Da qualche mese, abbandonato "Facebook" (con grande sollievo), ho riversato le mie attenzioni, sempre dettate dalla voglia di diventare, ovviamente, un "influencer" (risate), su "Twitter". Esso è un oggetto ancora oscuro a molti: non viene compreso, è troppo complesso (sic), gli hastag questi sconosciuti e non si può scrivere quanto si vuole. Quest'ultima frase mi fa pensare di aver fatto una buona scelta. 480 caratteri sono pure troppi, spesso, e imparare a fare sintesi è un ottimo esercizio. sia grammaticale che mentale. E poi Twitter è bello cinico, molto più da grandicelli che il coso di Zuck. Almeno, così la vedo.
Quando ho iniziato a seguire l'hastag #facciamorete, capitandoci un po' per caso ed un pochino seguendo il trend, mi sono chiesto cosa fosse, in realtà. Creare delle comunità di utenti unite da un # può risultare anche facile, se si usano le armi dell'attualità, della moda del momento o dei personaggi mediatici. Diverso, molto, partire da un elemento come quello dei valori condivisi, dell'antifascismo, della sinistra (intesa come opposizione al Governo attuale, per stare larghi). Una sfida in un certo senso nuova, in un ambiente spesso preda di troll o di perfetti idioti da tastiera (e qui ci si avvicina a Facebook).
Naturalmente, per un vecchio Comunista come me, c'è stata un po' di diffidenza. Quando, ad esempio, si parla di antifascismo, molti riducono la cosa ad una perdita di tempo, adducendo la scusa che il fascismo in Italia, ormai, è solo "folclore", robetta da calendari e busti. Naturalmente sono gli stessi che parlano di "Fascismo rosso" e di collusioni con le banche: questo, però, non è folclore. E siccome solo un cieco od un'idiota (oppure un idiota cieco) non capirebbe che la nuova leva politica è profondamente permeata di fascismo vero, quello del razzismo, delle botte, del sessismo, della pancia piena e la mente vuota, mi sono avvicinato a #facciamorete un pochino di più.
Ora, una delle cose che si dovrebbe avere, è una buona dose di razionalità, possibilmente unita all'umiltà ed all'apertura. Ho notato immediatamente che molti interlocutori usavano termini che io non amo molto, come "buonista" (vedere profilo per sapere come la penso), o che smaccatamente facevano e fanno il tifo per il "PD". Non avendo mai appoggiato quel Partito, si poteva paventare un ostacolo abbastanza ripido da scalare. Non posso e non voglio prescindere dalla mia storia politica personale, dalle mie idee e dalle mie convinzioni: tutte cose che ritengo fondamentali ed a cui mi attengo con partecipazione. Però.
C'è un però enorme che mi ha fatto riflettere, La parola "dialogo". Penso sia finito il tempo degli schemi indiscutibili, della fermezza a tutti i costi: si può essere coerenti, anche con durezza, ma aprirsi, guardare, capire, magari incazzarsi, che male fa, ma non come l'isolazionismo. Ho cercato di vedere #facciamorete come prova di dialogo con persone diverse per formazione, ma con lo stesso desiderio di opporsi ad una deriva fin troppo chiara, che sta facendo dell'Italia neanche più una barzelletta, ma una farsa tragica.
Quindi ho aperto a discussioni ed argomenti che ho trovato esiziali per una riscossa popolare (e questo termine è usato in senso corretto), per una necessaria rinascita di un sentimento di comunione con tutti coloro che hanno buona volontà, che vedono i colori più diversi farne uno solo e non è il nero. Naturalmente, con una platea vastissima, persistono in me alcuni dubbi, ma perlopiù legati ad atteggiamenti che voglio lontani da me e che mi piacerebbero finissero di essere usati per accedere ad una sorta di superiorità morale (tipo "...voi Comunisti") che va a discapito di un'allargamento finalmente ampio ed inclusivo di una Sinistra Europea e moderna.
Raccogliere in poche righe molti pensieri non è facile: è una sorta di "Spaghetti Code" che s'ingarbuglia mano a mano che si tenta di sbrogliare. Quindi è, forse, inutile mettere altro in campo, per ora. So che la cosa continua ad allargarsi, che mediaticamente resiste ai vani tentativi di deriderla, che rompe le palle ai fasci (e anche solo per questo va incrementata), che si aggancia a tante altre iniziative intelligenti, apartitiche, di volontariato, di bella gente, su. E so che a Milano, il 2 Marzo, c'era questo spirito: uno spirito vivo in una piazza. Qualcuno direbbe roba d'altri tempi, di nostalgie effimere.
Io dico roba da futuro.
Lasciare Facebook è la decisione più saggia che potessi prendere... :)
RispondiElimina