Blog: ormai?
(reloaded version)
Ho fatto uno dei miei soliti “giri” su tutti i Blogs con cui sono in contatto. E' stato più veloce del previsto. Moltissimi dei siti personali che conosco sono fermi da mesi: su altri, per motivi vari, non si commenta più. La riflessione è abbastanza banale. Lo “strumento” Blog è invecchiato di colpo, mi pare. Questo può essere la conseguenza dell'esponenziale crescita di “Facebook” o “Twitter”. Più arditamente, mi piacerebbe fosse il desiderio di tornare a parlare di persona, a desiderare un contatto vero. Invece, temo, sia solo disaffezione, noia, volontà di cercare, sempre sul Web, un'alternativa più veloce, sintetica. L'approfondimento, l'opinione (seppur persa tra tutte le altre, forse troppe) diventa troppo impegnativa. Tempi ristretti, mancanza di stimoli, diffcile saperlo. Però i fatti sono lì a dimostrare che, almeno per il piccolissimo osservatorio che è il mio Blog, che i nefasti predicatori della fine del Blog stanno avendo ragione. E questo quando per molti anche “Facebook” è già vecchio. Rischiamo di correre così tanto da guardarci da dietro, chiudendo un cerchio che rimarrà immancabilmente vuoto.
► Mi preme sottolineare come sia molto sentito e dibattuto il tema dell'impegno diretto. Il Blog come strumento di discussione ed approfondimento non soddisfa più, non riesce a spostare in maniera significativa le opinioni, non conta come strumento reale di attivismo. E se questo abbandono significa certamente un passo vanti verso la realtà del vissuto, mi chiedo, anche, come le persone possano praticamente fare questo passo in modo che abbia una sua importanza ed un suo peso. Se il singolo ha il suo "peso", è solo unendo molte persone che si può mutare la società od una sua parte. Più volte mi sono chiesto (e chiedo) quale sia la maniera più efficace. A questa domanda non ho trovato risposta, per ora. Fuori dal Blog mi piacrebbe molto conoscerla.
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Ho fatto uno dei miei soliti “giri” su tutti i Blogs con cui sono in contatto. E' stato più veloce del previsto. Moltissimi dei siti personali che conosco sono fermi da mesi: su altri, per motivi vari, non si commenta più. La riflessione è abbastanza banale. Lo “strumento” Blog è invecchiato di colpo, mi pare. Questo può essere la conseguenza dell'esponenziale crescita di “Facebook” o “Twitter”. Più arditamente, mi piacerebbe fosse il desiderio di tornare a parlare di persona, a desiderare un contatto vero. Invece, temo, sia solo disaffezione, noia, volontà di cercare, sempre sul Web, un'alternativa più veloce, sintetica. L'approfondimento, l'opinione (seppur persa tra tutte le altre, forse troppe) diventa troppo impegnativa. Tempi ristretti, mancanza di stimoli, diffcile saperlo. Però i fatti sono lì a dimostrare che, almeno per il piccolissimo osservatorio che è il mio Blog, che i nefasti predicatori della fine del Blog stanno avendo ragione. E questo quando per molti anche “Facebook” è già vecchio. Rischiamo di correre così tanto da guardarci da dietro, chiudendo un cerchio che rimarrà immancabilmente vuoto.
► Mi preme sottolineare come sia molto sentito e dibattuto il tema dell'impegno diretto. Il Blog come strumento di discussione ed approfondimento non soddisfa più, non riesce a spostare in maniera significativa le opinioni, non conta come strumento reale di attivismo. E se questo abbandono significa certamente un passo vanti verso la realtà del vissuto, mi chiedo, anche, come le persone possano praticamente fare questo passo in modo che abbia una sua importanza ed un suo peso. Se il singolo ha il suo "peso", è solo unendo molte persone che si può mutare la società od una sua parte. Più volte mi sono chiesto (e chiedo) quale sia la maniera più efficace. A questa domanda non ho trovato risposta, per ora. Fuori dal Blog mi piacrebbe molto conoscerla.
c'è anche da dire che l'aria che si respire non sia delle migliori ,se vuoi sorridere ,leggi il mio post di oggi,p.s. hai dimenticato le varie mode che nascono e muoiono di continuo ciao.
