Waiting Phase Five



Io odio entrare negli ospedali. Riescono a rovinare anche i soffitti, tutto un mondo di dolore non voluto, gente che pensa di sapere ogni cosa di te, che ti ascolta pensando alla partita in TV della sera. Un formicolare che attanaglia le gambe, nell'aria troppo spessa, malata di calore, sempre. Riconosci l'umanità a sprazzi, si maschera negli anfratti, dietro alle scale antincendio piene di sporcizia, scarichi delle coscienze, riempimento delle ore eterne. Dovunque e chiunque tu sia, queste cose non le vedi, forse neanche le odori, non le senti, non le chiami. Entri, esci, sai di doverci tornare, non vuoi tornare, non riesci a cambiare.

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