Tutto e niente
Sono passati diciasette anni dalla prima pagina pubblicata on-line: il 13 Novembre del 1990 è la data riconosciuta come inizio dell'era di Internet (anche se, in realtà, il giorno ufficiale sarà quello del 6 Agosto 1991). Come sempre, tutto sembra lontano. Quell'anno vidi la Spagna giocare i Mondiali qui, nella mia città: non avevo ancora litigato per una donna (nota: la cosa più idiota dell'Universo), ma la cosa sarebbe accaduta da lì a poco. Volti, strade, città, eventi, scazzi: la vita, è passata in questi diciasette anni. Mi stupisco di quante cose riesca a dimenticare, a non trattenere. E lo dico proprio dalle “pagine” di un Blog, che ormai è una cosa normale, anzi, banale. Un altro pianeta, fatto di aperture infinite e splendide cose; nel contempo, portatore di inenarrabili schifezze. Però una maniera per ritornare a pensare, ricordare e capire. Un bel Compleanno, direi, con una nota ottimistica per me quasi inusuale. Non serve fare gli Auguri a tutti. Ogni giorno può essere migliore. Sta a Noi.
“Perchè scrivo? Per paura.
Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile” .
FABRIZIO DE ANDRÉ
(Come a dire che, ad un certo livello, Internet non serve a nulla).
Richard Hamilton, "Just what is it that makes today's home so different?", 1993, Tate Modern, London.
Sono passati diciasette anni dalla prima pagina pubblicata on-line: il 13 Novembre del 1990 è la data riconosciuta come inizio dell'era di Internet (anche se, in realtà, il giorno ufficiale sarà quello del 6 Agosto 1991). Come sempre, tutto sembra lontano. Quell'anno vidi la Spagna giocare i Mondiali qui, nella mia città: non avevo ancora litigato per una donna (nota: la cosa più idiota dell'Universo), ma la cosa sarebbe accaduta da lì a poco. Volti, strade, città, eventi, scazzi: la vita, è passata in questi diciasette anni. Mi stupisco di quante cose riesca a dimenticare, a non trattenere. E lo dico proprio dalle “pagine” di un Blog, che ormai è una cosa normale, anzi, banale. Un altro pianeta, fatto di aperture infinite e splendide cose; nel contempo, portatore di inenarrabili schifezze. Però una maniera per ritornare a pensare, ricordare e capire. Un bel Compleanno, direi, con una nota ottimistica per me quasi inusuale. Non serve fare gli Auguri a tutti. Ogni giorno può essere migliore. Sta a Noi.
“Perchè scrivo? Per paura.
Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile” .
FABRIZIO DE ANDRÉ
(Come a dire che, ad un certo livello, Internet non serve a nulla).
Richard Hamilton, "Just what is it that makes today's home so different?", 1993, Tate Modern, London.
che perla, la frase del faber
RispondiEliminaè vero, la rete è bella perché è nostra, è una grande conquista, che tutti noi contribuiamo a costruire un po' alla volta
mi piace, la rete, si vede?
ciao caro, domani ti scrivo
luca
e ci metto anche l'emoticon: :-)
RispondiEliminae ci metto anche l'emoticon: :-)
RispondiEliminae ci metto anche l'emoticon: :-)
RispondiEliminae ci metto anche l'emoticon: :-)
RispondiEliminae ci metto anche l'emoticon: :-)
RispondiEliminanon avevo ancora litigato per una donna, ok. ma avevi già litigato con una donna, vero?
RispondiEliminasai Daniele, quella frase di De Andre' me la sono segnata anch'io...buona giornata!
RispondiEliminaBeh..il '90....è davvero un'altra era.
RispondiEliminaInsomma..internet è già vecchio. ;)
Sull'utilità dei blog sono scettico da tempo e, da tempo, penso di chiuderlo.
Confesso che nel tenerlo aperto son spinto da un po' di narcisismo, nel senso di autoaffermazione.
Ma almeno io lo confesso.;)
Ciao Daniele.
RispondiEliminaQuesti diciassette anni nell'era di Internet sono stati anche caratterizzati da eventi come la prima e seconda Guerra del Golfo, il piduista a capo del Governo e dell'informazione "mainstream", i fatti (ancora da chiarire-tanto per cambiare) di Genova, New York, il Patriotic Act e il pretesto del terrorismo per la limitare la libertà altrui e non ultimo i nuovi poveri che qualcuno per vergogna però li chiama semplicemente precari.
