Alla base di un disco come "Samsara" di Alice (uscito il 18 Settembre) c'è quello che io considero l'errore fatto da moltissimi musicisti: non guardarsi attorno, non mettersi in ascolto di ciò che avviene nella musica, non cercare una nuova via, non mettersi in discussione. Sono tempi grami e rischiare non piace a nessuno, ma l'Arte non è un campo in cui l'immobilismo paga, mai. Quindici anni per un nuovo disco di inediti è un tempo che crea un'attesa sempre sproporzionata, anche per gente come Peter Gabriel o i Pink Floyd (solo esempi, sia chiaro). Tuttavia Alice, che io ho sempre amato moltissimo, è un'artista vera, ancora oggi una cantante eccellente, tra le migliori d'Europa (in Italia stacca tutte, non si discute). Ma non posso essere contento di questo ritorno. Musicalmente siamo fermi ad una decina d'anni fa, con un minimalismo che è anche una scelta condivisibile, ma che non giova, in questo caso. Non è di supporto a testi che, in alcuni casi, sono imbarazzanti. Le due canzoni di Ferro sono probabilmente le migliori e questo faccia riflettere su chi si sceglie come collaboratori. Leggendo moltissimo, in questi giorni, ho capito che l'intento di Alice era più che buono, la sua strada sempre rigorosa e fuori da certi schemi precostituiti della musica "leggera". Eppure la profondità che permea le sue scelte non si riflette in questi brani, dove aleggia una sorta di spiritualità che è spesso assai banale, almeno nelle parole usate. Dico questo con una piccola fitta di dolore, ricordando dischi dai suoni meravigliosi come "Mezzogiorno sulle Alpi" o "Il sole nella pioggia", accanto a musicisti fenomenali (andate sul sito qui e cliccate la voce musicisti: ha collaborato con la crema vera della Musica Internazionale), dove anche i testi erano a un livello superiore (musicare "La recessione" di Pasolini fu una scelta entusiasmante). Mai guardare troppo indietro, ma in "Samsara" non c'è il prossimo orizzonte. C'è un'occasione perduta e un pugno di canzoni dimenticabili. Un autentico peccato.
Alla base di un disco come "Samsara" di Alice (uscito il 18 Settembre) c'è quello che io considero l'errore fatto da moltissimi musicisti: non guardarsi attorno, non mettersi in ascolto di ciò che avviene nella musica, non cercare una nuova via, non mettersi in discussione. Sono tempi grami e rischiare non piace a nessuno, ma l'Arte non è un campo in cui l'immobilismo paga, mai. Quindici anni per un nuovo disco di inediti è un tempo che crea un'attesa sempre sproporzionata, anche per gente come Peter Gabriel o i Pink Floyd (solo esempi, sia chiaro). Tuttavia Alice, che io ho sempre amato moltissimo, è un'artista vera, ancora oggi una cantante eccellente, tra le migliori d'Europa (in Italia stacca tutte, non si discute). Ma non posso essere contento di questo ritorno. Musicalmente siamo fermi ad una decina d'anni fa, con un minimalismo che è anche una scelta condivisibile, ma che non giova, in questo caso. Non è di supporto a testi che, in alcuni casi, sono imbarazzanti. Le due canzoni di Ferro sono probabilmente le migliori e questo faccia riflettere su chi si sceglie come collaboratori. Leggendo moltissimo, in questi giorni, ho capito che l'intento di Alice era più che buono, la sua strada sempre rigorosa e fuori da certi schemi precostituiti della musica "leggera". Eppure la profondità che permea le sue scelte non si riflette in questi brani, dove aleggia una sorta di spiritualità che è spesso assai banale, almeno nelle parole usate. Dico questo con una piccola fitta di dolore, ricordando dischi dai suoni meravigliosi come "Mezzogiorno sulle Alpi" o "Il sole nella pioggia", accanto a musicisti fenomenali (andate sul sito qui e cliccate la voce musicisti: ha collaborato con la crema vera della Musica Internazionale), dove anche i testi erano a un livello superiore (musicare "La recessione" di Pasolini fu una scelta entusiasmante). Mai guardare troppo indietro, ma in "Samsara" non c'è il prossimo orizzonte. C'è un'occasione perduta e un pugno di canzoni dimenticabili. Un autentico peccato.
Commenti
A me Ferro piace... Andrò a cliccare.
RispondiEliminaIl titolo del post è perfetto! ;-)
RispondiElimina@ Annachiara: che, poi, è il titolo di una sua canzone di qualche anno fa. Ferro ha fatto il compitino, niente di più. 6, di simpatia.
Eliminacapisco il tuo dispiacere. è capitato anche a me con qualcuno che amavo davvero.
