Chi prendete in giro



Ma voi chi prendete in giro? Voi, Partiti. Voi, del Governo, Voi, dell' "informazione" mainstream. Voi dei proclami e delle rivoluzioni a parole. Voi che avete il sedere imbullonato alle poltrone delle Regioni, delle Province, dei Comuni. Voi economisti pagati dalle banche per dire che presto tutto si aggiusterà. E voi, banchieri, attualissimi delinquenti e predatori. Voi tutti perchè non dite mai come stanno le cose? C'era la crisi, poi stava partendo la ripresa. Ma, un attimo, mica adesso e neanche nel 2013. L'anno prossimo la disoccupazione aumenterà: osti, io avevo capito il contrario. Che scemo sono, che illuso. Cianciate, ora, del 2015. Non ve ne frega nulla se l'orizzonte temporale di un disoccupato non è quello, ma solo domani. Non vi frega, perchè se così fosse fareste qualcosa, lavorereste per quello che non ha neanche i soldi per mettere insieme pranzo e cena (espressione vecchia, ma perfettamente usabile), per quelli sulle torri a protestare, per dare una scuola decente agli studenti che sapete solo menare. Mi sbaglio, forse? Il vostro ombelico è il centro del mondo, tutto il resto si può tralasciare. Dalle elezioni venture, dite, nascerà la nuova politica, un'Italia rinnovata. Io non vi credo più. Non credo a nessuno, ma non è colpa mia. Se c'è un difetto in me è quello di aver fatto ancora troppo poco per smascherare la vostra ipocrisia. Siccome, però, sono tutto sommato fiducioso, il domani so che non sarete Voi, perchè così non si va da nessuna parte e il castello delle vostra meschinità verrà abbattuto.
Questo è più sicuro delle previsioni idiote che propinate.

[Grazie a Maria Antonietta per la conversazione di stamattina, della quale questo sfogo è debitore].

Commenti

  1. Veramente incazzato... La cosa più difficile è convincere che si è tutti sulla stessa barca... eccetto pochi eletti (alle cene con ostriche). Ed invece molti si sentono, dopotutto, privilegiati di una condizione che spesso viene pensata come autodeterminata (ed il che rende ragione della condizioni di altri a non essere privilegiati e nella situazione in cui sono).
    Povertà diverse ma inconciliabili per motivi di codice (linguistico).
    La mediocrità ha preso il sopravvento, l'intellettualismo la fa da padrone sull'esercizio (!) del pensiero, l'agire soccombe all'attorialità (passamela come parola che vuol indicare la superficialità delle nostre operatività eterodeterminate), la realizzazione e la conseguente responsabilità che ne deriva perisce sotto le pratiche produttivistiche del consumo del nulla imperante.
    Ormai penso che unicamente le abilità di talune donne ed uomini, nel segno distintivo che gli sarà possibile circoscrivere, potranno ridare fiducia all'uomo. Segnando nei gesti nelle parole e nelle relazioni la (ri)fondazione di un territorio fatto di lavoro e costruzione di civiltà che oltrepassi la chiacchiera di cui tutti, come bestie allo specchio, abbiamo goduto pensandoci diversi quando invece non lo eravamo per nulla. Appunto.

    RispondiElimina
  2. sfogo sacrosanto caro compagno...

    militante

    RispondiElimina

Posta un commento