Революция! (Чтение)
   
Rivoluzione!   (Una lettura)



Il Post è lungo; non è mia abitudine, ma l'argomento senz'altro si presta a molte polemiche, a ricordi, a nostalgie e a molti errori. Quello che leggerete (bontà vostra) è la traduzione di un articolo che potete trovare qui. Il lavoro in Italiano l'ha svolto l'Amica Miru, "Blogger" eccelsa, con la consueta bravura, profondità, serietà, onestà intellettuale e capacità che la contraddistinguono, e che ringrazio di cuore. Perchè ho voluto lasciarlo a tutti Voi? Per discuterne, se vi va, o solo per capire se è vero che i sogni sono impossibili da realizzare. Una cosa è certa: la differenza la fanno sempre le persone. In qualsiasi caso.
Up-date: adesso la traduzione è completa. Se qualcuno vuole scaricarla, insieme ad altre, sempre rese in Italiano dalla Miru, il link è qui.

Un Ottobre per noi, per la Russia e per il mondo intero
Appello di 17 intellettuali e artisti russi

Non sorprende che il novantesimo anniversario della Rivoluzione d'Ottobre in Russia sia diventato oggetto di vasta attenzione. Gli eventi dell'ottobre del 1917 furono, di fatto, un terremoto che scosse il mondo, alterandone le fondamenta economiche, sociali e culturali. Molti mezzi di informazione raffigurano questo fenomeno di portata storica mondiale come un semplice colpo di stato messo in atto da un manipolo di cospiratori e avventurieri con l'aiuto dei servizi di sicurezza occidentali. È circolato di tutto: sfacciate bugie, distorsioni dei fatti e calunnie su coloro che presero parte a questo evento importantissimo e vi si misero a capo. Ancora oggi si ripetono le vecchie fiabe secondo le quali il "colpo di stato d'ottobre" fu messo in atto dall'"agente dei tedeschi" Lenin e dalla "spia degli anglo-americani"
  1. Ok per il post lungo. La lettura ci sta tutta. Anzi grazie a chi l'ha tradotto, rendendolo disponibile in italiano.

    Quel che noto così, ad una prima lettura, è la chiave che - per i miei gusti - è la più importante: quella delle condizioni sociali, prima ancora che economiche, che hanno portato alla rivoluzione.

    Ed è terribile notare come alcune di quelle condizioni siano ancora oggi attuali in tutto il mondo.

    Credo anche io che sarebbe interessante aprire un dibattito. Ma visto che in fondo al post c'è scritto "continua"... magari aspetto con piacere di leggere il seguito ;)

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  2. col tempo e con la paglia me lo leggerò tutto. Però una cosa posso dirtela subito. La violazione del monopolio della violenza, detenuto da che siam fuori dal medioevo dallo stato, comporta la violazione di tabù incrociati di natura religiosa, politica e filosofica. Una parte della sinistra ha voluto tagliare corto con la storia dei "compagni che hanno sbagliato" aderendo ad un pacifismo che ipostatizza l'abiura a qualsiasi tipo di violenza. Secondo me non c'è problema. Tanto quando le rivoluzioni (quelle vere) arrivano, hanno la caratteristica di fottersene delle nostre ipostatizzazioni.

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  3. Caro Macca,

    il fatto è che il malloppone è tremendamente interessante, sia culturalmente sia politicamente.

    E ci rifletto su.

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  4. (con rispetto) Minchia!

    Monolitico ma molto interessante

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  5. leggere conferme di quanto sospettavo mi conforta. quanto e più del fatto che Einstein ci credesse...

    p.s. oggi ha esagerato un tantino con gli accostamenti, Prof...:-)

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  6. ma proprio oggi il post lungo? questo post lungo? letto. ora metabolizzo. che non so com'è ma mi si muove qualcosa dentro (e il virus di Sara non c'entra nulla) :P


    sevedone eh .... bacio

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  7. Ho letto metà articolo ... stasera continuo e commento.

    Intanto lascio un saluto!!!


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  8. Lo leggo più tardi, ho fatto capolino dal lavoro..


    ti lascio un salutone.


    Cri

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  9. me lo son stampato, ho visto che merita una lettura attenta, poi ti dirò anche con il continuo!!

    chicca

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  10. Grazie dell'indicazione. Ora, con calma, leggo.

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  11. Un po' lungo, ma ne vale la pena.

    Richiama bene un tema che spesso dimentichiamo, perchè guardiamo a quegli anni con gli occhi di oggi (e del fallimento economico del modello sovietico)

    Negli anni tra il 1910 e il 1950 la gente faceva la fame di qua e di là. Per molto tempo, mentre qui c'era la dittatura, o altrove la grande depressione, e sopratutto tanta fame, quel modello sembrava veramente "il sol dell'avvenire"

    Solo con il boom economico 8e con la corsa agli armamenti) le cose hanno preso una certa direzione.