RispondiEliminaquanto a me, se non ne parli tu, non è mai uscito questo disco...
No, Maestro, no. Ascoltalo, se puoi (se vuoi, manda mail...), perchè non è detto che non ti piaccia. Anzi.
Eliminaoff topic: mi hai fatto tornare in mente "In Mongolia in retromarcia" di Zamboni :)
RispondiEliminagattaliquirizia
E' il titolo che metto quando parlo di musica. E tu sei brava: anche da lì, viene. :-D
EliminaQuesto è uno dei post più letti. strano che qualche "fan" non mi abbia ancora menato! :-D
RispondiEliminaBuongiorno, mi incuriosisce una sua frase, che spero avra' la pazienza di approfondire. Quando dice: 'la profondità che permea le sue scelte non si riflette in questi brani, dove aleggia una sorta di spiritualità che è spesso assai banale' a quali brani si riferisce nella fattispecie?...io ho aqcuistato e ascolto Samsara con infinito piacere trovandolo un lavoro pregevolissimo, e uno degli aspetti che piu' trovo interessante e' proprio la messa a fuoco di tematiche non certo nuove nell'opera di alice in modo nuovo, piu' fresco, meno cerebrale. Non banale, oso dire in modo piu' diretto e autentico di quanto sarebbe potuto essere riproponendo una formula che aveva gia' espresso il suo massimo potenziale in passato. E' un'opinione...cordialmente
RispondiEliminaDavide
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RispondiEliminaMi si può dare del tu, senza problemi. Troverò i testi e li metterò. Mi viene in mente il parlato dove ci si interroga sullo svelare i misteri della morte, della nascita, dell'Universo. Non ho detto che avrebbe dovuto riproporre cose già sperimentate, ma nel passato è stata molto meno banale, secondo me. Musicalmente, poi, un abisso tra questo lavoro ed altri suoi. Essere meno cerebrale, come dici tu, non sempre giova.
RispondiEliminaEcco alcuni esempi: "autunno già
RispondiEliminama perchè rimpiangere un eterno sole
se siamo alla ricerca della luce divina...", "non finirà mai questo demone che divora migliaia di anime
e di corpi che muoiono e che saranno giudicati,
saranno giudicati", "Eri con me
Ma io non ero con te
Sei con me
Ma io non sono con te
Ero con te
Ma tu non eri con me". E poi cercherò quel parlato cui accennavo. Francamente? Ha fatto molto, molto meglio.
Certamente il parlato della canzone 'come il mare' che porti a esempio, liberamente ispirata all'opera 'versi per essere calunniato' di Verlaine, sviluppa un tema assolutamente umano, anzi...intrinseco all'umano come genere. Da dove veniamo chi siamo dove andiamo. E' una domanda ricorrente che il poeta non smette di porre, ampiamente dibattuta, in ogni epoca con risultati variabili, a volte la negazione del senso, a volte la ricerca del senso. Ma l'originalita' non deve essere cercata nella freschezza o meno dell'argomento, ma nella forma con cui viene espresso secondo me. In questo episodio specifico e' bello e quasi eversivo che la cifra poetica si affidi alla speranza che sfida l'ineluttabilita' del mistero: 'sveleremo l'universo, il nulla'. Musicalmente parlerei di virata pur nella continuita' rispetto a lavori come Park Hotel, Il sole nella pioggia e Mezzogiorno sulle alpi. Discostarsi da queste opere che sono momenti storico musicali irripetibili era si puo' dire inevitabile. Samsara e' emblema di rinnovamento, e la scelta di usare un registro meno rigoroso ed ermetico puo' non giovare a chi desiderava ritrovare Alice esattamente laddove immaginava si fosse fermata, ma giova e anche molto ad Alice mettendola di fronte ad un orizzonte nuovo, da esplorare con una gioia nuova che ne riempie anche il canto. Personalmente la percezione che abbia amato particolarmente cantare questo lavoro e' impressione vividissima.
RispondiEliminaRispetto la tua opinione, ma non vorrei che tu pensassi che il fatto che, per esempio "Mezzogiorno sulle Alpi", sia amatissimo da me, abbia inficiato il mio giudizio (che è sempre molto personale) e che mi costa avere. Tu ampli bene il tema, ma io ritengo che portarlo in musica sia stato un compito che non è riuscito. Ripeto che rispetto la filosofia che ha portato a certe scelte, ma artisticamente parlando il disco è davvero poca cosa. Ho imparato, con gli anni, a non pensare a ciò che anima veramente un artista e credo tu abbia ragione nel dire che Alice ami molto queste nuove composizioni, ma pur continuando ad ascoltarlo, non mi fa scattare quell'emozione che provo quando ascolto un brano o un cd che mi fanno davvero stare meglio. Mi lascia freddo e, francamente, un po' infastidito da certe soluzioni letterarie. Sarà che sono ateo e non mi interesso molto alla spiritualità (potresti definirmi arido, ma non è così) e che, di conseguenza, non ritengo certe espressioni interessanti, ma non riesco a smuovere nulla che mi faccia cambiare idea. Detto tutto questo, il rispetto e l'ammirazione rimangono. Spero che passi da qui e dal vivo, magari, qualcosina cambia.
