9 Ottobre
   
(quando non ci sono parole)





"Un sasso è caduto in un bicchiere colmo d'acqua e l'acqua è traboccata sulla tovaglia. Tutto qui. Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri e il sasso era grande come una montagna e di sotto, sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi. [...] Intatto, e giustamente, è il prestigio dell'ingegnere, del progettista, del costruttore, del tecnico, dell'operaio, giù fino all'ultimo manovale che ha sgobbato per la diga del Vajont, ma la diga, non per colpa sua è costata diecimila morti. I quali morti non sono della Cina o delle Molucche, ma erano gente della mia terra che parlavano come me, avevano facce di famiglia e chissà quante volte ci siamo incontrati e ci siamo dati la mano e abbiamo chiacchierato insieme. E il monte che si e' rotto e ha fatto lo sterminio è uno dei monti della mia vita il cui profilo è impresso nel mio animo e mi rimarrà per sempre. Ragione per cui chi scrive si trova ad avere la gola secca e le parole di circostanza non gli vengono. Le parole incredulità, orrore, pietà, costernazione, rabbia, pianto, lutto, gli restano dentro col loro peso crudele".

(Dino Buzzati, "Il Corriere della Sera", 11 Ottobre 1963)


Commenti

  1. Vista, rivisita, conosciuta, studiata.... una storia che mi ha colpito dentro... anche perchè un giorno chiesi a mio padre: "Ma la casa dove sei nato tu? Quando mi porti a vederla?"... e lui: "Non c'è più..."...

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  2. E il tempo non aiuta a trovarle.

    Prima ho ascoltanto un'intervista di allora alla grande Merlin. Altri tempi anche per i giornalisti.

    Un abbraccio

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  3. E il tempo non aiuta a trovarle.

    Prima ho ascoltanto un'intervista di allora alla grande Merlin. Altri tempi anche per i giornalisti.

    Un abbraccio

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  4. Immagino tu abbia visto la rappresentazione di Marco Paolini.


    Quella è stata una delle poche volte in vita mia in cui sia riuscita a rimanere per ore incollata davanti alla tv.


    Che immensa tragedia.

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  5. io sono una puttana solo con la gente che mi capisce. come con te.

    mio unico amor

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  6. Ricordo molto bene quel momento terribile... Grazie per averlo ricordato, Giulia

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  7. è che rendersi conto di non essere onnipotenti pare impossibile, per questi esserini minuscoli quali noi siamo.

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  8. Per amore di precisione, le vittime sono circa 2000, non 10 000 come scrisse a botta calda Buzzati. Resta una enormità, ma otto mila morti in più o in meno fanno una certa differenza, anche perché dubito che l'intera valle avesse quel numero di abitanti. Fra i costruttori - mi raccontò mio padre, che lavorava per la SADE, e passò dalla diga pochi giorni prima del disastro, sentendo effettivamente anche lui i sussulti che preannunciavano la frana imminente - vi fu anche chi si suicidò, dopo, non reggendo all'orrore. Vittime che immagino pochi conoscono, e ricordano, e perciò ne faccio menzione.

    Ciao.

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  9. buzzati nello scrivere quelle righe non poteva ancora sapere che, invece, le responsabilità umane per quella tragedia ci furono eccome..

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  10. Le parole potrebbero anche esserci, al limite, è che sono sono riportabili in pubblico ...

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  11. @ "La Parda".

    Certo, è giusta la precisazione, ma non dimentichiamoci che non c'erano certo i mezzi di oggi (nè tecnici, nè di comunicazione).

    L'articolo di Buzzati resta per la sua portata umana, al di là delle cifre.

    Daniele

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  12. Quell'articolo, con quella conosciutissima metafora del bicchiere e la tovaglia, è ormai storico, ed è stato oggetto di analisi e studio, quindi ha un valore al di là della semplice informazione, ma se oggi chiediamo a chi fa informazione di essere preciso e attento, credo che la regola o vale sempre, o non vale mai - quindi ho ritenuto giusto correggere la cifra, ché poi, fra la memoria, gli anni passati etc, magari c'è gente che resta con questa falsa notizia nelle orecchie.

    Longarone conta adesso all'incirca 4000 abitanti...

    Tanto anche così il disastro del Vajont ha il poco invidiabile primato della peggiore catastrofe ambientale provocata dall'uomo. Sinora.

    Ciao.

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  13. Ancora adesso visitare quei luoghi di dolore ti mette un brivido lungo la schiena, il paese fantasma e' rimasto come allora, in un'atmosfera surreale...

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  14. Lo spettacolo di Paolini è bellissimo e terribile: ti fa sentire quasi sotto al vajont...

    L'articolo di Buzzati invece non lo conoscevo, grazie per avermelo fatto leggere!

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  15. Noi piccoli cittadini possiamo ricordare e provare a condividere il dolore.

    Coloro che giocano con le nostre vite con le loro decisioni, devono ricordare e provare a non commettere gli stessi errori per iloro interessi...

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  16. grazie del ricordo..

    il monologo di Paolini è eccezionale

    ciao

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  17. Un post intelligente che trascina il dolore ancora e ancora.

    Un articolo che spacca il cuore.

    Grazie per averlo riproposto.

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