L'ultima fortezza?
Parlando di "responsabilità civile", nei commenti di qualche giorno fa, è decisamente emersa l'avversione dei più (o, almeno, di chi ha gentilemente commentato) verso l'apatia degli Italiani, presi in massima parte, mai nel complesso. Questa inerzia, rivolta ai problemi più pressanti del Paese, non mi appare cosa nuova, come affemato: è lo specchio di un modo di pensare rivolto all'orticello, mai alla totalità del campo coltivabile. Seppur vero che "la Legge non ammette l'ignoranza", questa ignoranza esiste, voluta, praticata e, se non cercata, nemmeno rifiutata. Pensare che possa servire far intendere che ognuno di Noi è responsabile, alla fine, dello sfacelo, è ostacolo che non riesco a superare da anni. Mi trovo in linea con le affermazioni di molti di Voi, con le citazioni ed i dati, ma resto fermamente convinto che la minoranza attiva di coloro che non si fermano all'immagine del "TG" sia considerata vieppiù una sorta di anacronistica guarnigione a difesa di una Fortezza a cui non arriveranno mai più i rifornimenti.
Certamente troppo pessismistica come visione, questa mia non voglio che appaia come una sorta di resa, mentale, in primo luogo. La complicità indotta della "massa" (termine un pò volgare e sfuggente, ma che rende almeno l'idea), si sa, è benvoluta e finanche incoraggiata. Da chi? Da coloro che hanno capito da molto che la cornice fa la differenza, non il quadro. In questo, pur compatendo moltissimo chi non ha l'animo di definire ed articolare il proprio disagio, anche solo a livello dialettico (e quindi di crescita, dato che vi sono degli interlocutori), ne ammetto l'influenza, l'erosione della legalità e l'avanzamento della svogliatezza e del pensiero posticipato. Dò fiducia, ancora, alla rete ed alla sua funzione d'incontro e sollecitazione, ma mi chiedo, giornalmente, a cosa serve, se il deserto morale avanza, benedetto dai Soloni della funzionalità egocentrica dell'individualità intesa come mutismo. Alla fine l'orizzonte degli eventi sarà guardato solo da poche, stanche sentinelle: fino all'ora del cambio?
Richard Hamilton, from "Release Stage Proofs - Stage Proofs 3", 1977, Tate Modern, London.
Parlando di "responsabilità civile", nei commenti di qualche giorno fa, è decisamente emersa l'avversione dei più (o, almeno, di chi ha gentilemente commentato) verso l'apatia degli Italiani, presi in massima parte, mai nel complesso. Questa inerzia, rivolta ai problemi più pressanti del Paese, non mi appare cosa nuova, come affemato: è lo specchio di un modo di pensare rivolto all'orticello, mai alla totalità del campo coltivabile. Seppur vero che "la Legge non ammette l'ignoranza", questa ignoranza esiste, voluta, praticata e, se non cercata, nemmeno rifiutata. Pensare che possa servire far intendere che ognuno di Noi è responsabile, alla fine, dello sfacelo, è ostacolo che non riesco a superare da anni. Mi trovo in linea con le affermazioni di molti di Voi, con le citazioni ed i dati, ma resto fermamente convinto che la minoranza attiva di coloro che non si fermano all'immagine del "TG" sia considerata vieppiù una sorta di anacronistica guarnigione a difesa di una Fortezza a cui non arriveranno mai più i rifornimenti.
Certamente troppo pessismistica come visione, questa mia non voglio che appaia come una sorta di resa, mentale, in primo luogo. La complicità indotta della "massa" (termine un pò volgare e sfuggente, ma che rende almeno l'idea), si sa, è benvoluta e finanche incoraggiata. Da chi? Da coloro che hanno capito da molto che la cornice fa la differenza, non il quadro. In questo, pur compatendo moltissimo chi non ha l'animo di definire ed articolare il proprio disagio, anche solo a livello dialettico (e quindi di crescita, dato che vi sono degli interlocutori), ne ammetto l'influenza, l'erosione della legalità e l'avanzamento della svogliatezza e del pensiero posticipato. Dò fiducia, ancora, alla rete ed alla sua funzione d'incontro e sollecitazione, ma mi chiedo, giornalmente, a cosa serve, se il deserto morale avanza, benedetto dai Soloni della funzionalità egocentrica dell'individualità intesa come mutismo. Alla fine l'orizzonte degli eventi sarà guardato solo da poche, stanche sentinelle: fino all'ora del cambio?
Richard Hamilton, from "Release Stage Proofs - Stage Proofs 3", 1977, Tate Modern, London.
dell'individualità intesa come mutismo
RispondiEliminacredo che il nocciolo sia proprio qui, l'aver rinunciato alla parola, alla protesta all'indignazione...
come sempre leggerti è un respiro d'aria fresca...
chicca
L'indignazione di molti si ferma quando viene ipotizzato di toccare anche il loro orticello ...