RispondiEliminacredo che come ogni cosa che nasce stai li a guardare come si evolve...si articola...si trasforma e come gli altri vedono quello che tu hai creato...poi ti rendi conto che la vita nn è solo nel blog:è fatta di contatti umani e come dici di dialoghi diretti ...faccia a faccia.
RispondiEliminaSplinder è una parte della realtà ma la vita(almeno la mia) nn si svolge solo scrivendo ogni giorno un post.
Grazie della riflessione
^_^Teresa
Il punto sta nella differenza tra essere spettatori ed attori: cresce sempre di piu’ la distanza che intercorre tra queste due condizioni, in una maniera proporzionale alla disillusione che dilaga. La disillusione viene dal vuoto, dal vuoto di un inganno che ormai tutti subiscono, senza averlo forse ancora del tutto ben interiorizzato e compreso. Il risultato e’ che insieme ad altre mille concause, si generano individui tra loro isolati, che tendono a restare passivi, chiusi nel loro guscio di sfiducia e di scontento.
RispondiEliminaLa malattia piu’ terribile di oggi e’ la mancanza di futuro, ormai tangibilissima. E’ un veleno sottile, letale, che toglie la voglia di reagire. Oppure, come si vede, la trasforma in odio ed in rabbia.
Quando la fotografia si faceva ancora in camera oscura, si soleva dire “scattate 100, stampate 10, scelta una”. Qualcosa di simile vale anche per la partecipazione attiva che si puo’ raccogliere attraverso uno strumento di informazione, di aggregazione, e di incontro. Questo vale per sia per il web che per gli incontri diretti. Con una piccola differenza: essere in mezzo agli altri, anche soltanto da spettatori, e’ una condizione psicologica, sociale, ed anche dimensionale diversa. Soprendentemente, le dimensioni spaziali, emotive, percettive e comunicative, ridiventano di nuovo tre. E a mio avviso, questo e’ gia’ un grande traguardo.
Scusate la lunghezza.
Gabriele
Il mio punto di vista è che il blog è una sola delle faccie della realtà ed anche di una parte molto ristretta:la realtà letteraria, la realtà della scrittura e attraverso questi due aspetti della realtà, quella dell'impegno genericamente detto. Fondamentalmente sono convinto che non ci si può appagare solo del virtuale, per cui non credo neppure praticabile l'utopia della vita nel web 3.0 ( le "esperienze" di Second Life per esempio). Non si può trascorrere la vita o buona parte di essa a scrivere su una tastiera, mentre la vita vera produce i suoi effetti. Il punto di vista invece che andrebbe difeso, dovrebbe essere quello della pratica della scrittura, ovvero, l'esercizio costante di filtrare la realtà attraverso l'uso della parola scritta. Una riflessione critica costante atta a scalzare il predominio del discorso, del "logos", del primato fonocentrico dei media tradizionali, televisione in primis, ma anche un esercizio contro il riduttivismo della "scrittura contratta" praticata da "social network" com FB.E' una scommessa o una sfida che va fatta. Sono convinto che ci sia non una crisi della realtà dei blog, ma un suo assestamento...forse anche salutare.
RispondiEliminami permetto di linkarti e di riportare il tuo post per intero nel mio blog con il mio commento.Ciao! Franco
RispondiEliminaC'è stato un "momento d'oro", più o meno a cavallo dell'estate 2005, poi il riflusso.
RispondiEliminaLa mia impressione è che la gente si rompa di leggere, oggi più di ieri. Tutti persi in quel continuo facebookese fatto di taggami, addami, reqquami e
tutte queste cavolate che tanto piacciono.
