Foto ricordo
Torno indietro. Quando morì Karol Wojtyla fui sinceramente addolorato. Riconosco e riconoscerò sempre l'Autorità Ecclesiale del Sommo Pontefice: per educazione e per convincimento. Altro è la politica. Se così non fosse tradirei il mio essere. Ai tempi, assai più recenti, delle polemiche sul Referendum e sui Pacs ho già espresso il mio convincimento direi politico e laico. Oggi, sapendo che Zapatero non assisterà alla Messa di Benedetto XVI, non mi sono stupito. Più che altro mi ha fatto specie il rinvangare, da parte della Santa Sede, come “...anche Castro e Jaruzelsky parteciparono alla funzione”. Un atto di cortesia squisito, ma non per questo obbligatorio, immagino. Se vogliamo, tutto questo andrà contro il Governo Spagnolo, già in difficoltà con il fronte duro del Cattolicesimo militante. Coerente, però, con l'idea che sottende alle proprie azioni: nota di merito, anche se metà Europa si scandalizzerà e l'altra metà penserà che da un Comunista nient'altro ci si poteva aspettare. Stringere la mano di Pinochet, ai tempi, fu un gesto che Wojtyla compì nell'assoluta certezza di far capire che anche la Chiesa sapeva, che non poteva tollerare, ne sono certo. E quella era politica: non si doveva ignorare, per esempio, il ruolo degli USA nel regime sanguinario di quel dittatore. Dubbi ne vengono, eccome, allora. Se fossi nell'Ufficio Stampa del Vaticano non tenderei a nascondere certe cose, per dare più visibilità ad altre. Non ci si fa bella figura. Tutto sommato Valencia può ben valere una Messa, ma la fermezza e la distanza che questa Istituzione dovrebbe prendere da chi si macchia di crimini immani è ancora più importante. Quella è l'unica politica di cui dovrebbe trattare un Papa: non scendere a patti con regimi di alcun tipo, ma senza fare dei distinguo che risultano essere perlomeno discutibili. A quello si pensi, non ad una sedia vuota.

Commenti

  1. non mi pare un gesto bello e tantomeno generoso quello di Zapatero, un capo di governo deve sempre provare a rappresentare il suo popolo intero

    RispondiElimina
  2. Stavo pensando...


    Eccomi, sono riuscito a strappare due secondi per augurarti il buon weekend.

    Un saluto grande Macca

    RispondiElimina
  3. Zapatero ha già assolto l’obbligo istituzionale imposto dal protocollo facendo visita al Pontefice. In rappresentanza del popolo spagnolo ha riservato al Papa gli onori dovuti ad ogni capo di stato. Dunque non facciamo confusione.

    Chi ha masticato un minimo di dottrina religiosa sa che la celebrazione liturgica rappresenta (dovrebbe rappresentare) un momento di profonda spiritualità: è la commemorazione del sacrificio di Cristo, del corpo e dello spirito. E’ il rinnovamento del sacrificio della croce.

    La fede è una cosa seria, talmente seria che anche chi, come me, l’ha cercata inutilmente, arriva a comprendere che presenziare un rito religioso tanto per essere immortalati dalle tv del pianeta è un’offesa alla dignità di chi crede. Meglio un onorevole coerente ed impopolare rinuncia.

    Ma la coerenza, si sa, è una virtù poco apprezzata in questi strani giorni in cui rosari e litanie hanno ceduto il passo ai cori da stadio dei Papa boys. Tant’è che gli stessi che poco prima gridavano Benedicto olè olè hanno accolto l’arrivo di Zapatero con dei sonori fischi, invitandolo ad andarsene. Alla faccia del sacrificio della croce.

    RispondiElimina
  4. Grazie della visita che ricambio volentieri, Daniele. Complimenti per il sito, ti aggiungo tra i miei link...

    A presto!

    RispondiElimina
  5. Lama, la teologia ti frega perché la fede è un dono di Dio, argomento che è stato oggetto di disquisizioni con preti e monaci...

    Attenzione a non confondere la religione con l'istituzione. L'istituzione, da persona che la segue e la studia, sia pur con approfondimento in altra epoca storica, è 'na schifezza, la fede è altra cosa. A me Wojtyla stava cordialmente sui coglioni, e credo abbia parecchio da giustificare al suo Dio; del papa inquisitore poi non mi va nemmeno di parlare: sono divorziata e andrò all'inferno con pederasti, ladri ed assassini: il mio peccato è aver cercato, fra il molto dolore, uno straccio di felicità su questa terra, che non è poi nemmeno così abbondante. Zapatero di certo rappresenta di più chi lo ha votato che non chi lo ha dovuto subire, ma sono d'accordo con Lama. E' come chi si sposa in chiesa perché si fa così o perché senno i genitori ci resterebbero male: personalmente trovo sia molto più offensivo che non pigliare sù e andarsene in comune, ma ai preti va bene, perché§poi gli passi la busta.

    RispondiElimina
  6. sono d'accordo con Lama e con Laparda, e in più aggiungo che la posizione di Zapatero è senz'altro per lui sconveniente e coraggiosa. Ha dato anche in questa occasione spunti di critica e riflessione a tutti e questo è già un gran pregio, a mio avviso. Inoltre, visto come sono andate le cose, mi pare abbia usato comunque rispetto e cortesia. Certo il potere cattolico si sente oltraggiato, perchè è il dominio più antico e ramificato del mondo.

    RispondiElimina
  7. hai ragione "quella è l'unica politica di cui dovrebbe trattare un Papa"!

    ciao

    Giusi

    RispondiElimina
  8. Caro Daniele, mi trovi perfettamente d'accordo. Zapatero è stato semplicemente coerente e si è comportato come il rappresentante di uno stato laico. Il naturale e dovuto rispetto nei confronti di una fede religiosa è un'altra cosa e non mi sembra sia venuto meno.

    Ciao!

    Simona

    RispondiElimina

Posta un commento