La dignità essenziale


Negli ultimi anni si è sprecata la parola "dignità" riversandola in molti rivoli, spesso dandone un significato politico che è virato a concedere, quasi come fosse una regalia, quello che è, a tutti gli effetti, un diritto delle persone. Nello specifico inteso, un diritto di coloro che lavorano, in qualsiasi luogo, con qualsiasi mansione.
Un'affermazione banale, talmente è ovvia.

La generazione di un profitto che non viene messo in discussione, produce esclusivamente un aumento della ricchezza a favore di pochi, coloro che detengono la proprietà. La ridistribuzione, tramite il lavoro, deve portare al soddisfacimento dei bisogni essenziali delle persone, al compimento pieno di una vita dignitosa, per sé e per le proprie famiglie. Declinata in questi termini, l'espressione "dignità" è ineccepibile.

La realtà attuale è quella della frammentazione del lavoro, della sua precarietà, della volatività di contratti che qui abbiamo spesso definito "capestro": lo sfruttamento, ribadiamo in qualsiasi ambito, determina un abbassamento dei diritti, paghe inique e stress psicologici che sgretolano la dignità del lavoro stesso e la sua importanza sociale, che è assoluta.
Un impoverimento che non è solo materiale.

Chi subisce tali condizioni, nella realtà, non vive: sopravvive. Si sente da meno di coloro che riescono a soddisfare i propri bisogni con più serenità, senza dover combattere quotidianamente contro un sistema che ha lasciato mano libera a tutta una serie di trasformazioni dell'impiego subordinato atte al solo mantenimento di uno status ottimale a chi quell'impiego lo dà.
La parte finale della filiera produttiva, il lavoratore, non può ambire, a tale status.

Ecco, quindi, che la lotta per i lavori equamente retribuiti, per le norme di sicurezza, per contratti certi e rispettosi dei diritti umani è fondamentale. Non è mai rinviabile, non è mai demandabile: è una lotta di civiltà che milioni di persone devono combattere, purtroppo convivendo con il timore di essere, in realtà, dei numeri e come tali, sostituibili in qualsiasi momento.
Uno Stato che non si impegna in questo è destinato a ricoprire un ruolo marginale nell'economia e della crescita,
La dignità è indubbiamente crescita. Per tutti.

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