RispondiEliminaLa morale, l'etica, la logica e la legge sono uguali per tutti, ma non quando tocca loro ...
Siamo un popolo di comodi collusi.
concordo con Yedi e di più mi deprimo quando vedo la gente non che non ha mai lottato, ma quella che prima lo faceva e ora ha rinunciato, si è stancata, è delusa, non ce la fa più
RispondiEliminae ho paura che tra poco anch'io
Sai una cosa curiosa? se la memoria non mi inganna, il padre dell'idea dell'orticello da coltivare per avere campi civilmente ubertosi è Rousseau, ancora oggi non capito realmente, e a torto, per questo, accusato di essere il padre del totalitarismo che ha innegabilmente funestato il XX secolo.
RispondiEliminaPerò, anche lui, che di certo era una testa da non buttare via, credeva che il benessere di uno stato e quindi di una società civile si costruissero con il costante, indefesso e indomabile lavoro sulle piccole cose, perché dalle piccole cose derivano le grandi.
Forse, è qualcosa sulla quale tutta la sinistra dovrebbe meditare, con umiltà e tanta voglia di ricominciare da capo, costi quel che costi!
V per Vendetta!
(anche se la Congiura delle polveri di Londra, realista e anti Parlamentare, è storicamente decisamente più reazionaria di quanto film e fumetto, per quanto graevoli, ci abbiano fatto credere).
Il sistema e' organizzato per impedire che spinte democratiche trovino sbocco. In Italia essere democratici e voler far applicare le leggi (una o entrambe le cose) e' eversivo. Dove con eversione si intende il capovolgimento della struttura stessa della societa'. Questo paese e' stato salvato piu' volte dalle minoranze (la costituente del '46 era costituita da una minoranza di intellettuali antifascisti, ma anche Mani Pulite, cosi' come Falcone e Borsellino era l'espressione di una minoranza legalitaria che non rappresenta certo gli italiani). Tutte queste transizioni storiche sono state riassorbite dal sistema, in alcuni casi con il sangue. Si potrebbero fare i nomi piu' famosi, ma credo che un esempio calzante sia quello di Francesco Fortugno vicepresidente del consiglio regionale calabrese ucciso 4 anni fa e che si e' subito voluto dimenticare.
RispondiEliminaIo sono parecchio pessimista.
Se qualcosa ci salvera' potrebbe essere l'interazione di 3 cause: Europa, Internet e crisi economica. Ma a me sembra che la trasformazione dell'Italia in un regime autoritario stia avvenendo molto piu' in fretta di quanto ci si sarebbe aspettato, e senza che si riesca a contrastarla.
(^o^)
vado controcorrente e affermo che, dal mio osservare, noto che invece la schiera delle sentinelle è in ripresa.
RispondiEliminae i rifornimenti arriveranno, se non arrivassero ce li produceremo di nostra mano.
insomma la spugna no, non la getto, ecco.
Daniele ti suggerisco sull'argomento una lettura che probabilmente ti piacera': Il ritorno del Principe, scritto dal magistrato antimafia Roberto Scarpinato, a quattro mani con il giornalista Saverio Lodato.
RispondiElimina(^o^)
Daniele ti suggerisco sull'argomento una lettura che probabilmente ti piacera': Il ritorno del Principe, scritto dal magistrato antimafia Roberto Scarpinato, a quattro mani con il giornalista Saverio Lodato.
RispondiElimina(^o^)
Daniele ti suggerisco sull'argomento una lettura che probabilmente ti piacera': Il ritorno del Principe, scritto dal magistrato antimafia Roberto Scarpinato, a quattro mani con il giornalista Saverio Lodato.
RispondiElimina(^o^)
non posso che unirmi al commento di Yet.
RispondiEliminal'ha scritto meglio e più sinteticamente di quello che avrei fatto io.
s.
troppo buono a definirla complicità indotta. pieno di spunti, come sempre. tipo quando si parla di visione o di cornice, di erosione di legalità e di sfacelo.
RispondiEliminaDa noi manca la solidarietà dell'indignazione. Se iuno ha il coraggio di dire una roba fuori dal coro, ma vera, scomoda, tutti gli si allontanano.
RispondiEliminaL'italiano medio coltiva il suo orto e non vuole fare il guardiano dell'orto del vicino ma solo osservarlo da lontano e se possibile criticarlo senza conoscere nemmeno di cosa è piantato. Sono più astruso dello stomaco di Ferrara ma tu Dan mi capirai
Come direbbe qualcuno, siamo un Paese di sciattoni, una nazione di pretenziose pecorelle da presepio che al primo segnale di pericolo sono corse a mettersi sotto il rassicurante, paterno bastone del primo che si è dichiarato pastore, un Paese di ignavi in cui è lecito smontare, amputare, depurare, aggiungere e rimontare a piacere le scene del film della nostra storia senza che nessuno fiati.
