Alcune cose urtano. Assai. Come dice "Malvino" nel suo post, stiamo assistendo all'ennesimo bel spettacolo italiota. Mi ricorda qualcun altro, per dire: uno che è talmente "super partes" da fregarsene della legge, tanto è pieno di amichetti.
Ma un altro piccolo, minuscolo fatto mi dà noia. La continua ripetizione, da parte di più esponenti del Governo o della sua finta opposizione, che questa riforma del Senato è "...chiesta dai cittadini."
Ora, non essendo titolare di un istituto di sondaggi, non posso parlare per tutti (a campione, s'intende). Però così, a pelle, mi pare che gli Italiani chiedano altro.
Che so, il lavoro? La lotta vera contro la corruzione, magari? Un futuro decente per i propri figli? Insomma cosette del genere.
Dare priorità viene sempre male, ad un certo livello: si è troppo impegnati a distrarre per potere essere credibili in affermazioni che paiono politicamente importanti, ma che mascherano solo e sempre urgenze atte a deviare l'attenzione verso riconoscimenti personali o di casta (sì, vabbe', che parola abusata: prometto di aprire il Dizionario dei sinonimi, che quello dei contrari è vuoto).
Perciò, parlate per voi, come avete sempre fatto.
Andreas Gursky, "Parliament", 1998, Tate Gallery.
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