    Aspetto il seguito..

    intanto un sorriso come ti va

    Mister X di COmicomix

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  12. Uh, allora torno domani con calma... che l'argomento mi interessa...

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  13. E' davvero interessante e davvero la storia viene raccontata solo a pezzi. Grazie per questo tuo post

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  14. Gran Post, Gemellone!!! Il link sul mio blog in "Coffee Breaks" era più che doveroso! Un abbraccio.

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  15. No Macca, usgnot no, no ai la fuarce di frontâ chel modon. Lu frontarai cuant che o soi plui fuart e in me.

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  16. davveero un gran bel post, lo leggo solo oggi insieme a quello della lettera dell'anonimo (triste, odio gli anonimi che criticano in modo così vijacco, bella la tua risposta, umile e ironica)...che dire? son d'accordo con quanto riportato, che ci sono ancora giovani che credono neji ideali della rivoluzione russa, che rispettano gli insegnamenti valutandone anche gli errori dai quali imparare e mijorare, ho trovato questo articolo onesto e ricco, lineare ed equilibrato...consijo la lettura dell'articolo in omaggio al novantesimo che trovi sul sito linkato dal mio blog sotto "falce martello"


    complimenti...lungo ma ti ho letto davvero con piacere


    www.petali.splinder.com

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  17. Vale lo stesso commento fatto al post prima di questo. Ciao!


    caro Daniele

    ( scusami il confidenziale), la tristezza più grande, il fatto più grave rispetto ai nostri tempi beceri di televisione ciarpamata è che le nuovissime generazioni, quelle nuove e quelle meno nuove-per intenderci parto dai 18enni e arrivo ai 40enni- non studiano più la storia e non ci sono più insegnanti che la spiegano come si faceva un tempo. Se la storia della Rivoluzione d'ottobre deve essere solo affidata alla faccia di Diliberto, mi viene voglia di piangere, ma sono rimasto esterefatto nel guardare quella trasmissione sulla seconda rete, perchè era scandalosa per il riduttivismo generico che nemmeno il più prezzolato libro di regime di destra avrebbe ostentato.Oggi purtroppo passa tra i giovani una retorica della non violenza dichiarata ed esibita, quel buonismo sdolcinato che va tanto di moda in una delle società più sanguinarie e sanguinolente e violente che i tempi abbiano mai conosciuto, che lascia interdetti, della serie:si predica bene e si razzola male. Ecco che allora per quel buonismo sdolcinato la Rivoluzione d'ottobre diventa un fatto violento e viene immediatamente ricondotta ai gulag e a stalin. Non viene in mente a nessuno di spiegare le fasi,i momenti, le trasformazioni degli eventi sociali, che non sono mai pacifici e che contengono in loro i germi di molti possibili sviluppi sia negativi che positivi. Anche la rivoluzione francese fu un bagno di sangue, anche quella americana, anche quella inglese che fece cadere le prime teste regali. Tutte le rivoluzioni contengono momenti innovativi - di rivoluzione appunto- e momenti degenerativi di ritorno all'ordine e se si volesse tener fede ai termini rivoluzione in astronomia indica un giro completo che un astro fa intorno al proprio asse o quello di un pianeta intorno alla sua stella fissa. Dunque come dire: ogni rivoluzione ha come contraltare il ritorno ad un ordine autoritario, ma mentre succedono queste cose, alla fine il terzo non dato che rappresenta il nuovo nella storia, Hegel potrebbe dirci qualcosa in proposito. Ma chi le sa più queste cose? Se ci si abitua ai discorsetti semplici ammansiti dalla TV o a quelli ideologici di rappresentanza ed è chiaro che non si sa più fare una valutazione della complessità sociale, la quale non si capisce né col buonismo veltroniano né con le piagliacciate di diliberto di riportarsi la mummia di lenin in Italia. Si capiscono studiando una disciplina che sta scomparendo per la cattiva coscienza di chi ci governa, per l'ignoranza di chi organizza palinsesti televisivi. Se gli antichi dicevano Historia magistra vitae, una ragione ci doveva pure essere. Ma già, loro era antichi invece noi saremmo i moderni che però sono diventati tutti imbecilli.



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  18. stìcazzi! ho trovato che cosa fare questo uikend...leggere stò post...:*§

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  19. Questo articolo, per quanto lucido e piacevole, non risponde ad alcune domande cui mi è difficile trovare risposta (c'è da dire che sono decisamente ignorante in materia).


    1) Per quanto ne so, a Mosca e Pietrogrado la rivoluzione è stata innescata dai bolscevichi con l'appoggio di parte dell'esercito. Nel resto della Russia lo spontaneismo è stato determinante. I soviet non erano nemmeno diffusi in tutto il territorio.