RispondiEliminaVorrei che fossimo realmente sentinelle al confine del deserto dei tartari, ma mi sa tanto che i tartari sono sciamati oltre e che montiamo la guardia alla riserva indiana in cui siamo confinati. Comunque non ci sono alternative: o restiamo svegli o accettiamo il cloroformio di cui è imbevuta tutta quell'invitante bambagia intorno a noi.
Eccesso di pessimismo?
M.
Quoto Picchu, sì è vero che tutto è teso all'intontimento delle masse, ma in Italia siamo davvero troppo individualisti. In qualsiasi altro paese del mondo, almeno gli studenti, sarebbero già scesi in piazza da un pezzo.
RispondiEliminaLa rete è l'ultima possibilità e siamo in tanti a non voler mollare!!
RispondiEliminaE' vero che il deserto morale avanza, ma è anche vero che solo innaffinadolo posso rispuntare i fiori dela coscienza e della conoscenza. ognuno nel suo piccolo, e per quello che sa dare. ptroviamoci, comunque!
RispondiEliminaUn sorriso nel deserto
Mister X di Comicomix
Io sono d'accordo con Comicomix... Arrendersi perchè il deserto avanza non può che vederci pian piano parte di quel deserto. Che sia difficile lo so, ma i tempi bui ci sono sempre stati Bobbio diceva che si era sempre aggrappato ai piccoli raggi di luce. Un caro saluto, Giulia
RispondiEliminaIo non so essere disfattista né piangermi addosso.
RispondiEliminaQuindi credo -e ci crederò fino a prova contraria- che non sia sufficiente prendere atto di essere un Paese di ignavi e pavidi ma che sia anche necessario contrastare che questo dilaghi.
E, laddove fosse già dilagato il morbo, farei di tutto per mettere su "l'erba cattiva".
Per quanto riguarda la generazione di studenti, ovvero coloro che in teoria dovrebbero indignarsi più degli altri, credo che sia ormai un sogno relegato alla fine degli anni '70.
Da allora in poi gli studenti hanno ripiegato il cervello dentro il libretto e si regolano di conseguenza (ovviamente sto generalizzando quindi non insorgano quelli che invece ancora agiscono oltre il pensiero utilitaristico).
Io credo che coloro che potranno insorgere -e che per fame insorgeranno- saranno quelli che lavorano per pagare le bollette. ovvero la maggior parte degli italiani.
E la rete.
Nella rete credo.
Nelle individualità che casualmente si ritrovino in sintonia.
Ribadisco.
RispondiEliminaNon vorrei si pensasse che il mio pessismismo (e ce l'ho, mica dico il contrario) sia "cosmico", assoluto, non allontanabile.
Mi piacerebbe trasparisse, e forse non sono stato bravo a farlo intendere, che io credo nelle "sentinelle", nel loro ruolo, nella loro importanza.
Così come credo alla Rete, per molte cose: prima fra tutte la possibilità, se usata con discernimento di poter far interagire le persone di buona volontà.
Così come, carissima "Light", sono convinto che sia compito prioritario spandere i semi dell'erba "cattiva".
Però la disillusione è difficile da superare, con tutte le buone intenzioni: perchè l'ignavia e la protervia sono dilaganti, perchè non esiste una volontà concreta di cambiamento. perchè siamo così (e duemila anni di scemenze e sotterfugi non ci hanno cambiati).
Da qui a mollare ce ne vuole.
Anche grazie a chi scrive qui io so di poter tener duro.
(Quello e una buona dose d'incoscienza, of course).
Daniele
Prendo atto, come da un po' mi pareva che da come ad alcuni rispondi, mentre alti li ignori, devo dire che questo fa passare la voglia di dialogare con te, perché se dialogare significa solo dare ragione a chi si sa già la deve avere, cascano un po' le palle. Se la novità espressa dalla nuova sinistra, e dubito sia così, si esaurisce tutta qui, si salvi chi può, e davvero, ma non ho altro da dire, se non piangere sulla ignoranza diffusa che uccide ogni speranza di tutti per il futuro.
RispondiEliminaTanto, mica è questione di continuare a blaterare... è ben altro!
V per Vendetta!
(anche se la Congiura delle polveri di Londra, realista e anti Parlamentare, è storicamente decisamente più reazionaria di quanto film e fumetto, per quanto gradevoli, ci abbiano fatto credere).
Caro Daniele...sono partito, sono tornato. Tornato in realtà da un viaggio durato tre anni e mezza. La causa della mia sempre più rada presenza in queste pagine: un grande amore. Ora giunto alla fine. Chi non soffre non sente il bisogno di cercare rifugio nella poesia. Ora amici e poesia sono tutto ciò a cui aspiro. Scrivo a te, anche per dirti che sono tornato.
