Il bosone dell'educazione


A poche ore dalla scomparsa di Margherita Hack, si sprecano, come è ovvio che sia, commemorazioni e ricordi. Quello che mi ha stupito, e devo dire che poche cose ormai ci riescono, è il livore e la cattiveria di moltissimi commenti alla notizia. Basta passare per le pagine di "Repubblica" o, addirittura, di "Wikipedia" per scorrere un florilegio vergognoso di insulti, a tratti insostenibili, verso la figura di questa Scienziata. Niente di nuovo, ma non nuocerà certo ricordare come il nostro modo di essere venga riportato dalle parole che scriviamo. Adepti della partigianeria speciosa (anche io, che credete), riversiamo la nostra pochezza verso coloro che, per motivi di qualsiasi genere, non sono "come noi", non la pensano "come noi". La Hack era atea, di Sinistra e non nascondeva di certo queste sue caratteristiche umane e se vogliamo morali. Cosa che, invece, fa moltissima gente, usando il mezzo web per lanciare valanghe d'infamia al sicuro da un confronto che non può essere personale e concreto. Ancor più volgare e disarmante quando ciò avviene per una persona scomparsa. Il tratto congiuntivo è la vigliaccheria, la resa dell'educazione alla massa informe del dileggio, macabro, odioso. Un paese di mezze persone, di mediocri e di falsi, dalla cui ombra è sempre più difficile sottrarsi: il costo è passare per quelli che sputano nel piatto dove mangiano. Siamo distanti dall'uso del mezzo Internet per crescere.
A questo punto mi basterebbero un po' di buone maniere.
L'Università dell'idiozia è già piena.

Commenti

  1. Rassegnati.Te le puoi anche scordare le buone maniere ;).
    Ciao

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    1. No no. Io non me le scordo. Magari inizierò ad insegnarle a suon di ceffoni.
      Grazie per l'attenzione. :-D

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  2. Ciò che lentamente muore insieme a Margherita è quella capacità didattica di essere, di fronte ai discenti, totale. Insieme a Margherita muore quella scuola (e quella università) che dell'insegnamento e nell'insegnamento ha sempre cercato ed infuso lo spirito di liberazione dell'uomo.
    Gli insegnanti di oggi sono patetici. Nelle scorribande sul web spesso sono incappato in scritture di gente che di mestiere insegnava, e la pochezza e la miseria del linguaggio la diceva lunga sulla miseria del pensiero che erano in grado di articolare, che al massimo sapeva sostare sulle strutturazioni retoriche e qualunquiste.
    Insieme a Margherita muore una pratica di vita scolastica.

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    1. Caro Mario, grazie per questo bellissimo commento. Io ho posto l'accento solo su un fatto, che è dinanzi agli occhi di tutti: la nostra voglia di offendere, sopratutto chi non può difendersi. Un giorno, ad esempio, non ci sarà più Berlusconi. Non credo che offenderlo sarà il modo migliore per commentare il suo operato. Se non si concorda con le idee e il modo di vivere di qualcuno, si può anche tacere, magari "macerarsi" dentro, ma senza arrivare alle cose che ho letto in questi giorni.
      Grazie ancora e buona Domenica.

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  3. Nel Mezzogiorno esiste l'espressione "ragionare" per indicare la più complessa abilità del mettere in evidenza il senso retrostante delle emergenze della realtà. Il linguaggio, qualunque esso sia, anche solo quello vernacolare, e più in generale la parola, sono gli strumenti necessari per il "richiamo" di questo "senso" profondo delle cose. Coloro che non hanno nulla da "richiamare" perchè non hanno rispetto alcuno della totalità della persona non conoscendone e non sperimentandone la dignità e l'integrità, non possono che scivolare nell'improperio, nell'offesa gratuita e priva di senso che riesce a stabilirsi unicamente da e per chiunque percepisca ogni uomo come mero "individuo". Ovvero, un soggetto inqualificabile ed equivalente con chiunque altro.
    Una buona domenica anche a te e chi ti legge, ed un grazie per essere ritornato a scriverci.

    http://www.youtube.com/watch?v=_pqTu9Np_gE

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