Con buona pace per tante riflessioni e chiacchierate, analisi, discussioni e polemiche fatte da persone che stanno a centinaia di km di distanza e che quindi senza blog difficilmente avrebbero visto la luce...
I cambiamenti virtuali sono velocissimi e i blog stanno perdendo un pò di terreno se li intendiamo come diario personale (il loro esordio fu quello) necessitano di una trasformazione sociale che si consolidi nella realtà. Proviamoci, non buttiamo via tutto il lavoro fin qui svolto.
RispondiElimina@Alex: “Con buona pace per tante riflessioni e chiacchierate, analisi, discussioni e polemiche…[…]…”
RispondiEliminaPrecisazione: con le mie note non intendevo, naturalmente, mettere in discussione la validita’ del mezzo che tutti noi che siamo qua ampiamente usiamo, che ci permette l’acquisizione e lo scambio di informazioni, e il mantenimento di contatti che altrimenti non potrebbero esistere. Mi riferivo all’aggregazione fisica - nella fattispecie quella locale - ed al recupero di quelle forme di convivialita’, di riunione, di informazione e di discussione che via via scomparendo, hanno fatto scomparire anche il senso della comunita’ e della “polis”, facendo disgregare di conseguenza tutto il tessuto sociale ed umano costruito su quella base di partenza che ora manca. Le liste civiche che si formano sul territorio cercano appunto di ripartire da li’.
Gabriele
@ Gabriele: certamente Alex (persona validissima ed estremamente corretta) si riferiva ad altro. Il mezzo Blog aiuta a ridurre distanze ed orari. In questo senso, e mi pare siamo tutti d'accordo, rimane un mezzo straordinario per veicolare le opinioni personali.
RispondiEliminaSenz'altro dipende dalla mia scarsa dimestichezza con i social network, ma credo che la piattaforme che offrono blog stiano ancora sopra i vari Facebook, Myspace e Twitter (Twitter? mai sentito nominare...).
RispondiEliminaMi pare di capire che questi ultimi privilegino la vanitá e il tempo reale a scapito dello scambio di opinioni. C'é un grande divulgare foto proprie (a chi interessano se non sono sexy?) e scambiarsi brevissimi e inutili commenti, mentre nel blog - fatta salva la vanitá che é comunque presente - si scrive a piú ampio respiro, meditando di piú le parole.
Senz'altro i blog vivono un periodo di stanca ma credo che saranno piú duraturi dei nuovi arrivati.
Sono stanca e ti copio incollo il commento su FB. Così non sembra che ti leggo solo su FB....
RispondiElimina"Sono, e mi pesa dirlo, d'accordo con te.
Mi pesa non per ragioni caratteriali, ma proprio perché secondo me la forma blog aveva aperto una serie di canali comunicativi diversi da quelli cui siamo avvezzi, in cui ognuno aveva diritto di parola. E c'era un moderatore in un certo senso eletto da tutti a pieno titolo. Vedremo cosa succederà, anche se non sono molto ottimista..."
E se non la chiami sinergia tra media questa! ;-)
La butto in politica:
RispondiEliminaquesti (cazzo) di social network sono una realtá non trascurabile, visto che sono frequentati con entusiasmo da milioni di utenti, ma un partito che voglia dirsi di sinistra deve smetterla di inseguire le mode giovanili. Che senso ha Veltroni su FB? e Diliberto?
Con la politica sí che si dovrebbe tornare alle sezioni (sezioni! non circoli e gazebo) e a parlare (e ascoltare) con la gente vis a vis.
Buttarsi sul terreno del social network é come prostituirsi.
Ma forse sono antico...
il tempo scappa veloce...cmq ti lascio un saluto. Scrivere ha molte modalità: ho comperato una bella stilografica in Germania e ci sto scrivendo un bel pò di musica. Cmq l'istant messaging non mi soddisfa affatto, molto meglio splinder in cui si può pubblicare qualcosa di più.
RispondiEliminaAlc di zontâ no lu ai. O marchi nome ce che a àn za scrit i nestris amîs.