Credo che gli ultimi diciassette anni si siano stati purtroppo contraddistinti per dei punti di non-ritorno. Questo non significa non essere ottimisti; è solo un modo come un altro per ricordare che bisogna di nuovo sudare e rimboccarci le maniche, prendere pala e piccone e costruire tutto da capo.
Sempre attenti però a quando ci chiniamo: il nemico ovviamente è alle spalle..
Ciao Salvatore
serve internet. non ti avrei conosciuto!:-)
RispondiEliminaabbraccione, Prof
Ciao Daniele ... buongiorno anche a te.
RispondiEliminaInternet e l'informatica sono tra le cose più belle che l'uomo moderno ha creato (almeno per me). Quindi se oggi è il compleanno di Internet, auguri a tutti!
Vi saluto dunque, per rimanere in termini di nascite "informatiche", con la frase più celebre della storia dei software: "Hello World!"
...pensare che tutto è partito da questa frase!
Un abbraccio!
anche io mi segno la frase del Faber,
RispondiEliminami sembra una buona ragione per continuare a scrivere!
baci e
un grande e caldo abbraccio
C.
Novembre, tempo di rendiconti?
RispondiEliminaAnche a me sta capitando di viaggiare su passerelle pericolosamente traballanti tra presente e passato remoto, accorgendomi di quante voragini sembrano essersi formate.
Italia 90 per me, che abitavo a Cagliari ed ero un viso pallido, fu il timore non infondato di finire nel bel mezzo di una carica di celerini ai tifosi albionici.
Internet, invece, a me ricorda VOL-Video on Line, e IOL-Italia on line, i primi web provider nazionali da tempo scomparsi, assorbiti dai pesci grossi entrati in seguito. La navigazione a 28,8 kbps con Netscape 3, Yahoo che impazzava con la vecchia interfaccia grigio fumo, i siti e i forum che oggi apparirebbero poveri e artigianali...tutto questo, nel 1996, mi appariva un lusso sibaritico e l'interattività qualcosa di terribilmente eccitante...
Buona giornata
Computer, commento, copia...
RispondiEliminaQuesto che sto scrivendo è un riassunto di come può cambiare la vita a un essere umano di soli 68 anni. Grazie a mio nipote Andrea il giorno due di gennaio 2007, mentre camminavamo per i vicoli antichi di Ceglie, mi ha tirato per mano e mi ha fatto entrare dentro la bellissima e nascosta chiesa di San Domenico. C'era una mostra di quadri, e ci siamo fermati per circa un'ora, lui che ammirava la chiesa e scattava immagini, io che ammiravo anche i quadri di Pino Santoro. Sono sempre rimasta affascinata dalla pittura, dai musei, dalle mostre organizzate. E qui è nata una grande amicizia, grazie a Pino che in aprile mi ha presentato sul suo blog. E' così che ho iniziato con mille sbagli, mille paure a scrivere le mie vere emozioni, a postare le mie immagini. Oggi sono contentissima di questo spazio, che ha completato la mia già grande famiglia, questo mi fa sentire viva e spero che continui a crescere.
Grazie Pino,
grazie amici
che mi venite
a salutare
mi date
la buona notte
e mi lasciate
rose rosse
grazie ai vostri
incoraggiamenti
io sto camminando
insieme a voi
in uno spazio virtuale
che ormai per me
è diventato reale.
Franca Bassi
ti segnalo il nuovo blog
RispondiEliminaww.circoloromaliberale.splinder.com
buona giornata! :-)
Internet ha comportato una rivoluzione nel campo della comunicazione e io adoro...le rivoluzioni
RispondiEliminaciao
angela
Ci penso e poi ti dico.
RispondiEliminaQuanto alla Rete, buon compleanno! ma è così cambiata nel frattempo e non sempre in meglio.
RispondiEliminaRicordo tempi decisamente migliori - più educazione, più sostanza, più qualità, più generosità: era uno strumento nato, una volta sottratto al monopolio militare di Arpanet, per condividere gratuitamente informazioni. Ora - mah... tanto marketing, tanta comunicazione commerciale, tanto inutile rumore di fondo, che rischia di farti perdere anche le cose importanti, invischiati come siamo nella grande ragnatela. Perciò credo mi è rimasta una istintiva simpatia per gli url che non inizino col fatale www. E magari, se c'è in giro qualche vecchio programmatore di quelli che hanno iniziato con basic, capirà cosa intendo.
