Il Poeta dei marziani
Se la lingua è aspra, se il tuo Mondo è una montagna nebbiosa, difficile vivere di parole. Difficile poter dire , poter fare, poter uscire. Se la mente non t'aiuta e se ne va per suo conto, ancor di più. Federico Tavan è il matto: quello del Paese, ma anche quello della Poesia, che nasce dentro a quei meandri che solo Lui conosce. Una Poesia di terra, di sassi, di urla, di strepìti. Tavan piace, perchè sembra un guitto, quando sputa quelle parole così indecifrabili, strette in un dialetto ostico e quasi perduto. Tavan è eccessivo, istrionico, ma anche sfruttato in un'immagine che non rivela la sua persona. E' anche malato, proprio nel fisico, oltre che nella testa. Da due anni, smagrito, dal viso cambiato, è ricoverato in un Istituto: da solo, con la pensione di invalidità, non ce la fa. Tempo ce n'è poco: si sono mobilitati in tanti, di quelli che pesano, per fargli avere la Bacchelli.
Di quanti soldi buttati leggiamo ogni giorno. Eppure, per chi ha solo la propria Poesia per sopravvivere, tutto (proprio tutto) diventa ostacolo insormontabile. Se questi quattro spiccioli arriveranno, non sarà un atto dovuto, ma un gesto di intelligenza. Ah, cosa rara, di questi tempi.
Tavan parla di navi spaziali, di marziani, di sè e delle sue paure, di buio e alberi, d'acqua.
Per la Società è finalmente un grande scrittore, pur sempre matto, comunque.
Ed io so che i pazzi, invece, siamo Noi.
Offrimi un caffè
Di montagne di silenzi
di poesie del cazzo
di donne che non mi hanno voluto
di '68 che non ho fatto.
Di montagne di amici
che non mi hanno più scritto
di suicidi non venuti bene
non mi resta niente.
Mi sono solo un po' ingrassato.
Offrimi un caffè.
Federico Tavan
Ringraziandovi per il vostro interesse, vi lascio qualche link su Tavan.
"Cràcele cròceles", ed. Olmis, 2003
(andate nella sezione catalogo, poi sez. "Olmis").
Link.
"Augh!", Biblioteca dell'immagine, Collana "Chaos".
Link.
E' attualmente in corso un omaggio fotografico (con catalogo) a Federico Tavan a Pordenone.
Link.
Mi sono sempre domandato se quel "matto" che gira in città, di ufficio in ufficio, sempre di corsa con tanto di seria ventiquattrore, ma in tenuta ginnica con la maglietta della Lazio, ci sia o ci faccia.
RispondiEliminaIn fondo lui sta bene così.
Forse i matti che si costringono a stare "nelle righe" siamo proprio noi.
Sai Daniele, nn conosco molto la poesia di Tavan, mi ricordo di averlo visto sofferente ed ubriaco fradicio nel paese fantasma di Erto e mi ha colpito molto
RispondiEliminaBravo Daniele a parlarne qui...
Sai che non lo conoscevo... Mi è piaciuto molto quello che hai detto, Giulia
RispondiEliminanon per essere sempre rompina, ma tenendo d'occhio la cronaca minore, a quanti altri artisti (penso per esempio a Mulé, l'attore doppiatore decisamente bravo che donava fra altre cose la voce all'orso Yoghi - e tutto il mondo ci riconosce che abbiamo i migliori attori per il difficile mestiere del doppiaggio che ci siano; ecco perchè da noi i film non hanno sottotitoli) sono morti in miseria e, forse ancora peggio, dimenticati da quel pubblico al quale avevano dedicato una vita.
RispondiEliminaPerché di arte, mica c'è solo la poesia, anche se fa tanto intellettuale... ci sono anche, per dire, i professori delle varie orchestre comunali etc, e quasi tutti alla fine campano di carità (sovvenzion tipo il Bacchelli che citi tu) o quasi.
Quando la cultura fa questa fine - e scusate se ho citato Yoghi, che non sarà cultura, almeno alta, ma un sorriso credo lo abbia lasciato nel cuore di tutti , e comunque non è più lo stesso orso dopo la morte solitaria e infelice di Mulé, dimenticato da quasi tutti, salvo poi lavarsi la coscienza coi "coccodrilli" di circostanza.... - è segno che MOLTO non funziona in una nazione, oltre alla indiscutibile crisi economica.
C'è però anche una crisi dell'anima, dello spirito, dalla quale se non si esce, e quando è così sono convinta non si possa trovare rimedio neanche per quella materiale.
