Il web che scoreggia



Mi spiace aver letto questo post solo oggi e grazie alla segnalazione dell'amico Rudy Bandiera. A parte l'espressione "scoreggine mentali" dedicata ai Tweet, il resto mi sembra il solito rimestare. Zucconi è quella che si chiama una "firma storica" del nostro giornalismo e, come tale, lo leggo spesso. A volte complica argomenti semplici, a volte rende semplici quelli complessi e ciò depone a suo favore. Però, stavolta, ha voluto fare il fenomeno e si è impantanato. Sulla validità di "Twitter" e del "pensiero condensato in 140 caratteri" ci aveva provato anche Serra a far partire la scure del disprezzo. Eppure, milioni di persone lo usano: se, poi, in maniera costruttiva è da vedere. Come per tutti i "Social Network" le considerazioni su ciò che producono sono talmente tante che ci si scrivono libri. Nello spazio di un Blog piccolo come questo si fa sintesi, o ci si prova. A me sembra che ci sia una cosa sola da dire: la paura che permea questi soloni è chiara. La ribalta è loro, con gli editoriali di tre pagine che si possono permettere, i viaggi, il loro lavoro. La massa che scoreggia non dice nulla, perchè vogliono che nulla dica, anche se, ormai, "twittano" anche i Presidenti degli Stati Uniti e le notizie arrivano molto prima lì e su "Facebook" che sui loro quotidiani digitali. Una cosa è vera. non siamo liberi, neanche qui. Però, parafrasando il gergo alto del post, solo i "bimbiminkia" fanno finta di non saperlo. Ecco, Zucconi riporta belle frasi altrui molto spesso, ma non ha compreso che non tutti stanno qui solo per cazzeggiare e scrivere del gatto o del moroso. Magari, pensasse, che ci sono tante persone che si scambiano opinioni, si conoscono e si organizzano, a volte, anche per cacciare certi brontoloni arcaici che vedono minacciata la loro aura di spargitori di verità culturalmente elevate. 

Commenti

  1. Questi giornalisti, penne libere della prima ora quando canale 5 si chiamava solo canale 10 (chi lo ricorda?) evidentemente non hanno capito che il web riproduce il mondo, lo rispecchia. E che come per i gionali, ci sono penne serie e penne che urlano contro la politica quando, violato un articolo del codice penale, gridano contro la politica che hanno sempre "sostenuto" (anche se a pagamento) e che adesso non produce una regoletta che gli fa scansare il carcere... mentre per il popolino del tw vai per molto meno dietro le sbarre. Questo è lo stato comatoso di questa democrazia: anche i giornalisti vogliono che il mondo sia al servizio del loro potere... Non so se i giovani sono migliori, certo che ce la metteranno tutta per conservare le loro posizioni, anche chiedendo piaceri e favori ai politici, anche quelli travestiti da tecnici

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    1. Esatto. E comunque hanno anche loro i "padroni" e l'albagia con cui trattano certi temi è schifosa. Molto del web è spazzatura, ma io, qui, se non rettifico in 48 ore un'affermazione che qualcuno ritiene offensiva o lesiva della sua "dignità", rischio migliaia di euro o peggio. Mica ce li ho, gli avvocati di "Repubblica". Eppure non si smette di parlare del cattivo web, invece di discutere del buon web.

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