Oltre il vecchio che resta





Grillo è solo l'ultimo, in ordine di tempo, a parlare del Sindacato come di un'organizzazione superata. Ci provano, a farlo credere, migliaia di persone ogni giorno, sopratutto a quelli che, invece, lo ritengono ancora una sorta di difesa ineludibile per i diritti dei lavoratori. Qui dobbiamo chiarire, invece, il ruolo attuale del Sindacalismo in Italia. Le lotte fatte, all'alba dell'industrializzazione e della presa di coscienza dei lavoratori tutti, sono storia: una storia possente e decisiva, crudele ed esaltante. Dagli anni '80 in poi, con la consapevolezza che l'industria Italiana era (ed è) immobile, si sono trasformate le barricate in casseforti, dove mantenere un alto numero di iscritti, funzionali alla sopravvivenza di apparati burocratici e di categoria sempre più ampi. Non che non si sia lottato, che non si siano migliorate ulteriormente tante cose, non che ci sia scordati la funzione primaria del Sindacato, ma intorno è mutato tutto il contesto. Ormai molti degli iscritti sono pensionati, extracomunitari (che ci credono, eccome) e chi ha ancora uno spirito combattivo. in realtà, cosa fanno, adesso, i triumviri delle tre Organizzazioni più grandi? Ballano. Si appoggiamo a questo o a quel Governo (due di loro), lasciando il terzo a sostenere il peso delle gravissime crisi che ci distruggono da anni. Quindi, non c'è più unità d'intenti: quelli con le palle (vedi Landini) sono guardati come la mummia di Lenìn, al più un oggetto da mettere in mostra quando la gente capisce che non c'è più molto altro. Carrozzoni svuotati, spesso, di professionalità, autoindulgenti, complessi e costosi. Grillo è certamente troppo "tranchant", perchè manca in lui, ed in moltissimi altri, il desiderio vero di imbastire un cambiamento del Sindacato, un ammodernamento. Contribuire alla difesa del lavoro non significa solo battaglie di principio, ma anche imparare l'autocritica, guardare fuori dai recinti, non difendere l'indifendibile, ma ragionare sulla maniera migliore per evitare danni peggiori a tutti. Spesso ci si trova di fronte a sindacalisti che hanno, in sè, gli stessi germi dei politici e delle vecchie istituzioni industriali che vogliono combattere: la sedia ben attaccata al sedere, un effluvio di bei concetti e riunioni su riunioni. Insomma, molte parole, molti scioperi, ma sullo sfondo un film che va avanti senza di loro. Il Sindacato serve, il Sindacato ci deve essere, deve avere un ruolo da protagonista, ma ha anche bisogno di guardare a sè con meno orgoglio datato e con più consapevolezza che il mondo intero è mutato.
Adattarsi o morire.

[Un grazie a Gaia Fabrizia Righi per lo spunto e l'approfondimento]

Commenti

  1. Assolutamente d'accordo. Sicuramente i sindacati devono aggiornarsi ma guai se non ci fossero! Il lavoro va difeso.

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  2. Esatto, ma devono cambiare. Mr. Seamus, è un vero piacere.

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  3. Ottimo post, condivido su tutta la linea. Io a malincuore, dopo 12 anni, ho revocato la delega sindacale perché ne ho constatato l'effettiva inutilità, in questo termini.

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  4. Ehilà, Drugo. Se provassero a svecchiarsi, a fare anche dei "mea culpa", forse meno persone farebbero quello che hai fatto tu.

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  5. Credo che la principale difficoltà che i sindacati debbano affrontare è l'ormai eccessiva frammentazione delle tipologie di lavoro.
    Come fare a rappresentare le migliaia di partite Iva che sono in realtà dei precari mascherti da liberi professionisti. Io ho iniziato così.
    Come proteggere un lavoratore del genere quando il datore di lavoro (ops! "Il cliente"!) non ti rinnova il contratto (quando c'è il contratto).

    Mi sbaglierò, ma credo che l'unica soluzione al problema sia quella che i sindacati in qualche modo entrino in parlamento a rappresentare i lavoratori. Suonerà troppo comunista, ma solo così si può legiferare per assicurare quei diritti al lavoro che la politica asservita alla finanza minaccia di cancellare.

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  6. I sindacati sono vissuti troppo tempo della rendita storica delle loro imprescindibili e vitali battaglie.
    E chi vive di rendita, purtroppo, tende a perdere di vista il contesto, a dare per scontato il proprio ruolo senza doverlo difendere quotidianamente con le unghie, e finisce per essere una preda facile di chi ha tutto l'interesse ad asservirlo.
    E così, proprio nel momento in cui ci sarebbe stato bisogno di scaldare i motori e tornare sul fronte, ci ritroviamo i sindacati obsoleti negli strumenti di lotta, morbidi col potere, ipocriti con i lavoratori, incapaci di andare OLTRE la loro storia.
    Tranne poche eccezioni, sindacati e sindacalisti sono visti, nella migliore delle ipotesi, con sospetto e, nella peggiore, con una profonda mancanza di fiducia che nasce dalla pancia e, forse, ormai, anche un po' dal cuore.
    D'altro canto, l'indispensabile riforma dovrebbe partire da loro stessi, e non certo dalle istituzioni, che hanno tutto l'interesse, ripeto, che restino esattamente così come sono: belli (in forza del loro glorioso passato) e imbelli.
    E in tutta onestà, c'è qualcuno di voi che riesce ad immaginarsi Camusso, Angeletti e Bonanni che annunciano una riforma interna radicale?! Muahahah!
    In tutto ciò, merita una menzione speciale il buon , buonissimo Landini: uber alles.E' l'unico che sembra aver ben compreso chi è il nemico e chi è l'indifeso che va salvaguardato a tutti i costi; gli altri devono essersi confusi.
    E se ci pensate, se pensate a cosa hanno fatto in passato e a cosa potrebbero ancora fare se solo si eliminassero i clientelismi, gli interessi personali, il parassitismo, pensare alla loro confusione fa venire i brividi.
    ps.: Ringrazio Daniele per l'immeritata citazione.

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  7. Io i sindacati li ho visti dall'altra parte della barricata, oltre che da quella del lavoratore.
    Così come sono non servono a nulla, se non a fare i portavoci degli uffici del personale, istigatori o calmeriatori del popolo che lavora.
    Meglio organizzarsi in fabbrica, in forme autorganizzate, così come cisl e uil hanno voluto con la firma dell'accordo quadro 2008. E così sia.

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  8. strano, mi sembrava di aver lasciato un commento... cazzo e non è neppure splindermerda...
    vabbè più o meno il concetto era che sono d'accordo con te, i sindacati vanno svecchiati e devono piantarla di difendere gli indifendibili parassiti

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  9. grillo dovrebbe lavorare un po' di pala e di piccone :)

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