Ma spiegaglielo tu a uno più basso di me che però sente l'esigenza di avere 15 ville, ché persino Dio, nella sua magnificenza, si è fermato ad essere uno e trino, quindi case, al massimo, avebbe potuto averne tre!
;-)
ciao
ps. quando mi offri un caffé?
RispondiEliminaCon i tempi che corrono dove la "cultura" arriva a passare nelle mani della premiata ditta Costanzo (Teatro Brancaccio) & Defilippi (Amici) e dove l'ignoranza a scuola farà pure mezza giornata, di storie così "di poco conto" pensi interessino a qualcuno?
RispondiEliminaFa male leggere di questa vicenda e di altre, come Alda Merini e del giovane scrittore sardo citato da Stefania Calledda, dove la cultura e le "teste pensanti" (a buon bisogno definite "matte" perchè scomode) sembrano essere destinate all'isolamento.
ciao
Salvatore
Con i tempi che corrono dove la "cultura" arriva a passare nelle mani della premiata ditta Costanzo (Teatro Brancaccio) & Defilippi (Amici) e dove l'ignoranza a scuola farà pure mezza giornata, di storie così "di poco conto" pensi interessino a qualcuno?
RispondiEliminaFa male leggere di questa vicenda e di altre, come Alda Merini e del giovane scrittore sardo citato da Stefania Calledda, dove la cultura e le "teste pensanti" (a buon bisogno definite "matte" perchè scomode) sembrano essere destinate all'isolamento.
ciao
Salvatore
Con i tempi che corrono dove la "cultura" arriva a passare nelle mani della premiata ditta Costanzo (Teatro Brancaccio) & Defilippi (Amici) e dove l'ignoranza a scuola farà pure mezza giornata, di storie così "di poco conto" pensi interessino a qualcuno?
RispondiEliminaFa male leggere di questa vicenda e di altre, come Alda Merini e del giovane scrittore sardo citato da Stefania Calledda, dove la cultura e le "teste pensanti" (a buon bisogno definite "matte" perchè scomode) sembrano essere destinate all'isolamento.
ciao
Salvatore
No, certo.
RispondiEliminaDi arte non c'è solo la Poesia.
Però volevo sottolineare questa vicenda in particolare: mi sta a cuore.
E, comunque, d'arte ce n'è da vendere: di artisti veri pochi.
E Tavan più che un artista è una persona speciale.
Sempre per me, ovviamente.
Caffè pagato alla prima occasione.
Daniele
il macca! stasera ho troppo sonno arretrato, ma domani ti leggo.
RispondiEliminaIo son tornata a scrivere.
Ti scrivo in privato
Io non lo conoscevo, bella la poesia
RispondiEliminaSpesso le persone al di fuori di certi schemi mentali e di comportamento, superficialmente vengono definiti "matti"... ce ne sono tanti si di Tavan in giro per il mondo! Tu hai fatto bene nel mettere in evidenza uno dei tanti, mi piacerebbe sapere nel nostro piccolo che si puo' fare.
RispondiEliminaC'e' una raccolta di cose sue che si puo' acquistare o valorizzare?
fammi sapere
Dona
di acqua e di respiro...
RispondiEliminabarbara
Non lo conoscevo, mi hai messo la curiosità di saperne di più
RispondiEliminami piace molto questa poesia. ha scritto libri? consigli? dai
RispondiEliminaAggiungerò qualche suggerimento sui suoi libri in coda al post.
RispondiEliminaGrazie, ragazzi.
:-)
Daniele
interessante! andrò a vedere..
RispondiEliminaGrazie per questa segnalazione, hermano
RispondiEliminaPersone, prima che artisti. E il rispetto e l'aiuto per la persona. L'artista poeta o pittore che sia, sembra avere sempre avuto un destino segnato ma ciò non significa che debba essere così all'infinito. Quoto in toto la seconda parte del commento di laparda*
RispondiEliminaCiao Daniele, mi dispiace, per questo uomo solo con i suoi scritti, facciamo qualcosa per aiutarlo.Un caro saluto franca
RispondiEliminasi il caffè te lo offro :)
RispondiEliminaCon dolcezza ricordo i pochi incontri con Federico, quando io giovanissimo, andavo a tirargli sassi alla finestra sulla piazza del suo paesetto.
RispondiEliminaIl suo paese dove, (qui),
"Uchì / a se vîf in blanc e negre / e a se gôza a colours",
si vive in bianco e nero e si urla a colori.
hai scritto una cosa molto bella, mi ricorda un amico che c'è piu'...
RispondiEliminadelicato il tuo dire
grazie
chicca
Grazie dei link
RispondiEliminaDona
scoperta curiosa tavan, ammetto, sono ignorante, non lo conoscevo. Adesso lo scoprirò, poco alla volta.