RispondiEliminaPermettendomi anch'io di darti del tu io penso che questo CD,che forse dopo quattordici anni di attesa,puo'avere lasciato a qualcuno dell'amaro in bocca,non puo' non essere considerato un piccolo gioiellino specie se lo confrontiamo,e spero su questo di non essere smentito,con la pochezza della qualita'musicale in circolazione adesso:ora tralasciando il "Pulcino pio"e nefandezze simili ho avuto il "piacere" di ascoltare cd di alcuni artisti usciti in questo periodo, non sto qui a fare nomi e cognomi ma si parla di "comete", di "tre cose"...ti posso dire che,il paragone non si puo'fare,ora se vogliamo discutere in termini assoluti posso anch'io trovare i peli nell'uovo anche in SAMSARA , Battiato e Sgalambro potevano impegnarsi di piu' cosi' come Cambio Casa Remix poteva essere evitata..mi aspettavo qualcosa di piu' negli arrangiamenti ma è la perfezione che si richiede a chi fa da sempre della musica un'arte ,e la perfezione non è di questo mondo...
EliminaPosso capire la delusione se lo si confronta con un album come Mezzogiorno sulle Alpi, ma sono anche passati 20 anni e in questi 20 anni il percorso di Alice era ben chiaro che strada avesse preso, quindi non ci si poteva aspettare un album come Mezzogiorno sulle Alpi... è dal 2000 poi che il suo percorso la porta verso la spiritualità e i testi poetici in musica, quindi Samsara ci rientra tutto e non può trovare inaspettato chi l'ha seguita fino adesso.
RispondiEliminaRipeto: non volevo un altro "Mezzogiorno sulle Alpi", non l'ho detto e non faccio paragoni. Io la seguo da moltissimi anni ed è proprio per il riguardo e l'affetto (artistico) che le ho sempre portato che sono rimasto deluso. Ribadisco le mie posizioni. Ascolto centinaia di dischi all'anno e, come dice anche Beppe, c'è ben di peggio in giro. Però, francamente, qualcosa di più attuale, di più musicalmente avanzato me lo potevo aspettare. Ribadisco anche di rispettare le vostre opinioni e mi compiaccio che vi siano stati i vostri commenti. Continuando ad ascoltarlo, come scrivevo più sopra, l'insoddisfazione resta. Non facciamone un dramma.
Eliminanessuno ha fatto drammi... né mi strappo i capelli se non ti piace... si discute pacificamente... mi pare ;-)
EliminaMa certo. intendevo dire che è pur sempre solo un disco, non è la vita vera, che ci pone davanti a questioni ben più gravi e difficili da superare. Più l'ascolto, più mi convinco che non ci siamo. Eh, vabbè! :-D
EliminaCiao, Rox.
Daniele hai il diritto sacrosanto di non apprezzare Samsara, non è certamente un obbligo, però perdonami...riportare proprio quei passaggi da 'autunno già' a esempio di 'soluzioni letterarie che ti infastidiscono'...accidenti, mi vieni a dire che Rimbaud è assai banale! No! I succitati versi sono tratti abbastanza fedelmente dalle opere di questi autori, oso dire quasi trascritti paro paro:
RispondiEliminaAutunno già! Ma perchè rimpiangere un eterno sole, se siamo impegnati alla scoperta della chiarità divina, lontano dalla gente che sulkle stagioni muore'...
Ah! Le vesti Marce il pane intriso di pioggia,
l'ebbrezza i mille amori che mi hanno crocefisso! Non finirà mai
questa lamia regnante su milioni di anime e di corpi morti e che saranno iudicati!
Arthur Rimbau - Adieu
Agosto 1873
Scusa i punti esclamativi quà e là se tisembreranno scortesia non era mia intenzione. Ciao
Davide
Sarà Rimbaud, ma non mi pare che ci stiano in una canzone. Prendi "La recessione": quello è un esempio di perfetta fusione musica/testo letterario. Qui mi sembra forzata. Molto. Tutto qui. Metterla in musica non è riuscito: non sarà banale, ma non sempre si riesce in un intento sì lodevole. Grazie del tuo commento.
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