A volte sembra quasi un incubo. Lucido e reale. Di quelli da cui ti svegli nei rari momenti di serenità che riesci a strappare qui e là. No, non parlo di psicofarmaci, sennò la goduria sarebbe più lunga. Lavoro, quello è un incubo. Chiarisco, non per tutti. Per quelli che come me, non avendo mai leccato il culo a nessuno, pagano le proprie colpe. Giustamente. Interamente, senza sconti, senza pietà. Ed è tutto corretto: non puoi appellarti.
Qualche mese fa, in un tribunale (e lì che si parla spesso del lavoro, qualcuno mi ha detto che per i mestieri "non qualificati" non c'è futuro. Ah, bene. Certamente il mondo si sta spostando verso le specializzazioni alte. Internet ha cambiato ogni cosa ed è solo l'inizio. Tutto va così veloce che nemmeno chi ci sta dentro riesce a tenere il passo. Dietro la scrivania c'è già qualcuno che ne sa più di te, o ha un'idea geniale, un'applicazione fottutamente innovativa o ha fatto tre master al "MIT".
Di questo ho scritto tempo fa ed ora, che sono in una sacca in cui non so che fine (lavorativa) farò, mi tornano su, quasi da rigurgitare, certi argomenti. Perchè chiunque ha bisogno di questi lavoro "bassi" e lo si sa. Eppure l'etica, il semplice rispetto per coloro che li svolgono sono evaporati: quasi come quella cosa chiamata educazione, che ormai sta diventando mito.§
Lo stress fisico, ma soprattutto morale è indicibile e poco spiegabile. Ma anche questo ve l'ho detto. Che c'è di nuovo? Quasi nulla, se non che l'età inizia a farsi sentire ed anche quei pensieri di tempo mancante che si assottiglia. Sempre più spesso mi ritrova a fantasticare di carriere, di arroganza, di ipocrisia che non verranno portate nella tomba: da nessuno. E' consolante, per certi versi, vedere l'affanno che prende milioni di persone nel loro gioco di personale affermazione continuare a fare la pelle ai poveri cristi, cui rubano tutto, dalla dignità in giù.
Non essendoci un Dio che li salverà, e neppure una cazzo di ricompensa nell'alto dei cieli, chissà come ci resteranno, alla fine della corsa. Leggere Totò, prego. Che spesso i guitti, quelli che ci sembrano macchiette, capiscono più dei fini pensatori. Perchè è una corsa senza vincitori né vinti. Lo sapete, dai.
Prometto il prossimo post più leggero.
Intanto provo a ridere in faccia ad una massa di coglioni che vive meglio di me, sicuramente, Ma non per invidia.
Per vedere l'effetto che fa.
non so l'effetto che fa, ci ho pensato anche io, ma non ho risposte e non so nemmeno se lo voglio provare però l'effetto che fa questo post mi vien voglia di darti un bacio sulla guancia
RispondiEliminaGrazie, Cri. Lo sapevo che tu avresti capito ed il bacio sarebbe un privilegio.
RispondiEliminasono commossa, non avrei saputo dirlo meglio....il mio disagio
RispondiEliminaMi spiace che tu sia anonima. Almeno potevo ringraziarti meglio.
RispondiEliminaIl disagio è una cosa che esiste da sempre, almeno in un società liberale e consumistica come quella che abbiamo contribuito a creare.
Non che se regnasse un modo di vivere diverso non ci sarebbe.
E' che io penso che disuguaglianze sempre più ampie conducano solo a un baratro da cui nessuno, nemmeno quelli che si credono "potenti", potrebbero uscire.