situazioni complesse, diventa cruciale. All’occorrenza la coerenza non gli difetterà, stanne certo.

    In definitiva la parata del 2 giugno ha una valenza più folkloristica che ideologica: disertare sarebbe stato un grosso errore politico, una trappola nelle quali cadrebbero solo certi scemetti del quartierino (i politici presi in prestito dall’imprenditoria, tanto per intenderci, o quelli che si sono presentati provocatoriamente in Parlamento con T-SHIRT anti islamiche). Un politico del calibro di Bertinotti sa stare impeccabilmente al proprio posto, senza fare un plissè. Si distinguono per stile, come sempre.

    Cos’è senti puzza di Prima Repubblica? Beh, tappati il naso. Al momento abbiamo questioni più urgenti da affrontare.

    E comunque con te devo essere onesta fino in fondo.

    Lo ammetto: questa parata a me piace. E’ un ritorno all’infanzia, una gita nella memoria. Mia nonna. L’attesa. Ingannavamo il tempo chiacchierando. L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; mi ripeteva, instillandomi piccole dosi di quel germe straordinario che si chiama coscienza civica, senso di Stato, di Repubblica, di Democrazia. L’incedere fiero dei parà, i cori della Brigata Sassari, le piume svolazzanti dei Bersaglieri, tutto contribuiva a creare un’atmosfera festosa in cui l’eccitazione veniva stemprata da un rassicurante senso di appartenenza. Lo so, potrà apparirti paradossale, ma la cultura della Pace io ho iniziato ad alimentarla proprio in quelle parate militari. Avevo accanto persone che la guerra l’avevano conosciuta. Guardarne l’espressione degli occhi bastava ed avanzava per comprenderne l’orrore.

    Certo, quelli erano tempi di guerra fredda: oggi manco mia nonna troverebbe le parole per spiegare ad Anna perché diavolo siamo finiti in Iraq.

    Ed anche qui… sulla questione del ritiro immediato non ti nascondo di avere qualche perplessità. Non credo che si possa supportare un processo di ricostruzione mettendo dei fiori nei cannoni. Dopo aver immotivatamente offeso la libertà e la dignità di un popolo proteggerlo da una guerra civile è un dovere morale (e speculare sulla ricostruzione una porcata evitabile). Credi che quello dei caschi blu sia un apparato in grado di farsi carico di quest’onere? A giudicare dalla cronaca direi proprio di no.

    E poi c’è Mahmoud Ahmadinejad, lame affilate all’orizzonte. Tu ti fideresti di lasciare tutto in mano agli Yankees? Io per niente.

    E la vedo sempre più nera.

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