Consigli di lettura
   
(mi piace il latte, ma ghiacciato)



Seguo un consiglio letterario, quello dell'amico "Klochov". C'è una sorta di sottile piacere ad andar per librerie ad Agosto: quello di vedere che sono piene, gente che compra anche cinque o sei libri. E sei lì che ti chiedi se s'atteggiano o se una massa consistente di persone davvero non c'entra mai, in quei luoghi: quindi pochi che leggono come matti. Le facce sono quelle seriose di chi sta per cambiarsi la vita. Ve bene. Mi sono fatto il mio bel bigliettino attaccaticcio (brevetto tedesco) con autore, titolo e casa editrice scritti in stampatello (oh, fare il Geometra servirà a qualcosa?). Butto l'occhio: il baracchino delle informazioni è libero. In questa nota libreria (che ha un grande "F" sopra) ci si viene perchè è aperta sempre, non per la prontezza delle informazioni: di solito si guarda a PC se un libro c'è e stop, nessuna altra notizia.

"Dovrei averlo", condizionale. O c'è o non c'è, ma è sofismo, questo. Parte: lo scaffale è giusto dietro l'angolo, forse non devo chiamare casa per dire che ritardo. Scartabella, estrae: lo vedo, lo riconosco dalla copertina. Lo appoggia sul bordo e continua. Ci sarà un'altra copia? Un'edizione lusso scontata, con autografo dell'autore? Niente. Torna verso di me: "Devo vedere se è in magazzino". Magari è colpa mia: la grappa di ieri torna su e rincoglionisce. Và al piano di sopra. Già tre spazientiti letterati domenicali che l'attendono. Dopo cinque minuti (abbondanti) torna: "Mi spiace, è finito". Ringrazio, sorridendo (paresi). Vado allo scaffale: è proprio lui, pure bello massiccio e con un titolo grande così. Mi passa il sorriso, ma il libro resta dov'è.

Io non posso avercela con chi lavora in certi posti; m'immagino che, oltretutto, ad Agosto, dev'essere una bella rottura. Mi urta un pò di più chi fa il proprio mestiere senza un minimo di entusiasmo o di voglia, o di conoscenza. Se voglio un libro su Dio o un litro di latte non può essere la stessa cosa. Ma forse sì, a questo punto.
E' sempre una questione di punti di (s)vista.

John Baldessari, "Learn To Read", poster, 2003, Maran Goodman Gallery, New York/Paris.

Commenti

  1. E' semplicemente commercio. Poi, quella libreria fa commercio di massa, per cui o un libro o un litro di latte...

    Io comunque il libro l'avrei preso ;)

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  2. Il libro non l'ho preso perchè avrei dovuto, in un certo senso, "riprenderla", e non mi andava. Era anche carina. Però è divenuta questione di principio, lasciarlo lì. E non ci rimetto più piede, stai tranquillo.

    Daniele


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  3. Orso scorbutico e brontolone che sei.......il latte ghiacciato ti ha fatto congestione??

    Secondo quale principio non l'avresti preso sto benedetto libro, povera commessa caruccia e svogliata mica l'avrà fatto apposta...e tu con delicatezza potevi far finta di niente e prenderlo lo stesso così adesso invece di farci ramanzine agostiane sui princìpi per cui non prendi i libri staresti lì bello al calduccio a leggertelo con soddisfazione. Oppure no.

    Che epr esempio io faccio parte di quelli a cui Gomorra non è piaciuto per niente [non è che non l'ho capito, non mi è proprio piaciuto, è diverso ].

    Birra allora!

    :)

    Bibi

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  4. Sì, orso sono.

    Come dicevo nel commento qui sopra, è diventata una questione diciamo di "principio".

    Avrei dovuto dirgli: "mi scusi, ce l'ha sotto il naso. Che è, non sa leggere?".

    Troppo cattivo, troppo.

    Lo so, questione di lana caprina è, ma non potete mica pretendere il 18 d'Agosto.

    O così o un pistolotto sulla Georgia, l'Ossezia e lo Zar.

    A me va bene, ma i miei quattro (letteralmente) lettori che direbbero?

    Mi porti una rossa, o, in mancanza, una Guinness?

