Tempi peggiori
A volte ho l'impressione che l'Italia sia un Paese che galleggia tra le nuvole, perso in quello stato di beata incoscienza proprio dei sognatori o degli utopisti. C'è una crisi economica senza pari, questo lo sanno anche i sassi. Quello che ci si ostina, sopratutto nei mezzi d'informazione (e, quindi, anche ufficialmente), a non rilevare è che questo stato di sofferenza è già arrivato tra la gente: non è solo un fatto bancario, d'economia a livello globale, ma tangibile, terribilmente concreto. Basta dialogare con il mondo del lavoro subordinato perchè ciò sia chiaro. E' un disastro giornaliero di Cassa Integrazione e Mobilità, di mancati pagamenti dello stipendio, di notifiche di contestazioni disciplinari che hanno come unico scopo quello di licenziare per "giusta causa" il dipendente. Sopratutto nelle piccole e medie imprese è uno stillicidio. Nell'opulento (?) Nord est il tasso di disoccupazione, in un anno, è salito dal 3.1% al 4.4%. E' possibile rimandare ancora provvedimenti veri per tutto questo? Si cerca di salvare banche e sistemi, mentre stanno crollando le fondamenta, mentre sembra in secondo piano tutto ciò che si tocca, quello che non riesce più a comprare. Se si salta un mese di stipendio perchè il datore di lavoro è in difficoltà, sono guai, ma guai veri. Ed è pensabile che il livello di malessere sociale aumenti in brevissimo tempo.
Qui c'è bisogno di sostegno ai lavoratori ed alle famiglie, non di programmi TV e di analisi d'alta quota. Bisogna tornare immediatamente a volare basso, bassissimo, a livello terra. Non è più demandabile da nessuno (Governo, Partiti, Sindacati...) questa partita: non c'è più niente, niente. Lo dico ben sapendo d'apparire catastrofista, ma non è così. Sono solo un ottimista fuori allenamento, molto fuori.
Michael Heindorff, "Affirmations, IV", 1980, Tate Modern Collection, London.
A volte ho l'impressione che l'Italia sia un Paese che galleggia tra le nuvole, perso in quello stato di beata incoscienza proprio dei sognatori o degli utopisti. C'è una crisi economica senza pari, questo lo sanno anche i sassi. Quello che ci si ostina, sopratutto nei mezzi d'informazione (e, quindi, anche ufficialmente), a non rilevare è che questo stato di sofferenza è già arrivato tra la gente: non è solo un fatto bancario, d'economia a livello globale, ma tangibile, terribilmente concreto. Basta dialogare con il mondo del lavoro subordinato perchè ciò sia chiaro. E' un disastro giornaliero di Cassa Integrazione e Mobilità, di mancati pagamenti dello stipendio, di notifiche di contestazioni disciplinari che hanno come unico scopo quello di licenziare per "giusta causa" il dipendente. Sopratutto nelle piccole e medie imprese è uno stillicidio. Nell'opulento (?) Nord est il tasso di disoccupazione, in un anno, è salito dal 3.1% al 4.4%. E' possibile rimandare ancora provvedimenti veri per tutto questo? Si cerca di salvare banche e sistemi, mentre stanno crollando le fondamenta, mentre sembra in secondo piano tutto ciò che si tocca, quello che non riesce più a comprare. Se si salta un mese di stipendio perchè il datore di lavoro è in difficoltà, sono guai, ma guai veri. Ed è pensabile che il livello di malessere sociale aumenti in brevissimo tempo.
Qui c'è bisogno di sostegno ai lavoratori ed alle famiglie, non di programmi TV e di analisi d'alta quota. Bisogna tornare immediatamente a volare basso, bassissimo, a livello terra. Non è più demandabile da nessuno (Governo, Partiti, Sindacati...) questa partita: non c'è più niente, niente. Lo dico ben sapendo d'apparire catastrofista, ma non è così. Sono solo un ottimista fuori allenamento, molto fuori.
Michael Heindorff, "Affirmations, IV", 1980, Tate Modern Collection, London.
E' un bel po' che lo URLO a piena voce ... magari ad urlarlo in due, gli altri, ci sentono meglio.
RispondiEliminaE come sempre in questi casi che facciamo?? si guarda all'evento 'epocale' fuori dalle porte di casa, si cerca di distrarre la gente!
RispondiEliminaEcco xkè ho accuratamente evitato di dire la mia sull'elezione di Obama, soprattutto perchè mi innervosiscono quelle espressioni beate e beote che guardano alla 'democrazia', quando i problemi sono ben altri.
E in tutto questo quel che resta del centrosinistra e' pervaso dal silenzio assordante, Veltroni festeggia la vittoria di Obama, sembra nn riguardargli quel che avviene qui
RispondiEliminaNessun catastrifismo, è la cruda realtà dei fatti e non la si grida abbastanza. O la si grida male, o non ci si incazza a dovere.
RispondiEliminaA presto
urlare si, ma rimboccarsi le maniche...
RispondiEliminavolare basso, si
RispondiEliminama conoscere le altezze...
;-)
ti alleno io allora, che l'ottimismo ce l'ho cucito nelle cellule e posso dartene quanto ne vuoi :))
RispondiEliminadavvero sai :)
Bibi
Mi fai paura...e mi chiedo come sia successo che si sia arrivati a questo.
RispondiEliminaMi piace il tuo blog, mi piace come e cosa scrivi...torno presto.
sognatori...utopisti... beoti no?
