Non sapevo che questa riforma del lavoro fosse stata voluta da noi, dagli Italiani. La rivelazione mi lascia un attimo basito. Dato che portare firme (a milioni) non serve, chiedere referendum neppure, pregare per un po' di onestà e trasparenza nella Pubblica Amministrazione è come andare di notte a fari spenti nel deserto del Gobi, mi domando se siamo tutti maledettamente ben dotati intellettualmente, al punto da influenzare con il pensiero perfino i tecnici del Governo. Chissà, ma ne dubito. Le falci, quelle che tagliano posti di lavoro e buste paga, vengono dall'alto, mai dal basso, dal "popolo" (altra parola dall'etimologia ormai incerta). Fosse che non ci siamo capiti? Una riforma del lavoro serviva, eccome, ma partendo dal creare il lavoro, non dal mettere in ginocchio quello che già c'è. Elemosine e pianti servono a pochino: non sono eterni, nessuno dei due. Tamponare non è costruire, ovviare non è stabilizzare, parlare non è fare.
Se qualcuno in più dei nostri politici lavorasse, queste cose le saprebbe.
E tacerebbe anche un Professore.
Non siamo solo noi italiani a richiedere *questa* riforma, è l'europa tutta che ce lo chiede. Ovvero quella dozzina di banchieri che sta dietro la BCE.
RispondiEliminaPerché ormai solo loro 12 credono veramente che dando maggiori possibilità di licenziamento alle aziende si crea lavoro e si aiuta la crescita.