Cent'anni di solitudine
In The Morning You Always Come Back.
Lo spiraglio dell'alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.
Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell'alba
sulle colline scure.
Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell'alba
sommergono le case.
La città abbrividisce,
odorano le pietre ‒
sei la vita, il risveglio.
Stella sperduta
nella luce dell'alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro ‒
è finita la notte.
Sei la luce e il mattino.
(20 Marzo 1950).
"Verrà la morte e avrà i tuoi occhi", Einaudi, 1951.
Ho "riaperto" i commenti: pressioni, pressioni, pressioni (e meno male, mi sa). Però non chiedetemi ancora di seguire tutto. Non sono giorni facili.
Come avrai notato nella mia homepage, stò giusto leggendo Pavese.
RispondiEliminaEvidentemente sarà 'sto momento di "resistenza" che ci accomuna, la qual cosa non può che farmi piacere.
Ciao
Salvatore
bella
RispondiEliminae se chiudi i commenti, come si fa a lasciarti i saluti!?
RispondiEliminaun abbraccio
(e resistere, sempre!
e che facciamo eh? :)
Ciao carissimo!
RispondiEliminaPasso a fare un saluto volante!
Giornate incasinatissime!!!!
Un abbraccio!!!
stupenda.....
RispondiEliminas.
ciao! come va? passa da me quando vuoi..torno in attività:-)
RispondiEliminaNon ringrazierò mai abbastanza la professoressa che al ginnasio mi regalò un libro che raccoglieva scritti di Pavese, tra cui questa "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi".
RispondiEliminaun saluto, danie'
RispondiEliminaBen tornato!
RispondiEliminaUna tra le più belle di Pavese.
RispondiEliminaBellissima, Giulia
RispondiEliminagià scritto tutto, ti lascio un caro saluto, ancora non vedoed è lentissimo, mi fanno male le gambe, per stare seduta a fare solo pochi commenti ciao franca
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