RispondiEliminaGrazie a Te (con la "T" maiuscola, certo).
un abbraccio grande così.
Ora, mi pare che si stia creando un po' di confusione.
RispondiEliminaCi sono IMHO due distinti problemi, da non confondere: quello del fatto che sovente gli artisti, o perché non hanno saputo essere oculati nei tempi d'oro, o perchè comunque l'arte raramente paga, soprattutto se non sei una star, passata una certa età, non necessariamente veneranda, finiscono malamente, senza una lira e senza neppure qualcuno che si ricordi di loro quando potrebbero ancora fare qualche lavoro (mi viene in mente la storia - vera - di Bela Lugosi, ricordata con affetto nel film Ed Wood da Tim Burton).
E per questo si dovrebbe provvedere come per tutti gli altri lavoratori, affinché possano avere una vecchiaia dignitosa.
Poi c'è il destino di artisti che presentano problemi patologici, e a volte vengono salvati dalla loro arte, che spesso è anche la loro dannazione. Di questo aspetto si è molto interessata Kay Redfield Jamison, in particolare con il libro "Toccato dal fuoco" dove analizza, anche ricostruendo gli alberi geneaologici familiari e gli aspetti ereditari della malattia, la relazione esitente fra depressione e arte. (e non c'è dubbio che la poesia di Tavan è la poesia di un depresso).
La cosa davvero interessante però è che la Jamison, oltre ad essere docente di psichiatria alla John Hopkins University School di Baltimora, e aver dedicato, dopo averci provato anche lei, un saggio al suicidio (che potrebbe esser istruttivo per molti leggere, così magari ci risparmieremmo un po' delle solite banalità che si sentono usualmente di fronte a questo gesto drammatico) è una delle massime esperte internazionali di sindrome bipolare, dalla quale è affetta lei stesssa. Quindi, non solo per una volta si parla di cose conosciute davvero, avendole provate sul serio (cosa molto più rara di quel che si pensi e che per il malato ha un valore immenso, visto che la sensazione di non comprensione è uno degli aspetti più penosi della malattia), ma è anche un motivo di speranza per altri malati psichiatrici, per i quali pare esistano solo il manicomio (che tanto, esiste, esiste ancora...) o il ruolo un po' "mitologico" di persone "strane" o "speciali", a scelta.
furlan ha urlato a colori prima di me. la stessa poesia che avrei ricordato anch'io. Federico l'ho incontrato un po' più di un anno fa. avevo il pancione e mi ha chiesto che nome avrei dato al bambino. "Nicolò". ho risposto "da quando di Federico di sono io, al mio paese, nessuno ha più dato questo nome ad un bambino" ha detto lui, sorridendo da matto... così gli ho fatto una promessa: se resterò incinta un'altra volta e sarà maschio lo chiamerò Federico.
RispondiEliminapoi qualche amico è andato a trovarlo in ospedale e ne è rimasto turbato. credo che sarebbe bello fare qualcosa di concreto per dargli una mano, fosse anche soltanto fornirgli stecche di sigarette.
E' l'Italia che si scorda la propria storia e investe solo in ciò che gli altri vogliono.
RispondiEliminaUn abbraccio!!!
Non lo conoscevo e ti ringrazio per averlo proposto nel tuo blog. La poesia è magnifica. Graffia l'anima e ora comprendo la richiesta "d'un caffé amaro". Vado a guardare cosa si può fare di concreto per lui. E' molto bravo. Buona giornata Daniele*
RispondiEliminaun interessante articolo apparso sulla importante rivista medica americana Lancet, che analizza perché, probabilmente, nessuno ha più dato il nome Federico ai suoi figli. Perché credo che ognuno è importante per se stesso, ma anche che dovremmo essere capaci, dietro a casi più visibili, di saper vedere la massa dei dolenti silenziosi... Altrimenti, invece di cercare di migliorare il mondo, cerchiamo semplicemente di metterci la coscienza in pace.
RispondiEliminahttp://www.ibipolari.splinder.com/tag/kay+redfield+jamison
Ti ringrazio, Daniele, ringrazio i tuoi commentatori e confesso di non conoscere questo artista, ma di sapere che cosa è un manicomio...
RispondiEliminaAlda Merini è riuscita ad avere visibilità, se ne sono occupati in tanti ed a me piace.
E' verissimo, come dice HAVEADREAM che si deve passare sotto la piovra Costanzo-De Filippi per vivere di arte, è verissimo.
Questo tema mi tocca ed ho apprezzato la poesia.
Un abbraccio forte forte.
danis