RispondiEliminaps. visto anche dall'altra parte della barricata: lo sai qual'è in questo periodo il più grosso problema di molte imprese, pur avendo molto lavoro e un fatturato "virtuale" buono? Farsi pagare "realmente" dai clienti le fatture emesse!
RispondiEliminaNon faccio nomi per correttezza, ma ti stupiresti nello scoprire che società arcinote, quotate in borsa, con la pubblicità sulla rai, ti costringono a cause legali per incassare il tuo compenso, con spese, tempi allungati etc. E fossero casi isolati.
Se tieni conto che la realtà economica italiana è prevalentemnete fatta di piccole-medie imprese, puoi immaginare il resto della manfrina: difficoltà ad accedere ai fidi bancari per il giro fatture (tu le spese le hai correnti tutti i mesi, i clienti che pagano, lo fanno a 60 o addirittura a 90 giorni.) E se non acquisti le materie prime non produci, così in certe realtà, vanno sacrificati alla continuità della produzione, che è l'unico modo per sperare di restare a galla, gli stipendi degli operai, e non necessariamente con un "padrone" che gira in Ferrari e non si fa il culo anche lui.. Girare, magari gira, sì, ma con l'avvocato appresso, di debitore in debitore, a sollecitare pagamenti.
C'è addirittura una spa nella quale sfortunatamente è incappato un amico, che in questo momento acquista aziende mal messe, ufficialmente per riconvertirle, in realtà per farle fallire, spremendo tutto lo spremibile. Poi, con il vecchio trucco delle scatole cinesi per cui tu, anche se si sa che la holding con sede in Liechtestein possiede in questo momento una quindicina di aziende, legalmente ti ritrovi davanti una srl con capitale sociale di 10 mila euro e sede in un capannone vuoto, e un debito di 200 mila euro. Quindi non recuperi nulla neanche attraverso pignoramento. E non sono sberle da poco. Questi in particolare, che questo giochino l'hanno già fatto un tot di volte, hanno pagine e pagine sui motori di ricerca occupate dai processi loro intentati da creditori e dai lavoratori delle aziende fatte fallire, eppure continuano tranquilli come nulla fosse.
E lo Stato che fa?
Brevemente.
RispondiEliminaCerto, "Parda, che il problema è anche lì: una miriade di piccole Imprese fa fatica, non viene pagata con regolarità o non viene pagata affatto. Io mi rendo conto che questa è una cosa gravissima, ma penso anche che un Lavoratore dipendente non possa e non debba farsi carico di queste cose. Voglio dire: io lavoro per te, faccio quello che devo, non puoi contestarmi nulla? Allora mi paghi. Punto. I problemi degli Imprenditori non possono essere scaricati sui dipendenti, non tutti: ad ognuno il suo mestiere.
Dan
Mi piace l'idea di "ottimista fuori allenamento". Anch'io a dir bene sono così, ma mi spingo fino a dire un pessimista che vorrebbe essere ottimista, diciamo un ottimista convinto prudenzialmente pessimista.
RispondiEliminaDaniele, in teoria certo che sì.
RispondiEliminaMa pragmaticamente chiedo: se l'alternativa è il fallimento dell'azienda e quindi la disoccupazione, come sta accadendo, il dipendente non paga un prezzo ancora più grave che non quello di ricevere lo stipendio in ritardo? Qui è un classico caso di Win-Win, per dirla all'americana.
A volte non si fa la cosa migliore, ma ci si rassegna tutti a cercare quella meno peggio, per sopravvivere in attesa che vengano tempi migliori.
Resta comunque il problema che lo stato, o la giustizia, dovrebbero tutelare di più gli elementi più deboli, che fra la multinazionale che ti commissiona un servizio e non ti paga, e l'impresa che eroga il servizio e non viene pagata rischiando il fallimento, è piuttosto chiaro chi è; e lo dovrebbero fare per lungimiranza, perché adesso c'è chi può dire - chi se ne frega! io ho i miei di problemi - ma l'effetto domino si inizia già a vedere, e guarda un po' che i problemi che parevano non riguardarci di colpo ricadono su tutti.
Non è che i problemi degli imprenditori si decide di scaricarli sui dipendenti - in certi casi ci si scaricano da soli, perché se va a picco la nave, la seguono tutti.
Ma come mai sui dipendenti si scaricano automaticamente solo i problemi e mai gli utili degli imprenditori?
RispondiEliminaNel 90% dei casi, l'imprenditore che fallisce, lo fa pilotando il fallimento (e la legge italiana glielo permette, anche con le depenalizzazioni per i reati finanziari) e di sicuro lui se ne va a Cuba o in Svizzera a prendere i suoi 'risparmi'.
Diciamo che le piccole medie imprese che lavorano per grandi aziende e multinazionali hanno ancora l'accesso al credito, ma ad un costo superiore, e nessuno è disposto a vedersi sminuire il profitto. Meglio dare gli stipendi in ritardo o far ricorso alla cassa integrazione dopo che, per accedere a finanziamenti europei e non (vedi la famosa 488) si sono aumentate le assunzioni, con contributi a carico dello stato.
Mi trovo, ma non sarà una sorpresa, più d'accordo con "Dream Lady". Ciò non vuol dire, "Parda", che tu non sia nel giusto. Ritengo, esperienza diretta alla mano, che la classe imprenditoriale Italiana sia scarsa, in alcuni casi molto. Non era di certo prevedibile una crisi come quella attuale, ma nessuno, dico
RispondiEliminaCioè, mi hanno mangiato tre quarti del commento.
RispondiEliminaCazzo, sono arrivati già qui?
:-((
Dan
(Domani)