    Dan

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  5. ...naaaaaaa....bastava dire: "Mi scusi, le è sfuggito ma riconosco la copertina, è quello che ha appena posato lì a fianco". Lei avrebbe sorriso, e tu avresti il tuo libro, senza lana caprina metre invece per l'Ossezia ci sto.

    Io doppio malto chiara invece, amarognola.

    :)

    Bibi

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  6. Ma perchè dovete sempre avere l'ultima parola, eh?

    :-))

    Adesso vado a pranzo, posso?

    :-)

    Dan

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  7. i biglietti si chiamano appiccica-spiccica.

    i commessi della grande F mi stanno tutti antipatici, per questo vado nelle piccole librerie dove chi fa questo lavoro ci mette il cuore

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  8. Le piccole Librerie sono meglio, lo so: purtroppo con orari come i miei spesso ci si accontenta.

    D'ora in avanti, mai più.

    Stanne certa.

    (Ti metto nei link: piaciuta a "prima vista").

    Dan

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  9. io sarei tornata dopo allo scaffale a prenderlo :)

    a me piace la grande F perché ci posso girare le ore indisturbata anche tardi e nessuno mi dice niente. un po' come nel paese dei balocchi insomma. poi rischio di essere anch'io come quelli che comprano 4/5 libri per volta e non va bene (per il portafogli e per la mensola che tra un po' crolla). non voglio più entrare in una libreria se prima non finisco i libri che ho già

    (bugia, bugia)

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  10. ...io come lise.charmel, che quoto in pieno.

    ti sei nutrito?

    :))

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  11. Alla "F" è vero, ci puoi girare e nessuno rompe (bella cosa), ma dimmi la verità: ti ci ritrovi? Io noto un GRAN CASINO, con queste distinzioni per i libri perlomeno discutibili, con autori che non capisci che posto hanno e una sorta di generale incuria. Oddio, magari è quella di Udine, così.

    Grazie della visita.

    A presto.

    Daniele

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  12. a milano mi ci ritrovo, ma dipende. male in quella di p.za piemonte (in compenso ho trovato un commesso delizioso che mi ha aiutato a cercare un film bellissimo perdendoci oltretutto il tempo suo personale che stava per andarsene a casa), meglio in duomo, ottimo assoluto in quella di buenos aires. la narrativa è semplicemente in ordine alfabetico per autore, più le collane messe ammetto un po' a casaccio, ma lo stesso libro lo ritrovi comunque nell'ordine alfabetico. forse se ci vai spesso diventa un po' come un supermercato: lo sai a memoria in che corsia sta il tonno in scatola :)

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  13. Sì, la disposizione è come dici tu, ma, egualmente, non la trovo ottimale.

    Ci ho girato spesso, proprio per via degli orari (è l'unica aperta all'ora di pranzo), e forse non mi sono dedicato con cura alla "decrittazione" dei loro sistemi. Trovo più agevoli le altre e con personale senz'altro più competente (a me è capitata questa figliola qui, ma altre non sono male). E' che io, nelle Librerie, ci vado un pò come a Messa (perdona il paragone) e se trovi un Prete che non sa far la predica...

    Ma molliamola lì, sennò la Bibì mi stronca la carriera.

    :-)

    Daniele

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  14. A Daniè c'hai ragione! Co sti grandi magazzini passa la voglia di comperare! Viva i piccoli commercianti che hanno passione a vendere quello che vendono!

    E tu hai fatto benissimo a desistere.


    Un abbraccio!!!!

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  15. Mi spiace aver causato tutto questo ;)


    Io cedo spesso alla grande F anche per motivi venalissimi...

    In quella vicino casa mia c'è una tizia che si muove tra gli scaffali meglio di me nel mio salotto. Spesso se le chiedi qualcosa del suo reparto non guarda nemmeno il computer. Tempo fa ho scoperto che si legge pure tutti i libri per bambini, o almeno uno per 'serie'. Ma è veramente un'eccezione, più spesso è peggio che al supermercato: almeno lì conoscono i prodotti e sanno sempre dove stanno!

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  16. Io l'avrei preso e basta.


    Cmq che libro era? Sono curioso e non mi pare che tu l'abbia detto :-)))


    Ciao!

    Daniele il Rockpoeta

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  17. Il libro è di Richard Dawkins, "L'illusione di Dio" (Mondadori, purtroppo).

