Dieci motivi per ricordare un campionato di calcio



Dieci motivi per ricordare questo campionato di calcio. Ci vuole fantasia, credetemi.

1) I cazzotti di Delio Rossi e ragazzini viziati che non sanno godere del loro talento.
2) Gli "ultras", di tutte le specie, in particolar modo quelli che rendono fieri di non essere nè come loro, nè tra loro.
3) Gli stadi orribili e vuoti.
4) I campi orribili e pieni.
5) L'illogica opposizione alla tecnologia. Più che gol fantasma c'è da parlare di idiozia tangibile.
6) Le diatribe del Lunedì, con cui per qualche ora si pensa ad altro. Tanto, poi, questo "altro" è brutto quasi come il resto.
7) Gli ex-calciatori che diventano commentatori in TV. Una volta facevano quasi tutti gli assicuratori: era più dignitoso e probabilmente dicevano meno cretinate.
8) Le foto sui cellulari dei dirigenti/allenatori: come i bambini a ricreazione, ma strapagati.
9) Gli allenatori licenziati, che sono più di quelli assunti: il calcio non sa nemmeno la matematica.
10) Le scommesse e le miserabili manovre di gente che disonora un gioco, ma che per questo paga sempre poco o nulla. La delinquenza, con una maglietta sportiva o senza, sempre delinquenza è.

In tutto questo non si parla nè di partite, nè di campioni, nè di gioco come tale, nè della TV che ha reso il calendario una barzelletta che non fa ridere.
Ci sono dieci motivi per non farlo.
Dieci motivi per un calcio che è solo un'ombra.

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