T. (Le conseguenze dell'Amore?)
Lo sguardo sul tremore continuo della città.
I fiori sui ponti, le biciclette e le teste chine. Una sigaretta all'angolo del tavolo, per il gesto lento e consumato.
Il tempo che si mischia al fumo azzurro, un the freddo,ormai.
Non c'è ansia, nell'attesa, non c'è quasi emozione: solo la consapevolezza.
Sei certo che arriverà, tra poco, a rinnovare quel tacito accordo di qualche tempo fa: sì, quello senza parole, che è stato fatto con un'emozione rapita e veloce.
Che poi non servono sempre tante cose da dirsi: sapersi intendere con un silenzio colma, eccome, quei vuoti strapieni di chiacchiere.
Le linee spezzate della persiana, la luce obliqua del primo pomeriggio e le lampade accese a metà.
Un mozzicone, poi un altro.
Ignari tutti, tutti quanti: ognuno nel suo costrutto infinito di pensieri e rimandi, di preoccupazioni, lavoro, tu e gli altri, io.
L'orologio svolge meccanicamente il suo compito, che è quello di portarti vicino alla certezza che non ci sarà, oggi, l'inizio del gioco.
Ma non sei mai stato uno che dà a vedere, che fa trasparire: tutto rimane immutabile, intorno ai giri della lancetta.
Ancora ed ancora, senza nessuna fretta, stringi gli occhi nelle ombre un po' più lunghe, scure.
Come quando sei arrivato e il cappotto copriva il freddo della conoscenza.
Solo un leggero socchiudere gli occhi.
La tenda si muove, si infila una spira di vento e fuori scompiglia un po' i capelli della bambina sulle strisce.
Anche dentro, proprio verso il cuore, s'insinua il piccolo stiletto affilato del dubbio.
E già domani sarà diverso.
(Un'altra sbandata personale? Non si può accontentare sempre tutti...).
(Vi segnalo che è arrivato il nuovo numero di "Buràn", dedicato ai conflitti. Se non lo conoscete, fatevi un giro: è uno dei migliori "Blog" Italiani, senza ombra di dubbio).
Ivor Abrahams, "Lenore", 1976, Tate Modern.
Lo sguardo sul tremore continuo della città.
I fiori sui ponti, le biciclette e le teste chine. Una sigaretta all'angolo del tavolo, per il gesto lento e consumato.
Il tempo che si mischia al fumo azzurro, un the freddo,ormai.
Non c'è ansia, nell'attesa, non c'è quasi emozione: solo la consapevolezza.
Sei certo che arriverà, tra poco, a rinnovare quel tacito accordo di qualche tempo fa: sì, quello senza parole, che è stato fatto con un'emozione rapita e veloce.
Che poi non servono sempre tante cose da dirsi: sapersi intendere con un silenzio colma, eccome, quei vuoti strapieni di chiacchiere.
Le linee spezzate della persiana, la luce obliqua del primo pomeriggio e le lampade accese a metà.
Un mozzicone, poi un altro.
Ignari tutti, tutti quanti: ognuno nel suo costrutto infinito di pensieri e rimandi, di preoccupazioni, lavoro, tu e gli altri, io.
L'orologio svolge meccanicamente il suo compito, che è quello di portarti vicino alla certezza che non ci sarà, oggi, l'inizio del gioco.
Ma non sei mai stato uno che dà a vedere, che fa trasparire: tutto rimane immutabile, intorno ai giri della lancetta.
Ancora ed ancora, senza nessuna fretta, stringi gli occhi nelle ombre un po' più lunghe, scure.
Come quando sei arrivato e il cappotto copriva il freddo della conoscenza.
Solo un leggero socchiudere gli occhi.
La tenda si muove, si infila una spira di vento e fuori scompiglia un po' i capelli della bambina sulle strisce.
Anche dentro, proprio verso il cuore, s'insinua il piccolo stiletto affilato del dubbio.
E già domani sarà diverso.
(Un'altra sbandata personale? Non si può accontentare sempre tutti...).
(Vi segnalo che è arrivato il nuovo numero di "Buràn", dedicato ai conflitti. Se non lo conoscete, fatevi un giro: è uno dei migliori "Blog" Italiani, senza ombra di dubbio).
Ivor Abrahams, "Lenore", 1976, Tate Modern.
già, quello stiletto, che fa bene, che fa male...
RispondiEliminariuscissimo a volte ad accontentare noi stessi sarebbe una gran cosa!
Buon lunedì anche a te tesoro..
RispondiEliminaComplimenti per il post.
:)
Credo che nessuno di noi, per quanto dotato spalle larghe e spirito temprato, sia realmente monolitico, totalmente immune alle crepe e alle stilettate del dubbio.
RispondiEliminaIl the si fredda perchè, ostinandoti a fumare, devi stare fuori, anche se fa freddo. Il dubbio, quello si che resta, e non solo non accontenta tutti, ma lascia un non so che di inesaudito.
RispondiEliminasempre profondo, incisivo....belli i quadri....sia quelli che posti che quelli che pennelli con le tue parole...mandi
RispondiEliminal'hai perduta?
RispondiEliminail dolore è un adesivo.
mi piacciono questi pezzi di vita di gente estranea
RispondiEliminaquanto è difficile a volte ascoltare il proprio cuore, hai sempre pura della delusione! un saluto, è stato un pomeriggio molto duro per mè
RispondiEliminacom'è? lunedì quasi finito, lo stiletto fa male?