    Ora non vorrei che questo mio scritto, tutto sommato lieve (o, almeno, era questa l'intenzione), passasse per una crociata contro la "F" ed i suoi addetti. Come dice "Klochov" ce ne sono e di bravi. Diciamo che è un "post" d'Agosto, via!

    Daniele

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  18. Mio figlio in prestito ha cominciato da un mesetto a lavorare in un caffè-libreria. Non ha mai letto un libro, tranne quei pochi necessari a prendersi la maturità. L'altro giorno mi diceva: Sai, quando mi chiedono un consiglio io gli suggerisco l'ultimo della Fallaci. Puoi immaginare la mia reazione: l'ho catechizzato per una mezz'ora buona. Non credo lo suggerirà mai più. Ciò per dire: non è che anche la tua commessa sia stata istruita a dovere? :)))

    Buona serata

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  19. Ma, sai, non vorrei apparire l'intellettuale sinistroide di turno: e sai che novità...

    Diciamo che penso al lavoro in una Libreria come qualcosa che io farei domani, perchè amo i Libri, sia come oggetti, sia per la loro funzione.

    Non si può, nè si deve pretendere lo stesso da chiunque e non sono neanche cattive persone, tutt'altro.

    Diciamo che gli manca la passione.

    Che, poi, è fondamentale quasi per ogni cosa.

    Sulla Fallaci concordiamo.

    Non è che la rigetto per "partito preso", ma dopo averne letto due libri ("Lettera ad un bambino mai nato" e "Insciallah", di cui peraltro ho capito pochissimo) ho compreso che non mi piace proprio.

    Sperando non sia un delitto.

    Daniele

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  20. Back in Padania, Daniè! :-D


    Io alla grande F ci vado quando ho tempo, visto che per trovare un libro ci metto sempre dalle 4 alle 5 ore. Le divisioni le trovo assurde e non ho voglia di chiedere dopo che una volta uno m'ha sbuffato perché non riuscivo a trovare un libro sul conflitto israeliano-palestinese dopo un'ora di vasche in politica (tutti i libri sull'argomento erano in uno scaffale a parte, vicino ai saggi di Nietsche). :-S

    Un'altra volta per trovare i romanzi di Wodehouse ci ho messo un'eternità, alla fine erano dietro il punto informazioni e allora ho evitato la figuraccia.

    Però tutto sommato mi piace andarci perché ci sono un sacco di poltroncine dove gustare qualche assaggio di libro in tranquillità e c'è una buona sezione fumetti.

    Prima dell'estate ho preso "Il pendolo di Foucault", riuscendo proprio sulle suddette poltroncine a superare lo scoglio di quel maledetto primo capitoletto ambientato al museo. Anche lì, un bel mattoncino di 700 pagine viene inserito nella collana dei Tascabili...a me pare una presa in giro! :-D


    Ciao Daniè, a presto!

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  21. Mio caro, in libreria ci ho lavorato...non la grande F ma un'altra catena che si sta espandendo.


    Io amo i libri, passavo ore a consigliare i clienti e pensa, il direttore diceva che perdevo troppo tempo, dovevo esser più veloce.


    Scelte editoriali...mi considero una delle persone più adatte a lavorare in libreria, senza falsa modestia sono competente e so districarmi in qualsiasi scaffale (la mia libreria mi ha allenata!)....ma money is money, sigh...


    Un abbraccio

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  22. penso che non andrò mai più a F.

    sono scadenti a tutti i livelli, cortesia, competenza.. il libro è solo merce, merce e basta. pensavo di non aver alternative nella mia cittadina invece ho scoperto che c'è una libreria vecchio stampo, di quelle dove la titolare ti accoglie con un sorriso, ti consiglia, ti ordina i libri perché ovviamente è piccola e non può avere tutte le novità. quelle librerie che stanno oggi chiudendo perché soffocate dalla grande distribuzione (ma che piacere c'è nel comprare i libri al supermercato?) e dalle amorfe librerie di catena..

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  23. cmq è una buona lettura.. io studiai quel libro per un esame universitario ma fu un piacere.

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  24. Anche a me sono capitate cose del genere e sono uscita... Almeno se spendo soldi mi scelgo un posto che mi piace dove farlo... Giulia

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