RispondiEliminaSe la cjoche di blog dulà tancj a vevin di zontâ il nuie, cumò e reste int che à pardabon alc ce dî.
Il mont di fb e ms o crôt che infin al sarà diferent.
I blogs a passaràn a deventâ alc di diferent di ce che a son stâts fintremai cumò.
Jo o scrîf parcè che mi plaseve prin, o sintivi la bisugne, e o scrivarai ancjemò. Postai di plui. Al è il timp ch'al mancje. Si cîr l'imprest just e ogniun al cjatarà il so. Chei che son su fb no pensi che a sedin par scrivi. Ma par tacâsi l'un cun chel altri e par peteçâ.
Caro Daniele, amare riflessioni le tue e ben condivisibili. Credo che i SN come FB siano dei buchi neri che fagogitano tutto al loro interno. In pratica sono delle applicazioni che in un colpo solo incamerano i blog (le note), youtube (funzione video), Myspace (file audio), la chat ecc. ecc. . Per cui tutto il tempo che prima spendevi su uno o due blog, adesso lo puoi usare per fare 20-30 cose contemporaneamente, contattare 50 persone invece che 2 o 3 e con molto, molto meno impegno. Questo ti dà l'impressione di essere + attivo, più visibile e condivisibile.
RispondiEliminaIn realtà lo strumento disimpegna, ti fà scivolare via senza approfondire: essere contro il nucleare significa solo iscriversi al gruppo "Facciamo una centrale ad Arcore"; essere contro il conflitto di interessi vuol dire iscriversi al gruppo "mandiamo Fede sul satellite" e così via.
In pratica tutto si riduce a livello di battuta e senza approfondimento, in un mondo che ci vuole sempre + incapaci di approfondire e di pensare con la nostra testa.
Grande fratello in Tv, facebook su internet, droghe + o meno leggere e la gente non si sognerà + nn dico di fare la revolution, ma almeno di capire in che mondo (reale) stanno vivendo. Amare riflessioni Daniele, molto amare
io sono per il motto:
RispondiEliminapochi amici ma buoni!
e poi...se uno vuole scrivere, ritengo che il blog sia lo strumento più intimo e libero che esista...
baci
Chapucer
La differenza sta nell'evolversi del web... chi si evolve sopravvive, i blog devono fare un passo avanti e liberalizzare tutto come succede su facebook, il semplice fatto che posso caricare un'infinità di foto ed altro ancora, mentre con i blog e splinder in particolare non lo si può fare a meno che non ti abboni ad un loro servizio pagando....
RispondiEliminaLa praticità si estende anche in queste piccolezze (per modo di dire...)
ciao Daniele, buona giornata....
Daniele,
RispondiEliminaSecondo, il blogger e giornalista, Nicholas Carr le qualità dirompenti dei blog sono state assorbite dai giornali, che negli anni hanno cambiato la loro struttura da 1.0 in 2.0, cioè inserendo l’iterazione con i lettori introdotta dai blog.
«Ma l’idea che i blog avrebbero rappresentato un’alternativa all’informazione commerciale o che ne avrebbero addirittura minacciato la sopravvivenza, si è rilevata un’ingenuità. Chi ha ucciso la blogosfera? Nessuno. È stata una morte naturale, e annunciata.»
(Vedi: http://www.roughtype.com/archives/2008/11/who_killed_the.php)
Recentemente su internazionale Luca Sofri, anche lui noto blogger e giornalista, ha pubblicato un articolo ‘Costruire nuove complicità’ .
(Vedi: http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=21778)
Riflette sui cambiamenti introdotti dai nuovi modi d’iterazione digitali sempre più snelli e meno ostici nei meccanismi, questi stanno cambiando i rapporti ‘sociali’ (virtuali) gli Snark (gli utenti aggressivi) o i vecchi Troll cominciano a ridursi per una nuova forma di comunicazione più intelligente e meno aggressiva. L’idea del concetto ‘dell’amico’ apparso su facebook è una rivoluzione. L’amico implica complicità e rispetto.
