Don't Interrupt The Sorrow



Quello che mi spaventa, in me, è sentirmi senza punti di riferimento. Incalzato ad una riflessione su argomenti importanti come questo, mi rendo conto, sempre di più, come la coscienza personale non venga supportata da un afflato consolatorio o da un'ispirazione che consenta di superare gli ostacoli nella comprensione di una Società che muta, in fretta, troppo, per molti. Dei miei valori sono certo: m'hanno prosciugato, a forza di dover essere costantemente sostenuti, anche contro deviazioni di facile percorribilità. Quindi sono caricati nel sangue. Ma voltarsi, guardarsi attorno, notare i cambiamenti nelle piccole cose, chissà perchè, spiazza. Quel che non riesco a giustificare è l'impudente mediocrità di uno Stato che fa chiacchiera, ma che non si applica: potrebbe, ma non gli va, a scuola sarebbe qualcuno da bocciare. Lo sa, quest'accozzaglia di legiferatori strapagati, che se si perde questa che non è una scommessa, ma una sfida (culturale, umanitaria, politica, civile), poi, a chiedere conto, non sarà solo l'Italiano Medio (quello che si ostinano a farci credere non capisca nulla, illudendosi di una loro presunta superiorità, il più delle volte risibile ed offensiva), ma tutta l'Europa, tutto il Pianeta? Per questo mi piacerebbe, tanto, che non si usasse più la demagogia, ma un po' di sana intelligenza, di passione. Tornando, naturalmente, a pensare che queste cose sono così poco diffuse da farmi ripiombare nelle mie paure.

“Vivere in qualsiasi parte del Mondo oggi ed essere contro l'uguaglianza per motivi di razza o colore è come vivere in Alaska ed essere contro la neve”.
(William Faulkner, “Saggi, discorsi e lettere pubbliche”).

Commenti

  1. ... se si è contro e non la si vuol conoscere la neve si trasforma in valanga.

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  2. quella buffonata del family day, le enormi cazzate che sto leggendo in rete e l'intelligenza espressa in questo tuo pensiero mi hanno stimolato una domanda semplice che domani metto sul blog....

    Baci

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  3. Gia non sono razzista pero...No io penso proprio di esserlo..cioe di credere nella diversita della mia razza intesa anche come provenienza culturale e di andarne fiero..e spererei che anche gli altri fossero fieri delle loro tradizioni... della loro razza..la diversita culturale è da sempre stata una benzina impagabile per lo sviluppo delle diverse civilta...e purtroppo come tutte le benzine a volte prendono fuoco facilmente..ma non è colpa della benzia di per se..ma dei piromani che l'accendono...

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  4. La citazione di William Faulkner, Daniele, è perfetta. La ciliegina sulla torta, dopo il tuo post che condivido pienamente.


    Simona

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  5. se ci soffermiamo solo un attimo al giorno a riflettere di quanti piccoli e meno piccoli atti di razzismo ci siamo anche involontariamente appropriati ci guaderemmo allo specchio e ci sputeremmo addosso perchè è facile dire che stiamo andando alla deriva sociale e che, purtroppo, non possiamo più credere a niente...che chi si sciacqua la bocca nel maneggiare e governare la "polis" avendo caplestato i più elementari concetti di politica ci spaventa e ci fa paura...eppure ogni volta che tiriamo dritti e non ci accorgiamo del problema del nostro vicino o ci infastidiamo per un nonnulla ci stiamo comportando da razzisti senza saperlo...

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  6. io considero il razzismo come un istinto primordiale, una spece di stato di default con il quale si e' nati (vedi il comportamento di esclusione del diverso tipico dei bambini), sta poi al condizionamento e alla cultura crescere, apprendere e superarlo. Alcuni, talvolta molti, si fermano a quello stadio, purtroppo.

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  7. Il problema è che per alcuni non sono tanto loro ad essere razzisti, ma sono gli altri ad essere degli "sporchi ebrei"*, motivando di volta in volta con motivazioni "logiche", storiche e culturali la fondatezza delle loro assserzioni.




    *l'epiteto può essere facilemtne sostituito con altre fattispecie analoghe ...

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  8. Parole che condivido in pieno, e che fanno riflettere.

    s.

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