RispondiEliminaAllora.
RispondiEliminaIo su queste cose ci vado a nozze, "V".
Qui possono commentare tutti (c'è il "Manifesto" se vai indietro di qualche giorno nei post): non sono particolarmente contento se vi sono utenti "anonimi", perchè preferisco sapere chi mi sta scrivendo.
Comunque, se non ci sono tracce di insulti, di petizioni strane o richieste di link, ci passo sopra.
Ora se non ho risposto a te non è per antipatia o avversione, ma semplicemente per questioni di:
A) tempo (devo anche lavorare, se capita):
B) di portata dell'argomento (per cui, magari, ci faccio un "post", no?):
C) di modo di porsi (oggi non sei stato splendido nell'attaccare così, no? Suvvia, siamo tra amici e di Sinistra non sono tutti, credimi).
Perciò, regolati.
Qui sei il benvenuto: se hai una mail, un indirizzo qualsiasi, anche solo un'idea di identità, preferisco, sai?
E il linguaggio da piazzista evitalo.
Mi hai capito.
Ok?
Daniele
Certo è difficile mantenersi combattivi di questi tempi, anche perché a furia di aumentare i prezzi di qua e di là, ci tocca tagliare anche sulla spesa e dunque l'indebolimento fisico diviene inevitabile... però sono sempre del parere che più che discutere bisognerebbe agire, ognuno nel proprio piccolo può farlo e in questo modo un contributo, apparentemente minimo, potrebbe diventare un grande contributo verso il cambiamento...
RispondiEliminaun bacione
Dan, so' stanca...
RispondiEliminatiè, prendi questo :)
http://it.youtube.com/watch?v=Y-68ioUMXzg
Serve perchè siamo l'ultimo baluardo pensante.
RispondiEliminaSe molliamo noi c'è il vuoto. Si devono aspettare tempi migliori ma se continuiamo ad essere voci libere e pensanti quando anche altri si stancheranno della pappa predigerita che gli viene somministrata soprattutto dalla tv giornalmente, allora arriverà qui e questi quattro gatti di blogger faranno la differenza. La gente inizierà a voler fare la differenza.
Chissà magari è utopia, ma una cosa resta certa: siamo l'ultimo baluardo pensante e se molliamo anche questa utopia svanirà nel nulla, perchè il nulla sarà il nostro quadro.
Ciao
Daniele il Rockpoeta
Mi deprime l'idea che uscire da questo buco nero dove l'Italia s'è infilata con le proprie stesse mani, sia diventata "utopia". Il commento.Il commento 16 mi fa pensare a come il paese sia cambiato profondamente dall'anno in cui il "piazzista" ha iniziato a comperare a rate la nazione. Il problema penso sia tutto qui o quanto meno nasca da questo. S'è comperato persino il cervello di coloro che potevano essere potenzialmente "il cambio della guardia", imbambolati, ubriacati (letteralmente e materialmente). Certo che non getto la spugna Daniele. Ma qui servirebbe l'azione, quella dura. Ma queto gran popolo di accomodanti, scenderanno in piazza qualno avrà i crampi allo stomaco? Morire di fame non è una passeggiata. Ti auguro una buona giornata:-)
RispondiEliminascusami il refuso
RispondiEliminail popolo "scenderà"...uffi
@Giuliana
RispondiEliminaPutroppo, non e’ certamente una buona partenza (meglio dire piuttosto un’ultima spiaggia), in un contesto che si dovrebbe supporre evoluto, arrivare ad augurarsi che le persone scendano in piazza se non altro il giorno in cui giungeranno ad aver fame…:( Questa speranza (*Sigh!*) restituisce la dimensione esatta di quanto si sia tornati indietro nella storia. La societa’ da (ri?)creare - e per cui in ogni caso non smettere mai di battersi - e’ quella che invece scende per le strade per indignazione, per ingiustizia, per ribellione, ed e’ anche disposta a saltare un pasto, e ben di piu’, per difendere quei valori irrinunciabili che sono costati storia, lotte, fatica, ed anche morte.
In un tempo in cui pochissimi ormai darebbero qualcosa di proprio a favore di un qualche ideale, mi si parano davanti agli occhi lunghe file di strane incongruenze: ci sono moltissime cose infatti che insieme ad alcuni altri (che sono sempre troppo pochi), io vedo esattamente al contrario di come oggi sono. Per esempio, io considero tanto piu’ evoluta una civilta’, quanto meno essa modifica l’ambiente. Oggi invece, si considera che la civilta’ sia finalmente arrivata laddove dilagano consumi veleni e cemento, e la natura sparisce e completamente soccombe. Presto comunque, questo processo che oggi e’ in atto sara’ compiuto con successo: infatti saremo tutti quanti morti, ed alfine civilizzati.
Gabriele