Solo "Grazie"

I più potrebbero dirvi, senza tema di smentita, che non meritavo una così ampia manifestazione d'affetto e vicinanza. Mi piace usare questa parola, vicinanza: è un moto dell'animo che permea, chi lo riceve, di quel senso bellissimo di non essere solo. Post difficile da scrivere, questo, senza trascendere nel patetico, senza scadere nel banale. Ma post voluto e dovuto, segno di gratitudine sincera nei confronti di Voi tutti, compresi quelli che non sapevano, quelli a cui non fregava nulla e quelli a cui non passa mai per la testa che le nostre vite sono assai più simili di quel che si pensa. Un modo semplice, piuttosto scarno, di rispondere alle parole, ai silenzi, ai pensieri che m'hanno confortato. Come sia più semplice affidarsi a chi non si conosce di persona, per tutto questo, me lo hanno riferito: io rispondo che non è vero, che forse è più difficile perchè non c'è il bene di sfiorarsi una mano, di guardarsi negli occhi, di superare, magari, vecchie incomprensioni e rancori idioti, sedendosi a bere un caffè, possibilmente buono. La distanza che separa le persone, annullata solo dalle parole “elettroniche”, è, in verità, inesistente; le prove, le malinconie, lo sconforto, a cui siamo, prima o poi sottoposti, rende vane tutte le maniere di frapporre qualsiasi tipo di barriera. E poi sono lì, nella memoria sintetica, e in quella personale: in un cuore freddo ed artificiale e in quello per fortuna che batte ancora di mia madre.

Solo "Grazie".
Solo per Voi, a cui spero di arrivare a restituire un minimo di quello che mi è stato donato.

(Insomma, ragazzi, tutto bene: via, si ricomincia, insieme).

Balthus, "Sleeping Girl", 1943, Tate Modern.