Egregio Presidente,
la mia stima per Lei è fuori discussione: probabilmente sono uno dei pochi che la rispetta anche per il suo passato politico e che non ha mai messo in dubbio il fatto che ha cercato di svolgere il suo mandato con equità e discernimento.
Però, Sig. presidente, in questo momento così intricato ed amaro, in cui giustamente rimarca che "... chiede sacrifici agli italiani di tutti i ceti sociali, anche agli italiani dei ceti meno abbienti" , non posso fare a meno di domandarmi se si è capito che queste persone i sacrifici li hanno sempre fatti, anche e sopratutto in tempi non sospetti. Viviamo in un Paese che perdona, sempre, chiunque e per qualsiasi cosa. Siamo inquinati da "lobby" di ogni tipo (dai farmacisti ai venditori di ghiaccioli, passando per i taxi e chissà che altro), da "politici" che a essere benevoli possiamo definire discutibili, da risse volgari ed insultanti ad ogni livello, da ignoranza, corruzione e tanta, ma tanta evasione fiscale. Con tutto ciò, gli onesti ed i poveri (questo si deve scrivere, non "ceto meno abbiente") che devono fare? Quello che hanno sempre fatto: sostenere tutta la baracca. Mi si permetta, Sig. presidente, di essere stufo, facendo io parte di questa massa, di vedere quello che mi sta intorno, di non sopportare più privilegi ed arroganza, albagia e menefreghismo. Qui stiamo sulle spese, per usare un termine da economia spiccia. Vede, se la mentalità fosse diversa, se ci fosse la volontà reale di cambiare faccia all'Italia, non servirebbero proclami, richiami, ipocrisie continue. E' questo il nodo, Sig. Presidente: l'Italia non vuole cambiare. Una certa Italia vuole continuare a strafare, a straparlare, a strarubare, certa com'è che i tanti che da sempre sono onesti e che non si possono permettere neanche un euro di distrazione, saranno lì, immobili nella loro realtà di patimenti, sofferenze e dolori. Tutto questo non è più accettabile, Sig. presidente: non è più ammissibile. Volete che vi diamo anche la dignità, anche il poco di fierezza che ci è rimasto? Prima che si sappia quanto valgono, in soldoni, queste cose.
Con deferenza,
Mattioli Daniele
sei troppo buono, per me...
RispondiEliminalui c'era, c'è stato, c'è, tra quelli che si sono svenduti per le loro lenticchie sicure. tocca quasi rimpiangere quando approvava i carri armati in Ungheria...
@ Roberto: sì, forse sono troppo buono, ma nel mazzo è quello meno peggio. Almeno è intelligente. Che poi si sia piegato a voleri altrui...
RispondiEliminaChi no, piuttosto.
Bella lettera, direi anche toccante.
RispondiEliminaIo ho grande stima per Napolitano, e non tanto per il suo passato da politico, ma per il suo presente da Presidente, che in virtù del suo passato suona ancora più forte ed ammirevole.
Detto questo, non vedo che responsabilità possa avere Napolitano su scelte che sono del governo.
I poteri del Presidente della Repubblica, in presenza di una situazione politica stabile (che, per ora, lo è) sono assai ridotti.
Forse ho capito male la tua lettera...
un saluto
ma gliel'hai mandata? se si, bene. se no, mandagliela! prima, però, calca un po' di più la mano che la drammaticità della realtà è moooooolto pesante. e lo sai bene.
RispondiElimina@ Tommaso: ovviamente non gliel'ho mandata. E' uno sfogo, un post per il mio Blog, un messaggio per quei pochi che passano di qui. L'ho scritta pensando alla sua frase (riportata), non tanto ai suoi poteri decisionali. Se mi dice una cosa così, io rispondo come hai letto. L'equità sociale non è una Legge, purtroppo. Un saluto anche a te e grazie.
RispondiElimina@ iggy: per amor di sintesi troppo spesso sono "buono". Sai tu e lo so io che siamo veramente in una tragedia e se ne accorgeranno, come sempre, tardi. Forse si sveglieranno se iniziano a suicidarsi gli operai e non i manager (di quelli, francamente...). Intanto, si muore davvero di fame.
Capisco, Daniele, non volevo certo giudicare le tue comprensibili parole. è che per me è naturale in queste cose vedere sempre il risvolto tecnico-politico.
RispondiEliminaAnche io, come te, sono amareggiato della situazione.
Per ora, Napolitano rimane il politico di cui nutro più stima in assoluto.
Peccato che non sia più un giovincello...
@ Tommaso: ma certo. Non ho preso le tue parole come un "giudizio" (cosa, peraltro, assolutamente lecita): ho dato un taglio, permettimi, "umanistico", tralasciando questioni squisitamente tecnico-politiche proprio perchè ritengo Napolitano una persona umanamente molto rilevante.
RispondiEliminaPoi, sai, di cose, purtroppo, ce ne sarebbero, da dire.
hai voglia se ce ne sarebbero....
RispondiEliminaGrazie per essere passato da me.
A presto
Tommaso
Bel post e buone feste!
RispondiEliminaIn passato ha esternato per molto meno che per questo atto legalizzato di violenza sociale riguardo al quale ho sentito ben poco o comunque sia, sempre troppo poco!?
RispondiEliminaUn abbraccio
p.s. spero non te ne abbia a male ma anche se non sono (e mi guardo bene dal diventarlo) la DeFilippi sappi che nel mio blog... c'è posta per te!? ;-)