L'eredità della vita
Credo che una delle tante eredità possibili che P.P.Pasolini ci ha lasciato, sia quella di un'immensa vitalità, di una voglia di esistenza con pochi confronti. In tutti i suoi scritti emerge una carica intellettuale e vitale che non può essere nascosta. Si potrebbe trasformare in invettiva, in riflessione o in meditazione, ma, trasversalmente, occupa uno spazio molto grande, espande e rafforza un pensiero già di suo molte volte altissimo. Se pensiamo che il Mondo di Pasolini è quello di quarant'anni e più fa, c'è da essere continuamente stupiti ed ammirati da tanta lucida lungimiranza. Noi, abituati ad un pianeta che ci dice tutto, ma di cui non sappiamo nulla e a cui ogni giorno chiediamo risposte e dal quale, inevitabilmente, riceviamo mutismo, dovremmo riflettere sulla forza del solo ragionamento, dello studio, della passione e del convincimento. Ed al di là delle (troppe) celebrazioni postume e delle (infinite) demonizzazioni umane e politiche, la figura di Pasolini continua a rappresentare un baluardo di pura ragione contro l'invasione della banalità. Come ogni intellettuale, anche Pasolini ha una sua dimensione, che può essere criticata e ridimensionata: è il corso della Storia che determina, poi, quando spazio possa ancora occupare la sua figura ed il suo pensiero. Resta, ineludibile, la sua importanza che non è fine a se stessa, ma continuo pungolamento ad una via che non sia solo mediatica, né sterilmente aprocrifa all'impegno. La vita, l'essere sono permeati di un desiderio latente del dire, del fare, che viene celato da un'infinita teoria di non possibilità che riducono molte cose a sottofondo, a mormorio. Ecco, allora, che la voce Pasoliniana è ancora una potente fonte di stimolo, che sarebbe peccato perdere in una miriade chiacchierona e tutto sommato meschina.
“Drenti dal nustri mond, dis
di no essi borghèis, ma un sant
o un soldàt: un sant sensa ingnoransa,
un soldàt sensa violensa.”
Credo che una delle tante eredità possibili che P.P.Pasolini ci ha lasciato, sia quella di un'immensa vitalità, di una voglia di esistenza con pochi confronti. In tutti i suoi scritti emerge una carica intellettuale e vitale che non può essere nascosta. Si potrebbe trasformare in invettiva, in riflessione o in meditazione, ma, trasversalmente, occupa uno spazio molto grande, espande e rafforza un pensiero già di suo molte volte altissimo. Se pensiamo che il Mondo di Pasolini è quello di quarant'anni e più fa, c'è da essere continuamente stupiti ed ammirati da tanta lucida lungimiranza. Noi, abituati ad un pianeta che ci dice tutto, ma di cui non sappiamo nulla e a cui ogni giorno chiediamo risposte e dal quale, inevitabilmente, riceviamo mutismo, dovremmo riflettere sulla forza del solo ragionamento, dello studio, della passione e del convincimento. Ed al di là delle (troppe) celebrazioni postume e delle (infinite) demonizzazioni umane e politiche, la figura di Pasolini continua a rappresentare un baluardo di pura ragione contro l'invasione della banalità. Come ogni intellettuale, anche Pasolini ha una sua dimensione, che può essere criticata e ridimensionata: è il corso della Storia che determina, poi, quando spazio possa ancora occupare la sua figura ed il suo pensiero. Resta, ineludibile, la sua importanza che non è fine a se stessa, ma continuo pungolamento ad una via che non sia solo mediatica, né sterilmente aprocrifa all'impegno. La vita, l'essere sono permeati di un desiderio latente del dire, del fare, che viene celato da un'infinita teoria di non possibilità che riducono molte cose a sottofondo, a mormorio. Ecco, allora, che la voce Pasoliniana è ancora una potente fonte di stimolo, che sarebbe peccato perdere in una miriade chiacchierona e tutto sommato meschina.
“Drenti dal nustri mond, dis
di no essi borghèis, ma un sant
o un soldàt: un sant sensa ingnoransa,
un soldàt sensa violensa.”
che bel post!! Io ho una grande ammirazione per Pasolini, lo ritengo uno dei più grandi intellettuali del novecento e credo che abbiamo perso molto perdendo lui. Di recente ho visto "La rabbia" e sono rimasta colpita dall'attualità delle parole di Pasolini. E poi, una poesia da brivido.
RispondiEliminaSolo pochi eletti hanno la lungimiranza intellettuale... e Pasolini era oltre tale lungimiranza in tutta la sua grandezza...
RispondiEliminastavo or ora cercando un video si Pasolini da pubblicare. Ieri ho inciampato di fronte alla cultura, e mi sei venuto in mente tu
RispondiEliminacome ho detto ad un amico, si sente la sua mancanza, ma che delusione sarebbe per lui vedere l'italia di oggi...
RispondiEliminaMi accodo a DreamLady. Ogni volta che penso a Pasolini mi viene in mente la sua invettiva contro la "delittuosa stupidità della televisione". Un'invettiva che risale agli anni '60, cioè a quando la televisione, che era soltanto pubblica, aveva se non altro una qualche velleità pedagogica e sociale. Chissà cosa direbbe oggi. E chissà quanto sarebbe preziosa la sua voce. E quanto (oggi più di allora) sarebbe odiato e perseguitato...
RispondiEliminaAl jere un grant e nus mancje. Jo mi domandi cemût ch'al à podût fâ tantis robis in cussì pôc timp!
RispondiEliminaC'è chi sostiente che Pasolini fosse un precursore dei tempi, un visionario, un oracolo. Invece penso, molto più semplicemente, che le sue opere commentino banalmente i "suoi tempi e le sue esperienze" e che sia viceversa l'essere umano, nonostante il susseguirsi delle diverse generazioni, che continua a commettere sempre i medesimi errori.
RispondiEliminaa me questo piace assai
RispondiEliminahttp://it.youtube.com/watch?v=xn8CZTi5gxE
è stupefacente a volte. confesso la mia ignoranza, ma il poco che conosco mi spaventa.
RispondiEliminae all'orizzonte un altro non lo intravedo...
PProfeta scomodo, tacciato dai suoi detrattori (anche "compagni") di essere il cantore di un rifiuto cieco del progresso, oppure testimone lucido di miserie che si ripetono ancora ogi per la ciclicità degli orrori umani, Pasolini era, è e resterà una voce scomoda. Il silenzio che è sceso con la sua morte non è mai stato colmato nel male, ma anche nel bene.
RispondiEliminaColtivare la memoria come fai tu con questo post, amico mio, è un gran brutto vizio nell'Italia di oggi, ma è anche
uno dei pochi vizi onorati che ci restano.
Ciao
M.
sapessi quanto mi manca! Grazie della visita.Un abbraccio :-)
RispondiEliminaI grandi artisti hanno il dono della veggenza. E soprattutto non basta ucciderli per soffocarne la forza.
RispondiEliminaGrazie per questo bel post!
Hai scritto parole davvero bellissime per ricordarlo.
RispondiEliminaDaniele il Rockpoeta