«[…] ma se è vero che una "snarkizzazione" del linguaggio in rete c'è stata, è anche vero che appartiene a una fase infantile del rapporto online con gli altri.» (Luca Sofri)
Il blog come diario online non ha più senso, perché è stato sostituito da facebook , twitter o myspace.
Il blog può restare la sede delle riflessioni meno intimiste e più giornalistiche.
Il blog nasce come piattaforma dei dialoghi informali e liberi, ma la sua struttura ormai è obsoleta troppo ‘rigida’. Fecebook, myspace e twitter offrono la possibilità a tutti di avere la propria visibilità ‘diaristica’ in modo immediato e semplice.
Questo il blogger lo devo capire senza cincischiare su tesi di elitarismo sentimentale: ma il blog è un’altra cosa.
Si! Il blog non è più il diario personale in rete (fenomeno planetario). Il blog è giornalismo (settore di nicchia).
Saluti,
Salvatore D’Agostino
Vorrei che qualcuno mi insegnasse come andare a scovare delle "belle cose da leggere" su Facebook o Myspace.
RispondiEliminaPer ora ho trovato solo delle gran foto sexy.
@Salvatore D’Agostino - “Fecebook, myspace e twitter offrono la possibilità a tutti di avere la propria visibilità ‘diaristica’ in modo immediato e semplice”.
RispondiEliminaDiaristica, appunto. Ma il blog, sebbene sia partito originariamente da quello, vuol dire infatti qualcosa di piu’. Vuol dire informazione, divulgazione, interazione, scambio, e giornalismo. Quel giornalismo che tu giustamente dici sia ormai settore di nicchia.
Ed e’ proprio questo che mi spaventa: un fenomeno planetario di individui che vogliono parlare ognuno di se’. Pochi invece a cui interessa parlare costruttivamente di “noi”. Della comunita’.
E infatti, la comunita’, la societa’ come unione di individui, sta attraversando un momento di crisi profonda.
Era questo un’aspetto proposto dal tema del post, ed e’ questo quello che intendevo dire nei miei interventi. Un’insieme di persone sole, raggruppate nello stesso posto, NON FA necessariamente una societa’. Putroppo quello che a noi tutti serve in questo momento, e’ proprio la seconda.
Gabriele
Penso che Facebook abbia un po' distratto i blogger... ma, come me, dopo un po' ti accorgi che l'entusiasmo del momento non lascia spazio a delle riflessioni, agli arricchimenti... i blog sono letture, sono identikit di nick, sono decisamente più profondi (e difficili da fare... non tutti riescono ad organizzare periodicamente pensieri ed esporli).
RispondiEliminaHo passato l'ultima settimana a ravanare nel web alla ricerca di blog attivi e compatibili "con le mie corde". Però hora ho la lista dei preferiti pienissima! :)
Cassandra
Per quanto mi riguarda, forse anche perchè ho il blog da soli 2 anni, continuerò a scrivere e lo farò secondo il mio stile, senza dare consigli, senza commentare i fatti del giorno con quella spocchiosità che molti bloggers hanno e che a me sembra quasi vogliano difendere.
RispondiEliminaA me non interessa muovere l'opinione Dan e lo sai. A me interessa scrivere e non rompermi le balle con le menate tipiche di chi si mette da un "angolo privilegiato" per commentare i fatti del mondo.
Il mio angolo privilegiato è il livello 0 anzi -47, il mio punto e basta. Sto sotto terra e a me basta e avanza.
Bel post, bello spunto, chissà che prima o poi non scriva anch'io la mia opinione.
Abbracci a te e family
hai aperto una specie di diga.
RispondiEliminaè vero tutto e il contrario di tutto.
è vero anche che ho smesso di interessarmi alle novità a tutti i costi.
e che se mi piace scrivere e farlo un poco sottovoce, resto qui.
come te.