    In sostanza, non riesco a capire quanta parte della popolazione (fuori dalle grandi città) ha partecipato attivamente agli eventi rivoluzionari, e quanti invece hanno subito gli eventi delle "capitali", come capita solitamente nelle rivoluzioni.


    2) Nell'analisi della crisi sovietica, mi sembra che si evada la domanda. E' chiaro che rinnegare i principi rivoluzionari porta, dal punto di vista socialista, al fallimento della rivoluzione... quest'affermazione mi sembra un tantino tautologica.


    Tuttavia, a mio avviso, la domanda dovrebbe essere piuttosto come è stato possibile che i principi della rivoluzione si siano persi in modo così drammatico, con la concentrazione del potere in un solo uomo o in una più o meno stretta oligarchia.


    Questa è la domanda posta da tutte le rivoluzioni: come si passa dalla rivoluzione francese all'impero napoleonico? come si passa dalla rivoluzione iraniana alla dittatura religiosa (qui il discorso è complesso perchè il processo è ancora in atto)? Come si passa dall'ottobre rosso allo stalinismo?


    Finchè non si dà risposta a questa domanda secondo me non si può "progettare" alcuna nuova rivoluzione, che sarebbe destinata a perdersi come si sono perse tutte le precedenti.


    La mia "intuizione" è che marxismo, socialismo rivoluzionario, anarchismo, ecc... danno risposte rivoluzionarie adeguate alla conquista dell'equità sociale. Sono strumenti di lotta. Ma a me appare evidente che non danno alcuna risposta al mantenimento stabile di una società egualitaria, visto che "precipitano" sempre in uno stato di ingiustizia sociale non dissimile dallo stato iniziale.


    Il mio sospetto è che sia necessario elaborare nuove ideologie e nuovi modelli sociali ed economici che diano risposta a questo problema. Magari qualcuno lo ha già fatto, e nemmeno lo sappiamo.


    D'altra parte, non si può sorvolare superficialmente sul principio di necessità della dittatura del proletariato, di riduzione temporanea della dialettica politica. Non mi sembra che l'articolo affronti questi problemi cruciali.


    La rivoluzione d'ottobre costituisce, oggi che ce la ritroviamo ormai alle spalle, un punto di riferimento fondamentale da tenere in conto. Dalla rivoluzione di ottobre nascono secondo me molte domande. Dare una risposta a queste domande non può che essere l'unico punto di partenza per l'elaborazione di nuove idee di rivoluzione che, oltre a partire da condivisibili principi, possa mantenere in piedi se stessa.


    Sperando di non aver scritto troppe sconcezze, ti ringrazio per aver pubblicato l'articolo.

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  20. finalmente ho letto tutto , tutto e sono sostanzialmente d'accordo,sicuramente la rivoluzione d'Ottobre ha scosso tanto e per fortuna, molta della storia contemporaneo io la farei nascere da lì.

    in particolare ho estrapolato alcune frasi che mi sembrano fondamentali per cercare di capire e sulle quali concordo in toto:


    **Fu un terremoto sociale, un uragano, uno tsunami che nessuno avrebbe potuto provocare semplicemente evocandolo... ***


    sì non è possibile pensare che fosse solo un piccolo gruppo che produsse tutto questo, su questo concordo profondamente!!



    ***Per qualche ragione, i detrattori del "Colpo di stato di Ottobre" dimenticano la crisi profonda in cui la Russia era stata gettata dalla monarchia zarista e dal Governo Provvisorio successivo***


    certo , di solito chi vuole minimizzare il tutto non ricorda cosa era la situazione economca sociale della Russia in quel periodo!!


    **Grazie alla Rivoluzione d'Ottobre nel mondo apparvero due sistemi sociali contrapposti, una circostanza che contribuì molto a determinare il successivo sviluppo dell'umanità.***


    questo credo sia innegabile!!!




    **La storia sovietica incluse grandi conquiste e spaventose tragedie.**




    ***Tuttavia concordiamo sul fatto che il rifiuto dei principi del potere del popolo, dell'internazionalismo, della giustizia e dell'umanesimo nati dalla Rivoluzione d'Ottobre è destinato a portare prima o poi alla catastrofe una società che stia costruendo il socialismo. Questo è ciò che è accaduto nell'Unione Sovietica.***


    penso che sia esatto!!


    grazie molte Daniele per questo contributo.

    chicca

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  21. bellissimo articolo. Le idee sono idee. Gli uomini possono essere così sublimi da metterle in pratica, ma altrettanto perversi nel distruggerle e distorcerle. Far finta che non esistano, pensare che siano loro a portare il disagio e il disordine, è tipico di chi vive meschinamente, chiuso nel ciarpame.

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  22. il post necessita di posizione comoda,carta e penna .ritorno tra un po'

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