Tuttavia, non credo che, a un certo livello, internet non serva a nulla, e soprattutto non per la frase di De André, che era molto timido di natura, e anche un po' permaloso, e quindi dice delle cose, anche caratterialmente per lui, certo molto vere, ma anche di una tale ovvietà...
Mi sconcerta il fatto che colpisca così tanto: praticamente non conosco scrittore che parlando del proprio lavoro non abbia espresso gli stessi concetti. E' pur vero che i luoghi comuni non sono altro che verità ripetute così tante volte da renderle banali...
Ciao
f.
io scrivo perchè sono incapace di scrivere
RispondiEliminaLdS
Io non so perchè non rcordo date e compleanni... Non è una difesa al passare del tempo, ma è perchè non mi piace che la vita sia scandita. Detto questo è bello che qualcuno le date le ricordi perchè di riferimenti c'è bisogno. Non avevo avuto la percezione che fosse già passato tanto tempo. E se a volte non ci scrivessimo due cose da qualche parte avrei l'impressione che la vita si dissolvesse nel nulla. Si dissolverà forse lo stesso, ma per lo meno io posso sfoglare le pagine della mia vita ed allora ricordo che sono esistita... Un abbraccio e grazie, grazie di tutto. Una cosa è vera, è bello incontrarsi almeno qui. Internet accorcia le distanze e di questo sicuramente ha merito. Giulia
RispondiEliminabuona settimana!
RispondiEliminaSenza Rete, non staremmo qua .... Che grandezza! Che invenzione!
RispondiEliminaLorenzo :-))
Per fortuna la scrittura e lo scrivere esistevano prima della rete.
RispondiEliminaChe è solo un mezzo, come il blog, per comunicare.
Può servire o meno a seconda di come lo si usa.
Un po' come il cervello...
Ciao Daniele buona giornata.
Quoto in pieno lapardaflora, che ha definito prfettamente quel che avrei voluto dire mentre leggevo il tuo post
RispondiEliminaPerò io Faber non lo trovo banale.
RispondiEliminaScusate.
Daniele
correva l'anno 1979 e oggi correvo io in una strada nuova...festeggio il fatto che sono il ventitreesimo commento di un post scritto oggi, hai fatto parlare Faber, lo ricordo quotidianamente perchè riesce ogni giorno a stupirmi con le sue frasi, scritte per paura?
RispondiEliminaognuno mistifica come sa fare, io sono solita usare sarcasmo ed ironia, non sempre viene apprezzata, anzi...ma quanti modi ci sono di fare gli auguri?!
buona giornata
Quoto Roby, naturalmente :-) ma aggiungo un VOI!
RispondiEliminaA volte la normalità sembra banale. Non serve dire cose straordinarie quando non ci sono cose straordinarie da dire! ;-))
RispondiEliminavisita
RispondiEliminawww.circoloromaliberale.splinder.com ;-)
Sicuramente non fa freddo come lì..però un cappottino io lo porterei..
RispondiEliminaNon so,io ho gli standard di qui..
:)
ps.al momento sono 12gradi..
ogni giorno scivolo in una storia. da quando esiste internet anche di più.
RispondiEliminanon è importante dove, importante è scivolare. anzi, annegare nelle storie.
Ciao, è un periodaccio lavorativo demenziale...
RispondiEliminasicuramente uno stato emozionale ma ho scritto un post vecchia maniera...quindi se non capisci rientra nel normale!
RispondiEliminal'importante è farti interpretare...spero almeno...ciao
Daniele,
RispondiEliminaimmaginavo che la cosa non sarebbe passata liscia, anche se non volevo fare polemica, ma solo esprimere un sincero stupore...
Tu parli della Rete, della quale parecchi anni fa scrissi che davvero era il “luogo” nel quale il Verbo era Dio, e chi vive dentro questo regno della parola si stupisce del fatto che si scriva per paura; per potersi, nella finzione, confessare restando irraggiungibili e insospettabili!
Allora, tanto per maggiore chiarezza: non ho detto che De André sia banale, (anche se IMHO delle cose banali le ha davvero scritte, e in genere non le amava neppure lui... perciò facevo riferimento a quell’aforisma sul luogo comune, che rende un po’ di dignità alla banalità, spiegandone la genesi) ho solo detto che *quella sua frase* sopra riportata, non mi pare poi sprizzare tutta questa originalità da giustificare di essere vissuta, per un occasionale lettore, come una sorta di illuminazione sulla via di Damasco, come invece sembrerebbe.