RispondiEliminail lunedì... del primo del mese... una valanga di lavoro per me... ma quando vengo a visitarti trovo un'attimo di pace nelle riflessioni che ci proponi, a volte il riflettere qualche secondo in silenzio fà più bene che ascoltare per ore inutili conversazioni.... ciao buona serata...
RispondiEliminaOttima segnalazione: in un unico indirizzo una rassegna internazionale selezionata e proposta con cura.
RispondiEliminatesto magnifico, consiglio grandioso: grazie Daniele!
RispondiEliminaun mondo silenzioso e pacifico è dentro di noi ma riceve le scosse che non sempre possono contribuire all'emersione della verità
RispondiEliminain quanto spesso
vanno in direzione contraria
e col mare e le maree
cercano di seppellirne le ragioni d'esistenza
quanto all'uomo e le sue battaglie
la parte importante dell'essere
è pur sempre esser-ci
e co-essere
che questo possa voler dire
essere-con
o essere con-tro
ascoltare il silenzio è solo possibile
credo si possa e non si possa
dipende dal contesto
dalla libertà
dal momento
dalla dilatazione dei polmoni
dal tempo
da tutto e niente penso
silenzio e rabbia possono essere amanti
o nemici
il problema è che il silenzio
quello vero
ha un suono
che si può sentire davvero a brevi tratti
e non credo sia prevedibile quando ciò acade
non dipende da una ricerca
ma da uno stato d'animo naturale
sorry, poco fa ero io, Linch
RispondiEliminaLince
Le conseguenze dell'amore mi ricorda il FILM
RispondiEliminaMi ha fatto male, malissimo!
ti voglio ancora più bene. non credo più agli stiletti del cuore. ma mi commuovo davanti a chi ne è ancora capace...
RispondiEliminalo siamo tutti, Daniele. magari, a forza di cantarcelo sul muso, reagiremo...
RispondiEliminabuongiorno a te compagno.. più tardi con calma mi leggo il tuo post, che ad occhio e croce merita una lettura attenta.. :)
RispondiEliminaGrazie per averlo segnalato.
RispondiEliminaci ho messo un giorno ho cercato parole ma sono restate lì, nell'angolo più vellutato della mia anima.... assieme alle tue.
RispondiEliminaoltre a farmi ridere mi fai anche emozionare???? :D
Io vedo ancora il numero di maggio, sicuro che è on line? O sono io che ho problemi?
RispondiEliminaE i tuoi sbandi personali a me piacciono. Ciao Buon tutto.
un post da leggere centellinandolo parola per parola.. ieri sera ero troppo stanco per concentrarmi..
RispondiEliminabella rivista letteraria, sembra interessante. ci pescherò qualcosa da leggere seguendo la curiosità del momento.
Nell'attesa si consumano momenti che restano legati, che sanno farsi rievocare. Ed è incanto-dolore di un momento. Fluido il tutto.
RispondiEliminaBel post, Daniele.
Leggerti è così piacevole che solo dopo ho realizzato quanto mettersi in gioco in amore possa far soffrire.
RispondiEliminaSai emozionare e raccontarti in delicati giochi di luce, spero che possano essere catartici questi momenti di te che ci doni.
Un abbraccio.
cri
da vera star, fai anche le raccomandazioni. buone. meno male!
RispondiEliminaTi saludu con sa matita
RispondiEliminae ti stringu sa manu
A s'amigu friulanu
gratzias po sa visìta
passo, così per un saluto :-)
RispondiEliminaMi piace molto il tuo stile, e grazie per la segnalazione. Ciao Giulia
RispondiEliminabel post davvero. e lo stesso vale per il blog "Buràn", di cui non ero nemmeno a conoscenza..
RispondiEliminasaluti
Mac
RispondiEliminail silenzio talvolta impera
in quei casi è necessario farsi ascoltare..
del resto siamo tutti pensanti
a contatto quotidiano
col silenzio
vicinosospesi
alla sua poesia
ho colto il tuo pensiero
sono daccordo osservando dall'alto
molto dipende anche dai contesti
il silenzio spesso si confonde col caos
anche se non in natura
Sapere comunicare col silenzio..... con uno sguardo..... con una carezza.
RispondiEliminaMolte volte reprimiamo le parole sotto una scorza dura, ma i gesti sono rivelatori.
Buona giornata
Le voci le ho azzittite...
RispondiEliminaMa anche tu mi sembra abbia il tuo bel da fare a "controllare"...
...ma poi ha così tanto senso?
s.
Ben ritrovato, Daniele.
RispondiEliminaSempre piú aulico.
Post delizioso... e quei mozziconi... e il grande Sorrentino e, poi, come non passare da uno che ha Goodman come avatar??
RispondiEliminaBe' ne è valsa la pena. ;-)
sapersi intendere con un silenzio, colma
RispondiEliminae arricchisce....
ciao
Chapuce
saludus e cumplimentus!
RispondiEliminaa si biri [ci vediamo]
amicizia ricambiata! ;-)
RispondiEliminaa presto, allora.
O ai provât a fâ il zîr che tu conseavis su Buran. Verementri un biel regâl par cui che al à cûr lis contis. Ma dî che al è un blog al è impiçulî il prodot. Nol è un diari, come che o pensi che al varès di sedi un blog, al è un alc di plui.
RispondiEliminahai fatto bene a segnalarlo, tra l'altro ho visto che collaborano colleghi che conosco!
RispondiEliminaciò che scrivi mi commuove sempre anche se non passo spesso...
RispondiEliminalo sai...in silenzio...
ma lo stiletto sai mi fa sanguinare ancora un po' -almeno per il momento- passerà...