Anche a lasciare stare tutti gli scrittori che le hanno sempre affermate, come già scritto, persino io, che non sono nessuno, ho pensato spesso le stesse cose, e forse nella sostanza le ho anche addirittura scritte, nello spiegare perché a volte mi è capitato di raccontare la storia di alcuni esseri umani che ho incontrato nella mia vita e che in genere non ci sono più; comunque, ho sempre pensato che dietro ad ogni creazione artistica vi sia la paura della mortalità e il desiderio dell’immortalità, anche attraverso i brandelli di sé che l’Autore, spesso in modo chiaro solo a lui, sparpaglia liberatoriamente nella sua opera, così che noi non sappiamo mai quando parli di se stesso e quando di noi lettori o di entrambi, e temo che la cosa sia così universalmente risaputa al punto che lo si dica persino nei manuali scolastici.
De André quindi in quella frase dice cose verissime, ma che sono assolutamente ovvie, scontate, risapute etc, ed è questo quello che ho detto e che confermo. Come per altro sono spesso ovvie le cose vere, che proprio perché profondamente vere dovrebbero far parte della consapevolezza comune.
Per dire ciò che dice Biancac in altro modo: anche le cose straordinarie diventano normali, quando sono patrimonio di tutti.
Ed è qui la cosa che mi sconcerta, non certo le affermazioni di De André: che invece queste cose vengano percepite come fosse la prima volta che il narrare è giustificato in quel modo, o che comunque sia la prima volta che, avendoci magari pensato da soli, si ha la rassicurazione di un referente autorevole che la pensi come te, tanto da sentire il desiderio di enfatizzare questa sensazione, ricopiare la frase per non perderne il messaggio etc. E quindi, mi sconcerta e mi dà da pensare l’evidenza, direi indiscutibile, della poca consapevolezza esistente attorno alle motivazioni dell’atto di scrivere, proprio da parte di una serie di persone che quell’atto di scrivere lo ritengono così importante da dedicarci del tempo ogni giorno o comunque appena possano. E anche se ho preso questo spunto per evidenziarlo, è qualcosa che ho spesso notato anche in altri contesti, e che non può non colpire, soprattutto qui dove la scrittura (compresa quella della programmazione) è davvero tutto: perché la riflessione sul perché scegliamo di compiere certi atti è qualcosa che mi è sempre parso imprescindibile dal compimento effettivo di quegli stessi atti.
La cosa mi ha fatto venire in mente la descrizione che un personaggio di un vecchio romanzo di Sgorlon dà di se stesso, ancora ragazzo immaturo e un poco selvaggio - alla maniera di Rousseau, per capirci: “Vivevo con la testa piena di vento, correndo qui e là senza sapere perché, né cosa cercassi...”.
La rete è una grande conquista a disposizione di tutti , e come tutte le cose a disposizione può essere usata in nodo positivo o negativo
RispondiEliminaMa nessuna polemica con Te, cara.
RispondiEliminaFigurati.
Anzi, grazie per aver espresso ancora una volta così chiaramente la tua idea.
Tra Noi non ci sono problemi.
Un abbraccio.
Daniele
Jo Daniè o ssoi tentât di dâ reson a Faber, ma no ai propite tante pôre. O scrîf plui par salvâmi. Salvâmi de masse savietât , ma ancje di no dâ fûr cul cjâf, salvâmi par scjariâmi e sbrocâ la rabie e salvâmi par dâ une reson a une passion: cussì i doi la motivazion plui alte che sedi e nissun al po rompimi lis balis cuant che o soi daûr a scrivi! Mandi, ti spieti.
RispondiEliminaQuoto Roberto ;)
RispondiEliminae a quest'ora non posso che darti la buona notte
con un abbraccio
cri
La frase di De Andrè proprio non la comprendo.
RispondiEliminaLa rileggerò domani con calma.
17 anni fa ero più giovane e, data l'importanza che dò all'apparire, perchè il mio essere è inconsistente, sono molto triste.
Baci, Daniele.
danis
Faber, certo, non è banale. personalmente mi ci trovo in quello che scrisse, se mi analizzo un po'. ma nella rete in fondo scrivo. e leggo. e... niente, confermo quanto detto sopra!:-)
RispondiEliminaabbraccionio!
e tu sei portatore di inenarrabili ricorrenze!
RispondiElimina(anch'io mi stupisco sempre delle tante cose che passano giusto per farsi dimenticare)